La coincidenza
Recensione di: Federica Cervini
TRAMA
Un delitto, una rapina, un depistaggio, un giornalista, un investigatore privato, una ragazza con una doppia vita e il suo compagno che ce l’ha tripla, un robivecchi misterioso, un metronotte che legge romanzi, un boss della mala e i suoi crudeli scagnozzi, un uomo qualunque – Massimo, il protagonista – che in un’estate caldissima si trova in mezzo a tutto questo e, spinto da un miscuglio di curiosità, nostalgia e dolore, decide che vuole capirci qualcosa.
“La coincidenza”, terzo romanzo di Edoardo Zambelli, ha tutti gli ingredienti per essere un noir della più bell’acqua; ma non lo è; o, se si preferisce, è qualcosa di più. Che cosa resta, ci si domanda a libro chiuso, a Massimo, della gioventù che ha vissuto e che sente ormai finire, delle amicizie che forse non erano tali, della passione per la letteratura, il teatro, il cinema, dell’amore per Sara che lo ha lasciato dicendogli: “Non puoi essere diverso da te stesso”? Nulla, probabilmente.
E la serie di avvenimenti nei quali si trova coinvolto – prima come per caso, poi quasi trascinato dall’ex compagno di studi Roberto rincontrato dopo dieci anni, infine per volontà propria – lo lascerà ancora più stupito, ferito, disilluso e non risarcito. Come il tenente Drogo costretto ad abbandonare la fortezza proprio quando all’orizzonte si palesano finalmente i Tartari, come un personaggio de “La vita intensa” di Massimo Bontempelli, il protagonista di questo romanzo si trova sospinto, irresistibilmente, ai margini della vita, addirittura burlato da essa, incapace com’è di buttarsi nel turbinare degli eventi, di fare come quelli che si lasciano prendere dal gorgo, e che vivono, o muoiono, o sono provvisoriamente felici o infelici, ma insomma: in qualche modo, vivono.
RECENSIONE:
“Per amore si fa qualsiasi cosa, non è così che si dice?”
Edoardo Zambelli con La coincidenza scrive un noir fuori dai canoni che è anche una storia d’amore: è un racconto semplice e lineare, senza tanti fronzoli, eppure il gioco continuo degli equivoci e l’intreccio degli avvenimenti su più piani regala un romanzo veramente inusuale.
Massimo, il protagonista, è un uomo che vive nel ricordo dell’amore finito con Sara, che sembra inseguire disperatamente, ma a cui poi sovrappone Anna.
Il fidanzato di Anna, Roberto, è l’anello di collegamento con Massimo: è un amico ritrovato a distanza di anni dai tempi dell’università, che si avvicina a Massimo secondo il gioco delle coincidenze e a lui un po’ confida segreti, un po’ ne serba per sé.
“Sono stato felice all’inizio. Qualche volta lo sono ancora. Ma il più delle volte mi dico che la voglio morta”, ed ecco che Massimo è inevitabilmente coinvolto nella situazione e prova a ricostruire quanto accaduto.
Sono tanti i personaggi che riempiono la scena accanto a Massimo: Claudio, Marina, Vincenzo in un mix di storie bugiarde e persone con una doppia vita che regalano pagine di grande effetto per l’eleganza e la sobrietà dello stile dell’autore.
Leggendo si sperimenta il senso di inadeguatezza del protagonista (“Non era paura di essere lasciato per un altro, era la certezza che prima o poi sarebbe successo”), il suo vivere sempre un po’ “fuori posto” e trovarsi invischiato nella vicenda.
La necessità di capire cosa sia successo e perché si scontra con il caratteriale rifiuto delle azioni da parte di Massimo, la sua fondamentale indolenza ed una frequente mancanza di energia, quasi che lasciarsi trasportare dalla corrente sia sempre meglio e meno faticoso che vivere in diretta.
Massimo rappresenta i giovani di oggi in crisi, le storie d’amore senza lieto fine, l’illusione delle passioni quando finiscono e per combinazione è trascinato al centro della scena.
“Mi sono creduto dentro una trama di romanzo,
un chiamarsi di coincidenze, di verità appena intraviste”.
Vive una vita “che è poca cosa e passa senza sussulti”, ma si pone domande e cerca risposte, chiarendo al lettore che ciò che ci accade può essere ininfluente per il domani, oppure all’opposto, fatale e decisivo.
La dimensione della coincidenza intreccia un gioco implacabile nell’esistenza di Massimo, un inesorabile flusso di avvenimenti che sono il nostro personale appuntamento con il destino.
Alla vicenda principale che riguarda Massimo e Roberto si accavallano e sovrappongono la storia di Maria, della stanza 12 e poi tante citazioni di libri ai quali Edoardo Zambelli fa continui riferimenti e richiami, costruendo la trama di questo romanzo su più piani.
Lo stile narrativo è solido e sicuro e le pagine sembrano essere una scena che prende vita a teatro, perché molto definite e precise.
La coincidenza di Edoardo Zambelli è il noir degli equivoci, dei dubbi, dell’apparenza, e il finale del tutto inaspettato e spietato colpisce per l’improvvisa piega che la storia prende in conclusione, sorprendendo del tutto il lettore.
“La vita delle volte ti si chiude addosso disegnando un cerchio perfetto”.
Editore: Laurana Editore
Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE:

Edoardo Zambelli è nato a Città del Messico nel 1984. Vive a Cassino, in provincia di Frosinone. Ha pubblicato i romanzi “L’antagonista” (Laurana, 2016), “Storia di due donne e di uno specchio” (Laurana, 2018), e il racconto lungo “La dicono perduta, un’immaginazione sulla scomparsa di Viviana e Gioele” (Zolfo, 2024).