In treno con l’assassino di Alexandra Benedict

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In treno con l’assassino

È la Vigilia di Natale, e un treno diretto da Londra alle Highlands, tra le impervie montagne scozzesi dal paesaggio mozzafiato, deraglia all’improvviso poco dopo Edimburgo, rovinando i piani per le feste delle persone a bordo.

Con il convoglio bloccato da una terribile tempesta di neve nel bel mezzo del nulla, un assassino si aggira indisturbato per le carrozze: il mattino seguente uno dei passeggeri viene ritrovato senza vita. A bordo c’è la detective in pensione Roz Parker: è in viaggio per andare a trovare sua figlia che sta per partorire, ma non può resistere alla tentazione di condurre un’ultima indagine.

Certo, il caso si presenta decisamente complesso da risolvere, persino per l’investigatore più esperto. Mentre le accuse reciproche iniziano a essere sempre più difficili da gestire, tra i sopravvissuti si formano alleanze inaspettate. Riuscirà Roz a trovare il colpevole prima del prossimo omicidio?

«Corri un grave pericolo» disse. «Sta’ lontana da lui. Il filo del tuo destino è liso; ragnatele di sventura ti circondano».

Se A cena con l’assassino mi era piaciuto moltissimo, questo secondo libro non mi ha entusiasmato.

In A cena con l’assassino lo schema narrativo si rifaceva a Dieci piccoli indiani, In treno con l’assassino si rifà ad Assassinio sull’Orient Express sempre della Christie.

È chiaro che la Benedict provi una sana ossessione verso la giallista inglese, tanto da cercare di replicare trame già lette e soprattutto scritte egregiamente.

Con questo non voglio dire che la sua scrittura sia scialba ma quando miri al sole, molte volte ti bruci…

Partiamo dall’inizio: anche in In treno con l’assassino tornano anagrammi e indovinelli tanto cari alla Benedecit, ma… dopo un po’ anche questo annoia, perché – almeno io – voglio leggere una trama intrigante e non giocare a La Settimana Enigmistica.

Su questo treno, ci sono troppi personaggi e di alcuni avremmo fatto volentieri a meno, troppe personalità che cercano di imporsi l’una sull’altra col risultato di confondere il lettore e, a volte, annoiarlo.

Sicuramente la detective Roz Parker è il personaggio meglio riuscito: ha un trauma che si porta dietro, è cinica quanto basta, risoluta al punto giusto e ha un polso fermo che nemmeno un neurochirurgo.

È lei la protagonista, nonostante tutte le donne e alcuni uomini in viaggio con lei, cerchino (miseramente) di rubarle la scena.

I co-protagonisti di questo lungo viaggio in treno, rappresentano diverse categorie sociali:

  • la coppia Meg e Grant è la quota reality, influencer del viaggio: lei è una influencer da milioni di follower, lui un aficionados dei reality che mal sopporta il successo della fidanzata;
  • la strana coppia Tony e Mary: madre e figlio, appassionati di quiz che devono ringraziare le condizioni avverse che colpiscono il viaggio per poter accedere alla carrozza ristorante;
  • Phil e la sua numerosa famiglia: lui, padre perfetto che si occupa dei bambini, mentre la moglie decide di iniziare a festeggiare il Natale con due giorni di anticipo;
  • l’affascinante, ma ambiguo Craig;
  • un misterioso passeggero senza biglietto che si aggira furtivamente sul treno cercando di non attirare l’attenzione
  • e ultima, ma non per importanza la dolce e timida Ember.

Capite che con un carnet così ricco di personaggi, la storia scorra veloce come un frecciarossa nonostante vi sia qualche fermata di troppo e qualche “inghippo” evitabile.

La bravura della Benedict nelle descrizioni fisiche dei personaggi e degli ambienti, rendono facile immaginare ogni personaggio e ogni luogo del treno, ma la sua abilità migliore è la caratterizzazione psicologica dei personaggi.

La Benedict riesce a mettere su carta persone che tutti noi abbiamo incontrato almeno una volta nella nostra vita.

Ed è così che inizia una sorta di danza di antipatie e simpatie, di incitamento o di remora nei confronti di uno o dell’altro.

Diciamo che il filo conduttore del libro è la prevaricazione degli uomini sulle donne, sugli abusi fisici, sessuali e psicologici che molte donne sono costrette a subire e a quella mentalità primitiva che appartiene (ancora) a buona parte della popolazione maschile.

Riassumendo il tutto: il romanzo è un giallo classico con l’enigma della camera chiusa.

Si legge rapidamente, nonostante la pesantezza di alcuni passaggi.

Mi auspicherei per il futuro che la Benedict nel suo prossimo romanzo provi a scrivere qualcosa di veramente suo, senza provare a replicare i grandi classici del passato.

Traduzione: Stefania Cherchi
Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Anno pubblicazione: 2023

Alexandra Benedict è un’autrice pluripremiata di romanzi, racconti e sceneggiature.

Ha composto musica per film, TV e radio, e, più recentemente, per produzioni BBC Sounds e Audible.

Tiene corsi di Scrittura creativa di crime e thriller alla City University.

Con la Newton Compton ha pubblicato A cena con l’assassino, che ha avuto n clamoroso successo di pubblico.

In treno con l’assassino di Alexandra Benedict
Concludendo
Un giallo adatto al periodo natalizio o a chi ama i grandi classici alla Agatha Christie.
Pro
La caratterizzazione dei personaggi
La descrizione degli ambienti
Contro
Il copia incolla di trame già lette
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