Cathie Wald e il cadavere portato dal mare
Divorziata e dal carattere combattivo, Cathie si è trasferita dall’Alsazia a un pittoresco villaggio bretone per aprire un bistrot con le specialità della sua terra d’origine. Ambientarsi è stato più difficile del previsto, a causa della diffidenza dei locali e di uno spiacevole episodio che ha messo a dura prova la sua anima indomita.
Ma quando la situazione sembra finalmente prendere una piega positiva, la scoperta di un cadavere sulla spiaggia riaccende i pettegolezzi e le critiche degli abitanti di Locmaria. Com’è riuscita a comprarsi una delle più belle dimore del paese?
E che relazioni ha il suo bistrot con il traffico di droga? Prima del suo arrivo non si erano mai verificati eventi così deplorevoli. Quando la polizia arresta una persona a lei vicina, e Cathie stessa diventa oggetto di minacce, non le resta altra scelta che indagare per provare la sua innocenza.
Con l’aiuto di alcuni amici fidati e di Yann, un giornalista del luogo segretamente innamorato di lei, Cathie dovrà affrontare nemici senza scrupoli. Perché niente e nessuno possono piegare un’alsaziana alla testa di una truppa di bretoni.
RECENSIONE
È luglio e, a bordo di uno yacht di lusso, Jacky, un uomo rasato, panciuto e molto arrabbiato, prende per il collo un ragazzo, insultandolo aggressivamente, senza troppi giri di parole.
Pare che il malcapitato, tale Jordan, abbia fatto la cresta sulle vendite di sostanze stupefacenti commissionategli da Doumé, il capo della banda di trafficanti di droga, anch’egli presente sullo yacht. Jordan si scusa, promette di non farlo più, ma Doumé, il più anziano, con capelli lunghi e giacca con le frange bianche alla Johnny Hallyday, non vuole sentire ragioni e, senza perdere ulteriore tempo, spinge Jordan nel mare.
La mattina successiva, tra gli scogli di una caletta a Locmaria, il cadavere viene trovato da una donna, Cathie Wald, che non voleva fare altro che una rinvigorente nuotata mattutina.
Lei è un’alsaziana che, per onorare le volontà della sua defunta sorella, si è trasferita in Bretagna ed ha aperto un bistrot, il Bretzel et beurre salé, proprio a Locmaria, un paesino sulla costa a sud del Finistère.
Vive in una dimora prestigiosa, posta sopra un promontorio e pomposamente soprannominata “Tenuta di Kerbrat”.
La donna attira molto la curiosità della gente in paese: in molti si chiedono dove abbia preso tutti i soldi per aprire il locale e per acquistare questa abitazione così imponente.
Inoltre, Cathie Wald aveva già avuto dei problemi con la giustizia essendo stata coinvolta in un caso precedente, avvenuto proprio a Locmaria poco dopo l’apertura del suo bistrot.
Una coincidenza? Chissà.
Il ritrovamento del cadavere mette in moto un susseguirsi di ipotesi che Cathie condivide subito con Yann, il giornalista di zona, segretamente innamorato di lei ma non ricambiato, letteralmente segregato nella friendzone.
Visto che la Polizia del posto, piuttosto pigra nelle indagini, archivia il caso come incidente, i due decidono di capire da soli chi può essere quel pover’uomo trovato morto nel mare e se si tratta, appunto, di una semplice disgrazia oppure di un omicidio.
Ad insospettire ancora di più l’alsaziana donna c’è l’atteggiamento del suo cuoco che, dopo aver saputo della tragedia, si rabbuia di colpo.
Erwan nasconde qualcosa? E riuscirà Cathie Wald a fargli sputare il rospo?
Il cuoco evidentemente nasconde qualcosa, perché il suo atteggiamento si modifica fin da subito.
Prima è tutto contento del lavoro, allegro e felice con Julie, la cameriera del bistrot, e poi si rabbuia all’improvviso, forse in modo un po’ troppo palese: di conseguenza, non è molto difficile per il lettore capirlo.
Nel primo capitolo vengono già svelati i personaggi che commettono l’omicidio, perciò, quando questi farabutti compaiono nella storia, da parte di chi legge non c’è molto stupore.
Si prende atto e si va avanti, cercando di capire come evolveranno.
Il modo di narrare degli autori è un po’ troppo prolisso, pieno di dettagli superflui che vanno ad appesantire la lettura, dando discontinuità al racconto e non aggiungendo niente di essenziale alla trama.
I capitoli sono brevi e un po’ troppi, alcuni non necessari all’evolversi dei fatti.
Durante la lettura il più delle volte il capitolo finisce così, di punto in bianco, senza suspense, perciò non si è invogliati a proseguire la lettura.
I dialoghi sono un po’ forzati e molto spesso non utili allo svolgersi della storia.
L’attenzione è puntata molto sulla località, la bellissima Bretagna, sulle storie personali di qualche protagonista (davvero molto ricche di dettagli minuziosi), sul cibo (si nominano spesso e volentieri le specialità bretoni), sicuramente tutto frutto delle storie personali degli autori.
Difatti, le descrizioni dei luoghi del Finistère sono talmente particolareggiate che sembra quasi di esserci dentro, magari seduti al bistrot ad assaggiare qualche prelibatezza alsaziana.
Negli ultimissimi capitoli troviamo un po’ più di azione e un piccolo colpo di scena mette fine alla storia che rimane, però, con un punto di domanda.
Si rimane in sospeso e di sicuro resta la curiosità di sapere cosa accadrà nella prossima avventura di Cathie Wald.
Traduzione: Tania Spagnoli & Federico Zaniboni
Editore: Vallardi
Pagine: 264
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE
Margot Le Moal è lo pseudonimo di Simone Vandroux e insieme al marito Jean – pseudonimo di Olivier Vandroux – sono una coppia di scrittori francesi a quattro mani. Un’accesa discussione lungo una strada per Finistère è stata la scintilla che ha spinto i due autori, lei di origini alsaziane e lui bretoni, a dare vita al personaggio di Cathie Wald, l’eroina alsaziano-bretone in grado di conciliare due volti così antitetici della Francia. Vallardi ha pubblicato il loro primo libro Cathie Wald e l’avvelenamento misterioso.