Colui che è nell’ombra di Hans Tuzzi

Colui che è nell'ombra
“Ma perché parlo al passato? Ecco le fiamme lambiscono già la cornice. Il vetro esplode, La carta s’accartoccia agli angoli, è cenere. E io, finalmente, svanisco nel nulla.”

Colui che è nell’ombra

Recensione di: Luca Ronzoni

TRAMA:

Quattro generazioni di una nobile famiglia nel Friuli dal 1937 a oggi. La narrazione, per bocca dell’intendente dei conti Avogadro, non si svolge lenta giorno dopo giorno, mese dopo mese, ma procede per momenti significativi, piccoli o grandi, che spiccano nel succedersi degli anni, e ha come sfondo il progressivo mutare di una regione negli anni Trenta periferica, agricola, feudale e per certi aspetti magica, con l’improvvisa accelerazione del dopoguerra, dal boom economico al benessere diffuso e alla perdita di tradizioni e riferimenti.

Su questo arazzo di fondo – nel quale Tuzzi dispiega conoscenze e memorie dirette, affascinato dalle tradizioni popolari e caustico verso il presente – si susseguono le vicende degli Avogadro, nel progressivo divenire padre di colui che era figlio, e che da padre con il proprio figlio rinnova lo scontro fra generazioni. Sullo sfondo, silenziose e sagge, le donne di famiglia reggono i fili della vita. Ma il tempo dato agli Avogadro è percorso, come una vena carsica, da una leggenda nera che ha come protagonista lo spirito inquieto di un antenato.

Alle superstizioni delle campagne si aggiunge perciò l’ombra di un’anima dannata. E infine qualcuno verrà, non come ladro nella notte ma come vortice nel vento. Non è del resto, il Friuli, paese di temporali e di primule?

RECENSIONE:

Hans Tuzzi, con la consueta prosa erudita, ma nel contempo scorrevole, abbandona per un attimo la saga del Commissario Melis per portarci in un Friuli laborioso ed agricolo, ma anche oscuro e dai tratti gotici con il suo nuovo romanzo, Colui che è nell’ombra.

Con uno stile di altri tempi, quasi da letterato, l’autore, con una inaspettata attenzione all’infanzia, traccia una storia d’Italia lontana dallo stile del diario, ma ancorata alle figure dei protagonisti.

A dircelo e a fare una sorta di sintesi tra quello che è stato e quello che sarà, è Domenico Rigolato, l’intendente degli Avogadro. È lui la voce narrante, dall’inizio alla fine. Lo sarà per tutte e quattro le generazioni.

Con assaggi di curiosa umanità, la trama di Colui che è nell’ombra si dipana e si intreccia con la vita degli Avogadro attraverso memorabili citazioni ed alcune descrizioni piacevolmente colte, mai banali e scontate come, ad esempio, quella della caccia al tasso.

Ma il tempo dato agli Avogadro è percorso, come una vena carsica, da una leggenda nera che ha come protagonista lo spirito inquieto di un antenato. Alle superstizioni delle campagne si aggiunge perciò l’ombra di un’anima dannata.

Giallo di qualità, romanzo, saggio? In Colui che è nell’ombra l’autore inserisce in un quadro dallo stile barocco un elemento di fondo gotico sfuggente, ma allo stesso tempo permeante.

Una superstizione, qualcosa di oscuro aleggia nel testo, nella vita dei personaggi: quattro generazioni in epoche così diverse, ma tutte condizionate da un battito oscuro.

Mescolando alti e bassi della lingua con felici innesti del presente e del dialetto, Hans Tuzzi ci regala uno stile di altri tempi, una scrittura rara e preziosa, difficile, ma mai ostica, assai lontana dalla forma sincopata ed asciutta di oggi.

Difficile racchiudere Colui che è nell’ombra in una cifra stilistica. Come di consueto la scrittura rapisce e la trama è tutt’altro che prevedibile, così come la scelta dei luoghi, dell’io narrante, quasi esoterico, e delle caratteristiche dei protagonisti (tra tutti la contesa Elena e l’ultimo Costanzo il Duende) vergate con elegante ed umanissima raffinatezza.

Editore: Bollati Boringhieri

Pagine: 176

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE:

Colui che è nell'ombra

Hans Tuzzi (Milano, 1952), pseudonimo di Adriano Bon, è scrittore, autore di saggi di bibliofilia, consulente editoriale e docente al master in Editoria cartacea e multimediale all’Università di Bologna. È l’apprezzato autore – oltre che di saggi sulla storia del libro e sul suo mercato antiquario, del romanzo Vanagloria (2012), di Come scrivere un romanzo giallo o di altro colore (2017), di Nessuno rivede Itaca (2020) e di Curiosissimi fatti di cronaca criminale (2023) – dei celebri gialli ambientati a Milano che hanno come protagonista il commissario, poi vicequestore, Norberto Melis.

Il Maestro della Testa sfondata (2002 e 2016), Perché Yellow non correrà (2005 e 2016), Il principe dei gigli (2005 e 2012), Casta Diva (2005 e 2013), Fuorché l’onore (2005 e 2017), La morte segue i magi (2009 e 2017), L’ora incerta fra il cane e il lupo (2010 e 2017), Un posto sbagliato per morire (2006 e 2011), Un enigma del passato (2013 e 2017).

La figlia più bella (2015), La belva nel labirinto (2017), La vita uccide in prosa (2018), Polvere d’agosto (2019), La notte, di là dai vetri (2019), Nella luce di un’alba più fredda (2021), Ma cos’è questo nulla? (2022). Tuzzi è anche autore della trilogia dedicata all’agente segreto Neron Vukcic, Il Trio dell’arciduca (2014), Il sesto Faraone (2016) e Al vento dell’Oceano (2017).

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