La bambina senza nome
Recensione di: Alessandra Boschini
TRAMA:
Madrid. Nel quartiere di Usera, lampade e dragoni colorati sfilano per festeggiare il Capodanno cinese: inizia l’anno del maiale. Chesca Olmo, coordinatrice della Brigada de Análisis de Casos, non è tanto in vena di divertimento, ma quella sera conosce un uomo e decide di trascorrere la notte con lui. La mattina dopo, quando riapre gli occhi, si trova in un seminterrato, nuda, con polsi e caviglie legate a un letto. Ricorda, nella nebbia delle ore precedenti, tre uomini che la circondano e la osservano con occhi famelici. Poi più niente, soltanto dei grugniti e un odore insopportabile.
Le tracce di Chesca si perdono nel nulla. Per ritrovarla, i membri della BAC non hanno altra scelta che rivolgersi all’ex ispettrice Elena Blanco: ha lasciato la polizia da più di un anno, ma è l’unica capace di risolvere i casi apparentemente impossibili, e di certo non volterà le spalle a un’amica in pericolo, anche se questo significa dover affrontare i traumi del passato e rivedere Ángel Zárate, collega fidato e forse qualcosa di più. Ben presto le indagini portano alla luce una verità imprevista: nella vita di Chesca c’è un lato oscuro che nessuno, proprio nessuno, conosce. E questo rende la sua ricerca molto più difficile.
RECENSIONE:
Terzo capitolo delle avventure della BAC, la Brigada de Análisis de Casos, che indaga sui crimini più orribili e crudele, costringendo i suoi membri a una vera e propria discesa negli inferi della malvagità umana.
Elena Blanco, dopo l’uccisione di suo figlio, (nel precedente La rete porpora di Carmen Mola ha abbandonato la polizia. Ma quando Chesca (che nel frattempo la sta sostituendo) scompare, Zárate le chiede aiuto.
“Quella vita si è ripresentata all’improvviso in tutta la sua interezza. Le basta allungare la mano, ora, per toccare con le dita un passato che credeva morto”.
Carmen ha smesso con l’alcool e con la vita sregolata di prima, ma il richiamo alla BAC è troppo forte per rinunciarvi, soprattutto se c’è da ritrovare Chesca.
Non c’è nessuna possibilità di redenzione in questa storia, nessun lieto fine, solo tanta crudeltà che assorbe tutti i personaggi. Tutti i membri della BAC sono coinvolti nella vicenda, e il lettore non potrà che empatizzare con ciascuno di loro.
Carmen Mola non risparmia nemmeno i dettagli più cruenti, sanguinosi e truculenti. Con il consueto linguaggio diretto e scarno che non lascia nulla all’immaginazione, l’autrice costringe il lettore a vivere l’inferno insieme ai protagonisti del romanzo.
In un vortice di violenza e orrori, la lettura diventa un pugno nello stomaco, portando il lettore in un mare di follia e crudeltà.
Non c’è nessuna umanità nella scia di sangue che la squadra sta seguendo e Carmen Mola ci trascina per le campagne di santa Leonor, tra allevamenti di maiali trasformati in lager e veterinari compiacenti che trafficano sostanze vietate, tra hotel squallidi e quartieri popolari di Madrid, in una folle corsa contro il tempo per cercare di salvare Chesca.
Finché non si arriva a un “lungo una strada polverosa dove, sotto un cielo spento” sorge l’incarnazione dell’orrore e dell’abominio allo stato puro. Ed è qui che viene trovata “La bambina senza nome”.
In un crescendo di suspense e adrenalina, ogni membro della squadra sarà costretto a fare i conti con il lato più oscuro e bestiale dell’uomo, quello dove non c’è spazio per la pietà.
Se arriverete all’ultima pagina di “La bambina senza nome” non guarderete mai più il mondo con gli stessi occhi.
TRADUZIONE Laura Bortoluzzi
EDITORE: Salani editore
PAGINE: 400
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE:

Carmen Mola è lo pseudonimo di tre scrittori e sceneggiatori spagnoli Jorge Díaz, Antonio Mercero e Agustín Martínez, che hanno rivelato la loro identità con grande scalpore durante la cerimonia di assegnazione del Premio Planeta, il più importante premio letterario spagnolo. A lungo è stata considerata l’Elena Ferrante spagnola.
Frutto di una scrittura collaborativa moderna, di cui i tre autori sono tra gli esponenti più acclamati a livello internazionale, La Bestia, pubblicato in Italia da Salani nel 2023, ha venduto oltre un milione di copie ed è stato pubblicato in quindici Paesi. Per Mondadori era già uscito nel 2019, La sposa di sangue. Nel 2024 esce per Salani, La sposa gitana, il primo caso dell’ispettrice Elena Blanco. Segue nello stesso anno, La rete porpora. Il secondo caso dell’ispettrice Elena Blanco.