Dimmi che non vuoi morire
Recensione di: Alessandra Colombo
TRAMA :
Chioggia. Mentre la nebbia, con tempismo perfetto, invade la laguna nella notte di Halloween, Fortunata è china su un cadavere. Nessun macabro scherzo però, è soltanto il suo lavoro: sta truccando il viso di un’anziana signora per il funerale che si terrà di lì a poche ore. A dire il vero la ragazza ha sempre desiderato un destino diverso, magari come pasticciera o come cuoca in un grande ristorante, ma suo padre ha bisogno di lei nell’impresa funebre di famiglia e farebbe qualunque cosa pur di rimandare i sogni della figlia. Il giorno dopo, Fortunata riceve una chiamata d’urgenza.
Il suo padrino Dante Braghin, colonnello della Guardia di Finanza, deve darle due notizie. La prima: c’è una giovane donna, soffocata nell’incendio di una fabbrica, e vorrebbe che fosse lei a occuparsi del trasporto in ospedale. La seconda, ben peggiore: il loro comune amico, l’agente Vito Sabelli, l’uomo che più volte le ha spezzato il cuore, è di nuovo operativo.
Sono i segni inequivocabili che altre disgrazie stanno per scombussolarle la vita, quando il suo unico desiderio sarebbe quello di sfornare pasticcini e rendere felici gli altri. Mescolando le atmosfere cupe del noir con quelle brillanti della commedia, Stefania Crepaldi costruisce un’indagine ricca di sorprese che ha come oggetto i contrasti, le speranze, le insicurezze che accompagnano chiunque cerchi di dare una direzione alla propria esistenza.
RECENSIONE:
Stefania Crepaldi torna il libreria con un nuovo capitolo della serie noir e cozy crime dedicata all’investigatrice dilettante Fortunata. “Dimmi che non vuoi morire” ci accompagna nuovamente tra i nebbiosi canali di Chioggia e le suggestive calli di Venezia, con la curiosità di scoprire in quali pasticci finirà questa volta la nostra protagonista. Il primo incontro con Fortunata avviene in “Morire ti fa bella”, di cui c’è una recensione sul nostro sito.
Fortunata è la figlia del signor Emilio Tiozzo Pizzegamorti, titolare dell’omonima agenzia di pompe funebri, uomo fortemente legato alla tradizione di famiglia, integerrimo, serio e dal portamento altero e perfetto. Entrambi sono dotati di black humor – inevitabile data l’attività di famiglia – ma decisamente agli antipodi per quanto riguarda la visione del futuro.
Il signor M, nomignolo storico del capostipite Emilio, vorrebbe che Fortunata ereditasse l’agenzia funebre e, con il suo innato talento come “funeral planner”, la trasformasse in un’attività ancor più fiorente e redditizia. Fortunata è una tanatoesteta – trucca e sistema i cadaveri per l’ultimo saluto – la migliore secondo suo padre, ma la prospettiva di passare la vita tra le salme non è molto stimolante, anzi la fa sentire in trappola.
“… questo posto è la mia gabbia, un promemoria costante di tutto ciò che non voglio essere.”
In realtà lei sogna di fare la pasticciera, ispirata dal suo amico Mario, che cerca di trasmetterle la sua passione e la aiuta a trovare la sua strada, la sua libertà.
Altri personaggi di rilievo in “Dimmi che non vuoi morire” sono Andrea, migliore amico di Fortunata, Vito Sabelli, l’uomo che le fa ancora battere il cuore ma di cui non riesce più a fidarsi e Dante Braghin, colonnello della Guardia di Finanza e suo padrino.
Fortunata è molto legata a Dante e ogni volta che lui chiede un suo parere per osservare e analizzare un corpo, lei non sa dire di no.
“Da qualche mese a questa parte, più che risolvere i miei problemi come ha sempre fatto, sta diventando un vero e proprio incubatore di rogne”.
Anche in “Dimmi che non vuoi morire” il legame tra i due è molto forte e Fortunata si sente in dovere, suo malgrado, di vestire i panni di investigatrice dilettante in una nuova avventura poliziesca e potenzialmente pericolosa.
Andrea e Vito sono in contrapposizione, sempre in guardia perché entrambi molto legati a Fortunata. Alcuni tratti del loro passato e della loro personalità forse si comprenderebbero meglio leggendo prima i precedenti volumi, per avere un quadro più completo del rapporto che hanno tra loro e con Fortunata. All’inizio si sente un po’ la mancanza di qualche informazione derivante dal passato, ma il volume è molto apprezzabile e godibile anche come lettura singola. Sicuramente ci sono ancora elementi da scoprire e approfondire e probabilmente l’autrice ha voluto tenere alta la curiosità per invitarci alla lettura dei prossimi episodi.
La narrazione scorre senza problemi, con uno stile semplice e chiaro, arricchito da tantissimi richiami gastronomici. La trama non presenta particolari colpi di scena e si sviluppa con calma. Il lettore si trova di colpo all’epilogo finale, con un picco di azione e tensione. Bel finale, assolutamente non scontato.
Tutti i personaggi del racconto “Dimmi che non vuoi morire” sono semplici e credibili, ma ognuno con caratteristiche originali e un po’ fuori dai soliti cliché. Anche la nonna di Fortunata, con la sua saggezza antica e profonda, contribuisce a farla crescere e a trasformarla in una donna decisa e determinata a prendere in mano le redini della sua vita.
Lettura nel complesso molto piacevole, sicuramente da recuperare anche i volumi precedenti.
Editore: Salani Editore – Collana Le stanze
Pagine: 304
Anno di pubblicazione: 2025
AUTORE:

Stefania Crepaldi è da oltre dieci anni editor freelance. Tiene corsi di scrittura e ha pubblicato il manuale Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo. Nel 2022 ha vinto il concorso letterario IoScrittore. Nel 2023 è uscito con Salani Morire ti fa bella, prima indagine di Fortunata Tiozzo Pizzegamorti. Di questa serie sono stati venduti i diritti per la realizzazione di una serie tv.