Meccanica di un addio  di Carlo Calabrò

Meccanica di un addio
“I casi di omicidio si risolvono nei gialli e nelle serie televisive, mica nella realtà brasiliana.”

Meccanica di un addio

Recensione di: Alessandra Boschini

TRAMA:

Per l’ingegner Florian Kaufmann, nato e cresciuto nella prevedibile tranquillità della Svizzera, l’animale più pericoloso dell’Amazzonia non è né il caimano, né il giaguaro. Kaufmann ha un problema soprattutto con gli esseri umani, e in particolare con quelli del minuscolo villaggio brasiliano di Araxá do Oeste, dove il suo sogno d’impresa ecologica ed etica si sta rivelando un probabile fallimento. E proprio quando sembra che gli affari possano finalmente andare per il verso giusto, i suoi progetti vengono stravolti, costringendolo a barcamenarsi tra poliziotti incapaci, concorrenti senza scrupoli, zelanti assicuratori e una rete di criminali pronta ad assoldarlo.

O forse a farlo fuori. La logica, in Brasile, raramente è lineare. La ricerca della verità porterà Kaufmann a riconsiderare le sue scelte personali e professionali, obbligandolo a riesaminare i suoi principi morali e ad accettare i suoi limiti e le sue debolezze; e, infine, a fare una scelta radicale e risolutiva. Un originale e avventuroso thriller nella foresta amazzonica, tra conflitti ambientali, inganni, dilemmi morali e sviluppi imprevedibili.

RECENSIONE:

Mettete un ingegnere svizzero dal rigore morale elvetico insito nel suo DNA, che abbandona una sicura carriera in banca per coltivare il suo sogno di imprenditorialità, alla ricerca di un’autonomia decisionale, e trasportatelo nel caotico, chiassoso e confusionario Brasile, dove le regole sembrano fatte per essere infrante.

Il risultato è Meccanica di un addio, un noir ironico e divertente, ma a tratti cupo e cinico.

Il sogno del protagonista, l’ingegnere Florian Kaufman, si chiama “gestione forestale sostenibile”, che valorizza il legname estratto ma, al tempo stesso, protegge la foresta Amazzonica. Ma il rigore morale elvetico mal si combina con un sistema corrotto, corruttibile e incapace come quello carioca.

Carlo Calabrò, al suo esordio letterario nel giallo, con Meccanica di un addio ci consegna una storia che potrebbe somigliare ad un film di Tarantino: personaggi a dir poco strani e molto fuori dagli schemi, dialoghi visionari e deliranti, continui cambi di prospettiva che rendono surreale l’intero racconto.

Che poi tanto surreale non è, perché la speculazione e lo sfruttamento delle foreste e delle risorse sono un argomento tangibile e molto attuale. In Brasile ciò che viene disboscato è considerato “sviluppato”, in Amazzonia “gli incendi si fanno ma non si denunciano”. Capirete quindi quanto siano in antitesi il desiderio del protagonista di fondare un’azienda sostenibile, affari limpidi e onesti contro chi, invece, non si fa certo scrupoli a commettere degli omicidi pur di accaparrarsi terreni e legname.

Carlo Calabrò calca la mano sul divario tra lo stile di vita elvetico di Kaufman, ligio alle regole, alla burocrazia e al suo rigore morale in netta contrapposizione con l’inerzia e la pigrizia dei brasiliani: “uno svizzero nella foresta amazzonica è un pesce fuor d’acqua”.

È tutto fuori contesto per la sua logica: la polizia viene comprata a suon di mazzette, gli operai lavorano alla segheria in shorts e maglietta, gli avvocati conducono scuole di samba, il commercialista è avvocato e, all’occorrenza, barbiere.

La metafora perfetta del Brasile sono le sue contraddizioni “tutto ha un prezzo, tutto si può comprare”. Il sogno di Kaufman sembra venire fagocitato dai meccanismi di un sistema corrotto, ma sarà in grado di fronteggiarlo?

Con un linguaggio schietto e diretto, con Meccanica di un addio Carlo Calabrò evidenza temi molto importanti, ampliandoli dettagliatamente, rimarcando quasi ossessivamente il disequilibrio tra le due realtà e, a tratti, la trama noir sembra risentirne, perché lascia passare in secondo piano omicidi ed indagini.

La lettura scorre fluida e veloce anche grazie ai molti dialoghi, al linguaggio ironico, divertente senza mai perdere di vista la profondità del tema centrale. Ma sono i protagonisti a creare il maggiore sincronismo tra azione e reazione, a dar vita a comportamenti esilaranti, personaggi dai tratti marcati e caratterizzati, ma assolutamente credibili, a volte è “persino difficile distinguere i buoni dai cattivi”.

Meccanica di un addio è un mix equilibrato tra satira geopolitica e riflessioni sui temi ambientali, con un occhio puntato verso la cultura brasiliana, quella sorprendente accozzaglia di colori e sapori che tanto affascina. Il finale aperto lascia presagire nuove avventure per l’ingegnere elvetico Floran Kaufman.

EDITORE: Marsilio

PAGINE: 224

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE:

Carlo Calabrò

Carlo Calabrò è nato a Palermo. Bioingegnere per formazione, sceneggiatore e attore per passione, in un paio di vite precedenti è stato anche consulente, banker e imprenditore tra Parigi e San Paolo. Sposato, due figli, vive e lavora a New York.

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