Il cuore è uno zingaro
Recensione di Claudia Pieri
TRAMA
Il maresciallo Gino Clemente avrebbe immaginato tutto tranne che doversi trasferire dalla sua amata Polignano a Bressanone, in Alto Adige, a pochi chilometri dall’Austria, dove molti parlano tedesco e la gente cena alle sette di sera.
Per cercare di integrarsi nella comunità altoatesina si muove in mountain bike, mentre l’inseparabile moglie Felicetta si dà al giardinaggio nella loro nuova casa, con risultati altalenanti. A rallegrare la permanenza al Nord è il ritorno inatteso di una vecchia gloria della musica pop italiana: Gabriel Manero, noto per aver scritto nel 1983 il suo unico grande successo – Todo corazón – che li aveva fatti innamorare. Il cantante, originario proprio di quella città dove non si esibisce da quarant’anni, viene invitato a inaugurare la Casa del luppolo, la birreria gestita dalla biondissima Barbara Kessler, e il suo concerto chiama a raccolta tutti gli abitanti dei dintorni.
È l’occasione per un tuffo nel passato: molti fra i presenti lo conoscono dai tempi dei Righeira, e lui dopo l’esibizione decide di festeggiare questa rimpatriata nella sua eccentrica villa. Tutto sembra andare per il meglio ma, tra lo sconcerto generale, la mattina seguente Gabriel viene trovato senza vita sulle scale di casa. Si tratta di una caduta accidentale oppure no?
Sarà il maresciallo Clemente, aiutato dalla moglie, dal cane Brinkley e dal proprio formidabile intuito a risolvere quello che sembra un enigma incomprensibile. A sostenerlo nell’impresa ci sono il brigadiere Guglielmotto, un intraprendente piemontese dai denti che “più bianchi non si può”, e il suo storico braccio destro Agata De Razza, che a Bressanone è di casa e lì ha lasciato un grande amore. Tra vecchie canzoni e indizi difficili da decifrare, il maresciallo resta fedele a se stesso e scopre l’anima inquieta e vibrante di un paese che alcuni chiamano Brixen e che fino a quel momento sembrava molto, troppo tranquillo.
RECENSIONE
“In un mondo che ha il terrore di invecchiare, la nostalgia è sempre un porto sicuro e le belle canzoni hanno il potere di fermare il tempo, anche solo per tre minuti.”
E proprio una bella canzone del passato, Il cuore è uno zingaro, presta il titolo a questo romanzo che segna il ritorno del maresciallo Gino Clemente, uomo tutto d’un pezzo che “non amava mostrare i sentimenti, a meno che non fosse veramente arrabbiato” e di sua moglie Felicetta “che da buona pugliese non conosceva la timidezza”, confermando il talento di Luca Bianchini nella scrittura di commedie a tinte gialle !
A fare da sfondo alla vicenda stavolta non è la Polignano sfavillante di luci e colori, con il suo mare e le chiacchiere delle comari alla finestra, ma Bressanone, incastonata tra le montagne delle Dolomiti, distante sì dalla Puglia, ma in fondo solo geograficamente: “il maresciallo pensò che alla fine erano le stesse dinamiche della sua Polignano “.
L’intreccio di “Il cuore è uno zingaro” richiama alla mente i gialli di impostazione classica, con le indagini che si svolgono in un breve arco temporale e coinvolgono, a colpi di interrogatorio, tutte le persone presenti a vario titolo sulla scena del delitto.
La storia, narrata con leggerezza e ironia, caratteristiche imprescindibili della scrittura di Luca Bianchini, è anche l’occasione per fare un tuffo nel passato, per tornare indietro a quegli anni ottanta che suscitano tanta nostalgia nel maresciallo e in sua moglie: “erano anni in cui tutto poteva succedere ed eravamo, se non più felici, più spensierati”.
L’autore di “Il cuore è uno zingaro” è altresì abilissimo nel mescolare gli elementi che richiamano alla mente del lettore proprio quegli anni, come il Festivalbar o la Superclassifica Show, con altri più attuali che fotografano la realtà dei tempi odierni: “in Italia basta morire e i social network diventano un cimitero di cordoglio in cui tutti condividono la foto del defunto con una frase di rammarico seguita da un #rip- riposa in pace – e dall’emoticon delle mani giunte o del cuore spezzato”.
Ma il fiore all’occhiello del romanzo “Il cuore è uno zingaro” sono i personaggi, delineati come sempre in maniera impeccabile dalla penna di Bianchini, che ne mette in evidenza le peculiarità caratteriali attraverso quelle fisiche: “Le recenti punturine di botox lo facevano assomigliare più a un cerbiatto che a Bobby Solo ” ad evidenziare le debolezze di Gabriel Manero, “cantante di una canzone sola”, divenuto presto una meteora nel panorama musicale, oppure “Ciro Esposito, settan ‘anni , abbronzatura da lampada, occhiali fumé, capello corvino – verosimilmente tinto “, a presentare il manager “intrallazzatore” di Manero.
Il cuore è uno zingaro è un romanzo che unisce in sé le caratteristiche della commedia e quelle del giallo, un cozy crime arricchito da un affresco di variegata umanità, che si legge piacevolmente grazie ad uno stile di scrittura vivace e brillante.
Editore: Mondadori
Pagine: 228
Anno pubblicazione: 2024
AUTORE
Luca Bianchini è uno scrittore torinese. Ama cucinare mentre scrive.
Con Mondadori ha pubblicato i romanzi Instant love (2003), Ti seguo ogni notte (2004), la biografia di Eros Ramazzotti, Eros – Lo giuro (2005), Se domani farà bel tempo (2007), Siamo solo amici (2011), Io che amo solo te e La cena di Natale di Io che amo solo te (2013) – da cui sono stati tratti due film –, Dimmi che credi al destino (2015), Nessuno come noi (2017), portato l’anno successivo sul grande schermo, e So che un giorno tornerai (2018).
Tra le varie attività la collaborazione con la trasmissione Mangiafuoco su Rai Radio 1. Nel 2022 ha pubblicato – sempre con Mondadori – Le mogli hanno sempre ragione (recensito qui) un romanzo-commedia ambientato nella sua amata Polignano.
Nel 2024 esce Il cuore è uno zingaro (Mondadori).