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Nero fiorentino di Luca Doninelli

Nero fiorentino

Nero fiorentino

Nella tarda estate del 1995 Firenze è una città immobile, sonnolenta, che detesta le novità e i cambiamenti. Ma nel suo ventre si agitano forze inquietanti e oscure: nell’interrato di un palazzo del centro storico, sede della casa di moda Dombley & Son, fa la sua apparizione uno strano reperto.

La segretaria generale Loredana Fallai decide di farlo valutare dallo storico dell’arte Oreste Marcucci, suo ex amante, che riconosce le tavole progettate dal Brunelleschi per studiare la prospettiva, un oggetto della cui esistenza tutti dubitavano.

L’indomani la Fallai viene trovata uccisa con un colpo di pistola alla tempia, le tavole scompaio0no così come Marcucci. Quindici anni dopo il mistero non è ancora stato svelato ma quando viene lanciato un concorso per il completamento della facciata di San Lorenzo, un evento che richiama in città le più grandi archistar del mondo, la sequenza di omicidi e misteri riparte.

La prima vittima è Paolo del Chierico, ex a.d. della casa di moda. Sua sorella Lucia, la fidanzata Giulia Landi e la figlia di Fallai Maria Giovanna, indagano per mettere ordine in una vicenda apparentemente priva di senso e dare pace a chi non c’è più.

La vera protagonista di Nero fiorentino è Firenze, la magnificenza dei suoi palazzi e delle ville, le sue strade traboccanti di storia, l’Arno che scorre e vigila sui fiorentini e sulle folle di turisti che la percorrono in lungo e in largo.

Una Firenze nera come il cuore di alcuni personaggi che vorrebbero la loro città immobile e sempre uguale a sé stessa, temendo un futuro che la uccida e le faccia perdere i fasti rinascimentali che ancora la esaltano.

Firenze che non è una metropoli, non è fatta per i grandi numeri. Firenze è il David ma anche un orto dietro un muro, il verde cangiante degli ulivi e dei cipressi, è l’accendersi di una lite notturna tra gatti. Solo chi comprende l’unità profonda di queste cose acquista il diritto di calpestare il suolo fiorentino

Firenze, la culla del Rinascimento, periodo storico che ci riporta a Filippo Brunelleschi, considerato il più grande architetto e progettista della storia a cui si deve la definizione della prospettiva a unico punto di fuga.

Il creatore e precursore di tanta bellezza creò i suoi studi sulla prospettiva su due tavole, senza le quali non si sarebbero potute realizzare molte altre invenzioni.

Il fulcro di Nero Fiorentino, ruota attorno a queste famose tavole.

Sono loro, sono le due tavole che ser Filippo Brunelleschi, l’inventore del Rinascimento, disegnò con maestria immensa per studiare la prospettiva unica che ancore porta il suo nome. Nessuna rivoluzione in tutta la storia dell’arte è paragonabile a questa

Il loro casuale rinvenimento innesca una serie di vendette e trame oscure, criminalità e bande organizzate che porteranno il lettore tra Brasile, Instanbul e Smirne.

Una scia di omicidi per accaparrarsi le tavole e un uomo, uno storico dell’arte, colto e riservato, perennemente in fuga nel tentativo di proteggerle.

La nascita del concorso internazionale volto agli architetti di tutto il mondo per progettare la facciata incompiuta della basilica di San Lorenzo viene chiamata Big Bang Portrait in nome del Rinascimento inteso come l’Universo che rinasce da capo e riscuote grandi consensi e viene visto come un momento di rinnovo e grande risalto per la città

Perché le cose importanti succedevano qui, a Firenze. Finalmente, per la prima volta dal XV secolo, succedeva proprio qui

Le tavole in questione sono l’elemento portante della trama, mettono in moto una serie di eventi per poi sparire e riapparire coinvolgendo diversi personaggi che ne verranno tragicamente sconvolti.

Nel mezzo, vari livelli narrativi ci presentano diversi soggetti collegati tra loro in un arco di tempo che va dal 1995 al 2010.

Tra mogli, figli e amanti il tutto accompagnato da un linguaggio non sempre semplice, molto filosofico, pieno di metafore, allusioni e citazioni.

Filosofia che, mescolata alla colorita parlata fiorentina, rendono la lettura colta, vivace e ironica, ma non molto scorrevole e accattivante.

Proprio i salti temporali e i vari livelli di narrazione complicano l’intreccio e la storia, rendendo lenta la lettura che necessita di pause e riflessioni.

Editore: Bompiani
Pagine: 274
Anno di pubblicazione: 2023

Luca Doninelli nasce nella Bassa Bresciana nel 1956, il padre direttore dell’ospedale di Desenzano del Garda, la madre nipote del celebre pittore Ottone Rosai.

Si laurea in filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dopo aver insegnato in diversi Istituti superiori e universitari collabora con diverse testate giornalistiche.

Ha pubblicato diversi romanzi tra cui La revoca che gli è valso il Premio Selezione Campiello, La mano, divenuto spettacolo teatrale e la raccolta Le decorose memorie con cui fu vincitore del Premio Grinzane Cavour.

È anche autore di diversi testi per il teatro, nel 1995 e nel 2006 è finalista al Premio letterario Premio Bergamo.

Attualmente è professore all’Università IULM dove tiene corsi di scrittura per l’arte, il teatro ed il cinema.

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