L’innocenza dell’iguana di Paolo Roversi

L'innocenza dell'iguana
Chi sciupa il tempo deruba se stesso.

L’innocenza dell’iguana

Recensione di: Federica Cervini

TRAMA:

Una sparatoria in pieno centro sconvolge Milano: un sicario in moto, nascosto da un casco integrale e una tuta di pelle, apre il fuoco su due uomini per poi dileguarsi nel nulla.

Mentre il vicequestore Loris Sebastiani inizia le indagini e il giornalista hacker Enrico Radeschi si trova avvolto dalle nebbie di Venezia, emergono i primi dettagli: le telecamere della zona in cui è avvenuto il feroce agguato non hanno registrato nulla di utile, e le due vittime – il noto conduttore radiofonico Michele Carras e l’imprenditore Giovanni Fontana, ricoverati in condizioni critiche – sembrano appartenere a mondi fra loro inconciliabili.

Qual è, allora, l’oscuro legame che ha finito per incrociarne i destini?

Per risolvere il mistero, il poliziotto sa di poter contare sull’aiuto del cronista e sulle sue doti informatiche.
Peccato che Enrico sia distratto: deve aiutare il Danese, l’amico dal passato oscuro.
L’uomo è in fuga, braccato dalla polizia e impegnato nella disperata ricerca della figlia scomparsa.
C’è un barlume di speranza: forse la ragazza è ancora viva e può essere salvata, ma il tempo stringe e il pericolo incombe.

Ad aiutare Radeschi in questa doppia indagine ritorna Liz, giovane e brillante hacker, determinata a dimostrare il proprio valore e a superare il maestro in astuzia e capacità investigative.

L’innocenza perduta, però, non si recupera, come tutti scopriranno a proprie spese, e ben presto la vicenda si trasforma in una corsa contro il tempo, con i fantasmi del passato che riemergono mettendo a dura prova tutti i protagonisti.

RECENSIONE:

Enrico Radeschi è tornato: “L’innocenza dell’iguana” rappresenta infatti l’undicesimo capitolo della serie ideata da Paolo Roversi, e ogni volta che s’incontra Radeschi è come rivedere un amico di cui abbiamo sentito la mancanza.

Imbranato, ma con sprazzi di genialità, spesso buffo ma anche scaltro, Enrico Radeschi è come l’inquilino della porta accanto: uno di noi, con difetti e difficoltà, ma con il cuore grande e disponibile, pronto ad aiutare gli amici.

Ritroviamo al suo fianco i personaggi che ormai ben conosciamo, ciascuno di loro con le proprie peculiarità a cui ci siamo affezionati, perché in definitiva ci fanno sempre sorridere.

Il vicequestore Sebastiani, in compagnia del consueto toscanello fra le labbra, è alle prese con un’indagine su una sparatoria che ha portato due uomini in ospedale, in prognosi riservata.

Carla Rivolta, il cui fatidico esame per diventare commissario è ormai alle porte, è sempre al suo fianco e stavolta Loris sembra rendersi conto che Carla merita uno sguardo in più, non solo per le sue ottime capacità investigative e per l’acume che la contraddistinguono, ma anche perché è una gran bella figliola.

Ma Enrico è per lo più irreperibile e sfuggente: si sta dedicando all’impresa più importante della vita dell’amico Chrestos Dukas – il Danese, e cioè ritrovare la figlia.

Il romanzo “L’innocenza dell’iguana” prende avvio proprio là dove avevamo lasciato i personaggi alla conclusione di “L’ombra della solitudine” (recensito lo scorso Febbraio 2024 qui e Paolo Roversi intervistato qui). Il cuore della vicenda è proprio il compito che il Danese si era allora ripromesso di concludere: trovare Iris dopo l’esplosione dell’auto avvenuta 13 anni prima a Belgrado.

Alla new-entry, Liz, viene data maggiore spessore e si capisce che da ora in avanti sarà una protagonista assoluta: la giovane assistente di Enrico rivela appieno le proprie doti di hacker e si mette volentieri al servizio del Danese, imbastendo un rapporto che, se sembrava destinato a non essere positivo, di pagina in pagina si salda con fiducia e affetto sincero.

Una piccola odiosa nerd saputella” con “una naturale predisposizione per il crimine” è quello che ci vuole per mantenere giovane Enrico e per scoprire chi ha fatto saltare in aria l’auto su cui viaggiavano la moglie e la figlia di Chrestos.

Rancori, paure e una ferita ancora sanguinante” sono il motore della vendetta di Chrestos, mentre il lettore si domanda se il Danese stia inseguendo un fantasma e se Iris sia davvero scampata all’attentato.

Paolo Roversi ci porta da Milano a Venezia e poi a Nizza, in una corsa contro il tempo divertente e commovente al contempo. Con suspence seguiamo le avventure del suo Radeschi “un Peter Pan cresciuto, innamorato del computer e della Vespa” e impariamo anche a conoscere i sentimenti più intimi e le emozioni che provano tutti i personaggi che gli stanno accanto.

Irresistibili le “cinque regole per cavarsela in ogni situazione” che il Danese dispensa fra le pagine, come uno stimato professore di filosofia. Ma il punto di forza di questo thriller resta il tono ironico che pervade le pagine, il ritmo serrato e i vividi dialoghi fra i personaggi.

Il messaggio che “L’innocenza dell’iguana” lascia al lettore è che i segreti del passato e le scelte che abbiamo compiuto, prima o poi tornano alla luce per segnare il destino verso cui ci stiamo muovendo.

Traduzione: /

Editore: Marsilio Farfalle

Pagine: 224

Anno di pubblicazione: 2025

AUTORE:

Paolo Roversi

Paolo Roversi, milanese, classe 1975, è scrittore, giornalista e sceneggiatore. Con Marsilio, oltre ai volumi della serie di Radeschi, ha pubblicato il dittico “Città rossa” sulla storia della criminalità milanese degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Ha vinto diversi premi letterari, fra cui il Premio Camaiore per la letteratura gialla 2007, il Premio Selezione Bancarella 2015, il Premio Garfagnana in giallo 2015 e il Premio Scerbanenco dei lettori 2020.

I suoi libri sono tradotti in otto paesi, tra cui Francia, Spagna, Germania e negli Stati Uniti.

Collabora con quotidiani e riviste ed è autore di soggetti per serie televisive e cortometraggi. È fondatore e direttore del NebbiaGialla Suzzara Noir Festival e del portale MilanoNera.

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