Il commissario Roberto Serra di Giuliano Pasini

Giuliano Pasini

Roberto Serra

Rubrica e articolo di: Alessandra Boschini

Roberto Serra è il commissario nato dalla penna di Giuliano Pasini. Fa la sua comparsa nel primo romanzo “Venti corpi nella neve” (2012) in cui giunge nel piccolo borgo di “Case rosse”, sull’Appennino tosco emiliano, da Roma. E’ considerato uno “ed fora”, uno straniero: la gente non si fida di lui e lui non si fida di nessuno. Abile investigatore, uomo misterioso e complesso è un cane sciolto che fatica a seguire le regole e agisce sempre d’impulso, cosa che i superiori non tollerano.

Ha chiesto lui il trasferimento nel “commissariato più piccolo d’Italia”, ha scelto l’isolamento per riabilitarsi, per sfuggire agli incubi che lo tormentano. Sì perchè lui possiede un dono, o forse una maledizione, “la danza” che arriva inaspettata, accompagnata dal profumo di fiori marci, a togliergli il fiato e che gli sbatte in faccia il tormento, il dolore, lo strazio delle vittime.

Ne è tormentato dal momento in cui i suoi genitori sono rimasti uccisi in un attentato, il giorno del suo sedicesimo compleanno: nessun medico ha saputo trovare una spiegazione a quel male oscuro che arriva all’improvviso e che lo mette in connessione con gli ultimi istanti di vita delle vittime. Non può farci nulla, solo assecondare “la danza” dalla quale esce spossato e distrutto. “L’unica cura che aveva trovato per la stronza che lo accompagna era l’alcool, un veleno che lo ammazza un pò ogni giorno”. In questo primo caso il commissario Serra si trova alle prese con un desiderio di vendetta covato per anni, da quando lì, nella piazza del paese, era avvenuto un eccidio nazifascista.

Nel secondo romanzo “Io sono lo straniero” (2013) Roberto Serra è a Termine, “un incrocio di vigneti più che un paese” tra le colline del prosecco. Grazie all’aiuto dei farmaci (e dell’alcol) sembra aver trovato la serenità: di sera cucina nel ristorante di un amico, di giorno lavora all’ufficio immigrazione, nella questura di Treviso. Il caso della scomparsa di una ragazza lo porterà a scoprire una verità agghiacciante “straniero è colui che appartiene a un altro paese ma anche chi si sente estraneo in qualunque luogo, che si sente esule in un mondo in cui tutto è diffilicile”.

Del 2015 è “Il fiume ti porta via”: Serra è stato sospeso, ingiustamente, ma quando apprende la notizia che il dottor Gardini, l’unica persona ad avergli insegnato come tenere a bada la “danza”,  è stato assassinato, parte per la Bassa, deciso ad indagare. Sotto l’argine del grande fiume sorge il paesino che ospitava il manicomio di Colorno, “la cà di matt”, dove il dottor Gardini ha lavorato per molti anni ma molti, troppi segreti stanno per venire a galla. Passano dieci anni e Serra torna a Case Rosse in “E’ così che si  muore” (2023) dove lo aspetta un omicidio brutale e feroce.

Stavolta però, nel piccolo commissariato, non è solo: gli hanno affiancato l’agente scelto Rubina Tonelli, anche lei con la sua dose di cicatrici e dolori, una che si sente fuori posto e completamente sbagliata. La “danza” torna a farsi viva ed il desiderio di Serra dell’oblio si fa sempre più forte anche perchè Alice, l’unica donna che abbia mai veramente amato, sta sposarsi con un altro. Fortunatamente, da quella relazione tormentata è nata Silvia e Serra, stringendo la mano di sua figlia “ha tra le dita tutto ciò che gli serve”.

l'estate dei morti

“L’estate dei morti” (2024) conclude il ciclo e anche stavolta Serra e Rubina Tonelli, saranno coinvolti in un caso che ha origini nel passato, un caso in cui il male assume svariate forme e saranno travolti da un’atmosfera cupa e oscura.

Roberto Serra è un uomo che cerca di addomesticare il dolore, è un’anima “tormentata in perenne fuga dai suoi tormenti”, non sopporta le crudeltà e del suo lavoro ama il bisogno di trovare la verità. Ama cucinare, preparando pietanze riordina le idee e distende i nervi così come correre di primo mattino “è diventato un rito che, in teoria, spazza i mali che lo affliggono”.

Attorno a lui ruotano una serie di personaggi che, di volta, segnano l’evoluzione e lo scorrere delle storie, comparse o protagonisti in grado di accompagnare il lettore in un’avventura immersiva totale, complice la scrittura di Giuliano Pasini capace di rendere reali nomi e luoghi, coinvolgendo i sensi e regalando così un coinvolgimento totale, intenso e ipnotico.

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