La storia se ne frega dell’onore
Recensione di Alessandra Boschini
TRAMA
C’è un libro, anzi un manoscritto misterioso. Luigi Basseti, antifascista e direttore editoriale di una grande casa editrice, non se ne stacca mai, se lo porta sempre appreso in una borsa a tracolla, non lo fa vedere a nessuno e non ne parla con nessuno.
Tranne, ma solo per vaghi cenni, con Donatella Modiano, suo braccio destro e amante, a capo della segreteria editoriale. Non sa, Bassetti, che Donatella è stata ricattata e arruolata come informatrice da un alto funzionario della polizia politica segreta, il commissario.
Il quale vuole anche lui sapere, a tutti i costi, cosa contiene il famoso libro. Teme infatti vi sia nascosto qualcosa di esplosivo, persino letale per il regime fascista. Trionfante, al momento, dopo la conquista dell’impero. E forse anche per la figura del Duce.
Nella Milano del 1936, città di intrighi e di sospetti, dove molti hanno una doppia faccia e tutti sono avvolti da una ragnatela di silenzi, si dipana una doppia indagine. Quella del commissario, che non si ferma davanti a nulla, e quella di Donatella, che dopo la morte in un incidente all’apparenza casuale di Bassetti, del suo amore, sente crescere dentro di sé una rabbia feroce, una volontà sempre più determinata di andare fino in fondo, di sapere la verità e di chiudere i conti.
RECENSIONE
Con La storia se ne frega dell’onore Gian Arturo Ferrari ha scritto un concentrato di storia, ma soprattutto di realtà storica e umana. In poche pagine ha condensato un momento difficile che l’Italia ha vissuto, costruendoci attorno un giallo che ci restituisce la cupa atmosfera del ventennio fascista. Quel perenne clima di sospetti, timori e delazioni che creava malumori e malcontento.
Ed è una conseguenza plausibile che tutti indossino una maschera o che siano costretti a farlo, che si sospetti di chiunque perché le spie sono in agguato, anche tra i più insospettabili.
L’autore dipinge in “La storia se ne frega dell’onore” modo schietto, senza orpelli, un’Italia in camicia nera nel momento in cui la libertà di opinione passava direttamente attraverso la censura. In questo clima, crea una storia ambientata in una casa editrice.
Quale modo migliore per raccontarci uno degli ambiti meno esplorati del periodo, se non creare un giallo sulla ricerca di un manoscritto che chissà quali pericolose verità potrebbe contenere? Quali rivelazioni potrebbero celarsi tra quelle cartelle piene zeppe di frasi retoriche?
Sotto la superficie della casa editrice c’è una fitta trama di relazioni, idee e messaggi in codice che alla fine portano a pubblicare libri innocui, perché “la censura ha la sensibilità di un badile”.
Tutto passa per le mani, e gli occhi, della censura, ma qualcosa evidentemente è sfuggito tra le sue maglie non troppo strette. E se fosse direttamente coinvolto anche il Duce in quelle oscure trame?
“Chi osa sfidare il fascismo, chi sfida me, ci rimette la pelle”, avrà modo di dire più volte Mussolini.
Il timore di raccontare la verità e il terrore di ripercussioni creano un clima di eterna paura, tant’è che l’ossessione per la segretezza e la reticenza diventano paranoia in quel clima angoscioso.
Così, anche tra i più fedeli sostenitori e servitori, un gesto criminale, un omicidio politico, non può essere accettato, perché contrario all’onore militare.
“Per qualcuno però l’onore è qualcosa da non tener conto perché la storia esige un cambiamento ma soprattutto bisogna mettere a tacere chi rappresenta un simbolo e la sua fine sarà un segno”.
Ci sono pochi personaggi in La storia se ne frega dell’onore, ma hanno una grande importanza rappresentativa, ognuno a portare l’emblema delle azioni e della storia.
L’autore è riuscito a dare grande scorrevolezza ad una trama di notevole spessore, rendendo la lettura fluida e veloce.
I luoghi di “La storia se ne frega dell’onore” sono poco approfonditi per lasciare ampio spazio alla narrazione. Siamo in una Milano appena accennata e di periferia, ma già trafficata dagli autobus che portano avanti e indietro chi cerca la verità, ad ogni costo.
Il ritmo della narrazione di “La storia se ne frega dell’onore” procede spedito, in un crescendo dinamico che trasporta il lettore direttamente in quel tempo di grandi mutamenti che precedettero la Seconda Guerra mondiale.
Quasi immaginiamo, come in un film in bianco e nero, le atmosfere cupe e torbide in cui i personaggi sono costretti a vivere e ad agire, come marionette mosse da sottili fili che manovrano e guidano verso azioni minacciose.
Emozionante il personaggio femminile di Donatella Modiano, donna emancipata, di una bellezza magnetica e misteriosa, costretta a subire un ricatto e a tradire l’uomo che ama. Ma la sua forza e il suo coraggio le donano un ruolo determinante nello svolgersi della vicenda, lei, unico personaggio femminile in una storia fatta di soli uomini, avidi e meschini.
EDITORE: Marsilio Lucciole
PAGINE: 128
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE
Gian Arturo Ferrari (1944) ha perseguito per un certo tratto una doppia vita, da un lato l’insegnamento universitario, dall’altro l’apprendistato editoriale. Per poi scegliere, nel 1989, l’editoria libraria come propria unica vita, dimettendosi dall’università. Direttore dei Libri Mondadori nei primi anni ’90, è stato dal 1997 al 2009, direttore generale della divisione Libri Mondadori e, dal 2015 al 2018, è stato vicepresidente di Mondadori Libri. E’ stato editorialista del Corriere della Sera ed è presidente del collegio Ghisleri di Pavia. E’ autore de “Il libro” (Bollati Boringhieri 2014), “Ragazzo italiano” (Feltrinelli 2020, finalista al Premio Strega) e “storia confidenziale dell’Editoria Italiana” (Marsilio 2022, Premio Internazionale Viareggio Rèpaci e Premio Biella Letteratura e Industria 2023, Premio Speciale della Giuria).