La giurata
Recensione di: Federica Cervini
TRAMA:
Alzate la mano destra e giurate di dire tutta la verità, nient’altro che la verità.
Ma qual è la verità? La vostra? Ed è la stessa degli altri?
La verità di Frédéric e Lucile è l’innocenza: no, dicono, non abbiamo strangolato la zia di Frédéric per impadronirci del suo denaro.
La verità di Anna Zeller è la sua coscienza di giurata.
Il mondo ha già deciso: i due imputati sono colpevoli.
Ma cosa si prova a segnare il destino di due persone che si trovano al bivio tra la libertà e il carcere?
Perché la verità non è mai semplice.
Di certo non lo è quella di Anna, a partire dal fatto che il suo vero nome è Anna Boulanger.
Un nome che è soltanto la prima delle prigioni che nascondono il suo passato e le cui porte si aprono a poco a poco, scardinate da ricordi fino ad allora rimasti sepolti.
E, mentre il processo avanza tra testimonianze e rivelazioni, nell’animo di Anna si fa strada una nuova verità, tanto dolorosa quanto incontestabile: il segreto che la tormenta da anni deve riemergere, costi quel che costi …
Un processo “sensazionale” in cui la sentenza sembra già scritta, una donna con un passato inquietante, una storia in cui niente è come sembra: un folgorante romanzo d’esordio.
RECENSIONE:
Essere pescato per fare parte di una giuria in Francia è una chance piuttosto remota: una possibilità su 1200 che il nominativo venga estratto a sorte dalle liste elettorali, e poi una su 20 nella seconda tornata di pescaggi e una su 3 all’apertura del processo – e poi si va in scena.
E’ necessario essere iscritti alle liste elettorali e avere la fedina penale pulita – ed ecco che, salvo reali impedimenti da comprovare, il giurato prescelto non può esimersi dallo svolgere il suo compito.
“Che ruolo recita ognuno di noi in questa messa in scena?”.
Anna, la protagonista del thriller “La giurata” di Claire Jéhanno, chiarisce al lettore fin dalle prime pagine del romanzo che “essere giurati è un’esperienza che non si dimentica”: giudicare un crimine è una responsabilità enorme, l’impegno a cui si va incontro è totalizzante e comporta una profonda analisi di coscienza, una riflessione circa le proprie intime convinzioni, imparzialità, fermezza nell’espressione del giudizio e segretezza circa il dibattito – persino dopo il termine del processo.
Nel corso delle pagine del romanzo “La giurata”, il lettore è accompagnato in tutte le fasi del dibattimento: dall’analisi delle prove, all’interrogatorio, alle arringhe di accusa e difesa – il tutto attraverso lo sguardo di Anna che, parallelamente allo svolgersi del processo, è costretta a tornare con la mente ad un drammatico evento che ha segnato la sua vita.
Anna vive sulla propria pelle “una specie di autopsia dal vivo”: deve raccogliere tutti i dati utili nel processo, analizzarli – e nel contempo approfondire i buchi della sua personale memoria, per far luce su ciò che era accaduto alla cuginetta decenni prima.
“E’ il processo che smuove questa vecchia storia?”
Il processo fa tornare a galla un vecchio dolore sepolto nella mente della protagonista e mai superato, e il lettore è quindi portato a seguire due vicende interconnesse, ma vissute su piani temporali differenti.
Questo duplice thriller conduce la giurata ad un’approfondita analisi psicologica da un lato di Lucile e Frédéric – gli imputati -, dall’altro di se stessa, di sua sorella Max e del rapporto di entrambe con i genitori.
Ogni personaggio è scandagliato ed esaminato accuratamente; cercare di conoscere quanto è nascosto e tenuto segreto (si tratti dei due accusati alla sbarra o della protagonista e del suo oscuro passato) è l’arma utilizzata da Claire Jéhanno per tenere avvinto il lettore di capitolo in capitolo.
Anche il tema della complicità è sviscerato nell’analisi dell’accusa, coinvolgendo il lettore in un dibattimento che alternativamente lo farà propendere per l’assoluzione, poi la colpevolezza, giocando sostanzialmente sui dubbi che di ora in ora emergono dalle indagini.
Due sono i punti di forza e di principale interesse nella lettura di “La giurata”:
- lo studio dei tanti personaggi che animano le pagine: principalmente Anna, e poi anche “la coppia indebitata, la prozia caratteriale, le madri che chiudono gli occhi, i vicini invadenti, il fratello geloso ed avido” – a ciascuno di loro l’autrice dedica pagine intense, ricche di descrizioni vivide;
- i tanti sentimenti che animano la giurata nello svolgere il suo compito, così come nel far luce sul proprio passato: il clima febbrile della camera di consiglio e le diverse posizioni dei giurati concentrati nel proprio lavoro, la descrizione della loro agitazione e della stanchezza dopo giornate infinite di ascolto delle deposizioni al processo, la tanta pressione accumulata per arrivare, infine, alla serietà del giudizio e al sollievo, una volta emessa la sentenza.
I lettori amanti del dibattimento, delle atmosfere di un’aula di tribunale e delle fasi di svolgimento del processo trovano in “La giurata” una doppia fine tensione, dovuta alle due vicende che si sovrappongono ed intrecciano.
“In un delitto tutto ha un significato: la parola ma anche i silenzi, i soldi sul conto in banca o lo scoperto, i medicinali da quattro soldi, gli antidepressivi mancanti,
la spazzatura buttata prima del solito.
Anche l’assenza di prove può costituire una prova”.
Il ritmo della narrazione non è mai frettoloso, e benché i capitoli siano brevi e scorrevoli, Claire Jéhanno concede spazio a descrizioni scrupolose e accurate che rendono la trama fruibile come se si fosse ad una rappresentazione teatrale.
Trent’anni di reclusione per avvelenamento e omicidio volontario o assoluzione completa degli imputati?
L’autrice de “La giurata” riesce a far propendere il lettore, così come la sua protagonista Anna, alternativamente fra le due ipotesi: è in grado di convincere il lettore a votare per la condanna e poi per la soluzione del tutto opposta, e con capacità narrativa semina dubbi e perplessità.
Il sospetto e la titubanza di Anna vengono trasmessi al lettore con un fine stile narrativo, mentre gli ingranaggi della giuria ed il suo difficile incarico affascinano di capitolo in capitolo.
”La giustizia non è una statua di paese sulla quale si posano i piccioni (…) si tratta di uomini e donne ordinari, come la giudice, come me.
Gente ordinaria nelle cui mani si consegna un potere incommensurabile”.
Traduzione: Cinzia Bigliosi
Editore: Astoria
Pagine: 352
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE:

Claire Jéhanno è nata in Bretagna nel 1987 e vive a Parigi. Lavora da oltre dieci anni nel mondo della comunicazione e, nel 2018, ha ideato PILE, che è diventato uno dei più seguiti podcast francesi sui libri.
Il suo impegno si è poi esteso anche alle serie audio, sia per i ragazzi sia per gli adulti.
Con “La giurata”, suo romanzo d’esordio, è stata finalista del Prix Maison de la Presse, del Prix Jean-Claude Brialy e del Prix Ouest.