Un omicidio a Baker Street
Recensione di: Ersilia Facciolo
TRAMA:
Nel buio dei sotterranei londinesi si nasconde uno spietato assassino. Londra, 1864. Sull’ultimo treno notturno della neonata metropolitana appena entrato nella stazione sotterranea di Baker Street, viene trovato il cadavere di una giovane donna. La poveretta è stata strangolata e abbandonata in una carrozza di seconda classe. Sul posto interviene l’ispettore Decimus Webb, che subito comincia a muoversi nei sobborghi della Londra vittoriana a caccia di indizi.
Le sue ricerche lo conducono all’Holborn Refuge, una struttura che accoglie le cosiddette “donne perdute”, dove incontra la domestica Clara White. Ed è proprio attorno a questa apparentemente onesta e rispettabile lavoratrice che Webb scopre una fitta ragnatela di segreti e intrighi, che sembrano espandersi fin nel sottosuolo, nel dedalo di tunnel della metropolitana. Per risolvere il mistero dell’omicidio sul treno, l’ispettore dovrà innanzitutto capire chi è davvero Clara White: una possibile vittima o la sospettata numero uno?
RECENSIONE:
Nel giallo di Lee Jackson, Un omicidio a Baker Street, l’ambientazione è l’elemento di maggior risalto. La Londra vittoriana, fumosa e con i suoi vicoli malfamati è ben descritta, anche se manca di quel pathos che avrebbe reso la storia ancora più coinvolgente.
In un vagone della metropolitana inaugurata da poco, viene rinvenuto il cadavere di una ragazza in circostanze ancora tutte da chiarire. Per gli altri passeggeri sembrava addormentata, e un giovane, che sembra sospetto, fugge, dimenticando nel vagone il suo taccuino.
Quando l’ispettore Decimus Webb inizia a indagare, molte cose non tornano. La ragazza alloggiava in un rifugio per sole donne e non avrebbe dovuto trovarsi a quell’ora sul treno. Quindi, come ci è finita? L’omicidio è avvenuto altrove e l’assassino l’ha portata sulla metropolitana? L’indagine porta a galla diversi segreti e qualche scheletro nell’armadio.
Un omicidio a Baker Street è una storia a suo modo godibile, però manca quel qualcosa in più che è necessario per farne un buon romanzo. Nonostante siano ben descritti, i personaggi sono privi di verve, di carattere e risultano piatti in alcuni punti della narrazione.
La storia non riesce a decollare perché ci troviamo di fronte ad una sequenza di avvenimenti. In particolar modo, l’ultima parte è troppo frettolosa e con un epilogo che ha dell’inverosimile.
Lee Jackson si concentra sulle origini dei personaggi: il posto da cui provengono li marchia a vita e, anche nelle case signorili, i segreti e le perversioni sono nascosti dentro cassetti ben chiusi. Alla fine non c’è nessun perdono, nessuna possibilità di riuscire a cambiare la propria esistenza.
Un omicidio a Baker Street mostra, mettendola in discussione, la beneficenza fatta da persone che hanno secondi fini: dietro la facciata di rispettabilità, può nascondersi un lupo affamato, pronto a sborsare parecchie sterline per soddisfare i propri piaceri.
A volte il rancore, il livore e il desiderio di vendetta, sono a un palmo dal nostro naso, ma quando ce ne accorgiamo siamo già in trappola. Non c’è salvezza per Clara, Lizzie, Agnes, Sally, neanche per la signora Harris, la più altolocata, colei che sente di essere una donna per bene, rispettata, con un buon marito e una bella casa signorile. Tuttavia, la verità sta sempre nel mezzo e, a volte, non è facile da accettare.
La vicenda è narrata a più voci; i protagonisti raccontano di sé, della loro vita a capitoli alterni, dando un quadro completo delle loro caratteristiche, dei loro sogni, delle loro speranze. La narrazione è molto fluida, con accurate descrizioni della città di Londra; durante la lettura, sembra di trovarsi nei sotterranei della città, ma tra le pagine si respira anche aria di progresso.
In conclusione, Un omicidio a Baker Street è un romanzo che si fa leggere, ma non coinvolge più di tanto: un giallo in cui il mistero non è all’altezza delle aspettative.
TRADUZIONE: Stefania Cerchi
EDITORE: Newton Compton
PAGINE: 288
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2024
L’AUTORE:
Lee Jackson ha conseguito un dottorato alla Royal Holloway University di Londra ed è membro del comitato accademico del Dickens Museum. Grande appassionato dell’età vittoriana, ha creato il popolare sito victorianlondon.org, in cui raccoglie materiali sulla Londra di quel periodo. Ha scritto vari romanzi e saggi storici, ovviamente a tema vittoriano.