La vasca
Recensione di: Alessandro Quadri di Cardano
TRAMA:
Un filo quasi impercettibile collega tre donne trovate senza vita nel le loro vasche da bagno. Appena un sentore, che solo un fiuto allenato al buon vino riesce a percepire – un istante prima che la pista sia persa per sempre. Il fiuto di Alessio Sala che, pur avendo lasciato il suo lavoro di commissario di Polizia, anche nella sua nuova carriera di giornalista non riesce a mollare quell’ultimo caso: un serial killer sopraffino che nei suoi delitti ripete un trauma atavico, nella speranza di risanarsi.
Lo stesso tentativo che compie Gaia, una donna che ruota accanto ad Alessio in una danza inquieta. Le vite di Alessio, di Gaia e del serial killer orbitano attorno a una vasca da bagno di cui non è più possibile attutire il gorgoglio e che li sta per risucchiare nelle sue più oscure profondità.
RECENSIONE:
Beatrice Fiaschi scrive bene. Questa caratteristica, non così scontata, sostiene il romanzo durante tutto l’arco narrativo permettendo al lettore di cavalcare le 410 pagine de “La vasca” con sorprendentemente fluidità.
La trama del romanzo è da vero noir: torbida, con tinte chiaroscuro e un sentimento di ansia costante, assolutamente opprimente. Il pensiero della morte e del suicidio alleggiano di continuo, creando inquietudine e ansia nel lettore. Al tempo stesso, la storia è realistica, quasi banale nella sua malvagità, come a voler ricordare che i mostri siamo noi, semplici esseri umani, e non demoni sovrannaturali, rassicuranti proprio perché irreali e quindi finti. Invece il male esiste, ed è dentro ciascuno di noi. E questo messaggio fa molta più paura di un qualunque mostro.
Il protagonista del romanzo, il (forse ex) commissario di Polizia Alessio Sala, è un uomo tormentato dal senso di colpa, profondo nella propria sofferenza, ansioso, depresso e, forse per quello, talmente realistico. La sua voglia di punirsi e gli impulsi autolesionistici sono vividi e permettono al lettore d’immedesimarsi nelle angosce del protagonista. Difficile non empatizzare con quest’uomo distrutto dalla mancanza d’amore, tormentato dal rimpianto, incapace di perdonare se stesso nonostante il passare del tempo. Perché spesso si può essere un giudice molto severo di se stesso, soprattutto quando si ferisce una persona amata.
La ricerca infruttuosa dell’amore, l’incapacità di superare il proprio egoismo per donarsi all’altro senza remore, il rimpiazzare i sentimenti con il sesso, vissuto in maniera consumisticam, accomunano inizialmente Alessio e Giada, una psicologa che il poliziotto, convertito in giornalista, incontra durante la sua inchiesta. E proprio la nascita di un sentimento tra i due sarà l’elemento che porterà alla logica risoluzione del caso.
Tutta la vicenda, come si evince da titolo e copertina “La vasca” ruota appunto attorno a una vasca da bagno, luogo di vita, relax, ma anche di morte. L’acqua, il parallelismo con il liquido amniotico nel quale siamo nati, è potente, suggestivo, e permea tutto il romanzo, rimandando al lettore delle immagini vivide.
In conclusione, “La vasca” di Beatrice Fiaschi è un libro potente, suggestivo, che lascia il segno. Assolutamente consigliato!
Traduzione:
Editore: Ilviandante
Pagine: 410
Anno di pubblicazione: 2023
AUTORE:

Beatrice Fiaschi è scrittrice, giornalista pubblicista, insegnante di scrittura creativa. Ha esordito con “La leggenda del cane rosso” (Rapsodia, 2017), per poi pubblicare “L’essenza fatale” (Ianieri, 2021). “La vasca” (Il Viandante, 2023) risulta «Miglior storia nera» al premio “Barga Noir”, finalista al premio «Lago Gerundo» e riceve una menzione al premio «Ombre Gialle».

Domande:
- Presenta il tuo romanzo spiegandone l’approccio generale, la vicenda (senza fare spoiler), i personaggi e le particolarità che lo rendono unico.
In questo romanzo, la vasca – luogo di serena intimità dove immergersi per godere dell’abbraccio regressivo e amniotico dell’acqua calda – assurge a freddo sepolcro di corpi tumefatti dalla crudeltà dell’omicida, sulla sottile linea perturbante del sempre fertile tema Amore e Morte.
In una Roma moderna e violenta, sta operando infatti un perverso serial killer che fa ritrovare le sue vittime immerse nelle loro vasche da bagno, coi polsi recisi, nella ripetizione ossessiva di una scena traumatica vissuta nella sua infanzia.
Il commissario Alessio Sala, in piena crisi di identità, lascia la Polizia, sopraffatto da quel caso che però pare inseguirlo anche quando lui si ricicla come giornalista di nera, obbligandolo ad affrontare i suoi limiti e a immergersi nelle acque torbide della sua personale vasca interiore. Ad aiutarlo – o a complicare il tutto – Gaia Lai, rivisitazione moderna del tropo della femme fatale.
- Parlaci del (o dei) protagonista (isti). Descrivi caratteristiche, aspetti marcanti, punti di forza e difetti.
Alessio Sala e Gaia Lai sono due personaggi costruiti a partire dall’osservazione di persone reali perché il mondo in cui viviamo è foriero di spunti autentici. Di grande ispirazione in tal senso sono state anche le mie stesse fragilità, sofferenze e paure: scrivere mi aiuta a esorcizzarle e integrarle al mio essere, spingendo il mio limite umano sempre un po’ più in là ed evolvendo insieme ai miei personaggi.
Sottolineare la debolezza umana è l’unica strada verso l’universalità del messaggio.
Alessio e Gaia sono dominati dall’ego, sordi verso le grida del loro sé autentico e completamente dominati dall’irrisolto. Ciò che è sepolto nelle loro profondità li incastra in convinzioni limitanti, sabotandoli di continuo. L’intera vicenda accade perché loro possano misurarsi con l’imponderabile, riuscendone a trarre un nuovo senso e a cambiare, andando oltre la cieca coazione a ripetere.
- Presentati ai nostri lettori: chi sei e qual è il percorso che ti ha portato a scrivere dei romanzi? Perché hai scelto un romanzo thriller/giallo/noir? Quale elemento caratteristico di questo genere letterario ti sembra interessante?
Ciao, sono Beatrice Fiaschi, ti ringrazio per avermi seguita sin qui. Parlerei per ore di scrittura, ed è proprio questo che mi ha portato a fare la scrittrice e a insegnare narratologia. Essere una scrittrice in una società complessa e indifferente come la nostra significa per me abbracciare ogni giorno una missione: trasformare i messaggi presenti nella psicosfera in un linguaggio codificato che permetta ai miei vecchi e nuovi lettori di accedere a inediti significati di bellezza.
Affinare l’ascolto verso i temi cruciali della nostra epoca, spinge alla riflessione: per questo ho scelto il thriller, il giallo e il noir, generi che nascono per intrattenere e intrigare il pubblico ma che poi vanno ben oltre, sviscerando i temi affrontati attraverso il potere dei simboli, dei sogni e delle metafore, prima tra tutte quella della Morte, così centrale in questo genere, e così fertile. Per me l’unico modo valido attraverso il quale parlare di Vita e di Amore.