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Flumeri & Giacometti: Se la città dorme

selacitta

Tre omicidi brutali e incomprensibili.
Solo lei può decifrare il messaggio che si cela dietro quelle morti simboliche e violente.
Luce Giordano è una combattente. Non si arrende. Mai. Anche se, per la scelta che ha fatto, il sostituto commissario della Omicidi ha pagato e paga ancora un prezzo altissimo. Nel lavoro e negli affetti.
Ma non si è mai pentita ed è fiera di essere una poliziotta speciale e fuori dagli schemi, che si è conquistata sul campo la stima e il rispetto della squadra.
Però non immagina che sta per affrontare la sfida più difficile, che metterà a rischio non solo la sua vita ma tutto quello per cui ha combattuto. Nello scenario da fiaba gotica del quartiere Coppedè, tra le mura abbandonate di Forte Antenne e all’ombra della sagoma spettrale del Gazometro, agisce un efferato assassino, i cui delitti stringono Luce in una morsa sempre più asfissiante.
Solo lei può fermarlo, con l’aiuto della sua squadra di fedelissimi e il sostegno del nuovo capo della Omicidi, un uomo che rifiuta di cedere ai pregiudizi e che combatte con le ombre di un passato che non riesce a seppellire. È una corsa contro il tempo, su un terreno infido e mutevole, dove le certezze si trasformano in dubbi e viceversa.
Con la consapevolezza che chi ha ucciso sta per farlo ancora.
Chi si nasconde dietro la scia di feroci omicidi che insanguina Roma?
Solo Luce Giordano potrà ricomporre i pezzi del puzzle che un assassino spietato e inafferrabile sta seminando sempre più vicino a lei.

RECENSIONE

Un plauso particolare questo romanzo lo merita proprio, per la coraggiosa originalità del tema di fondo e per l’accorata sensibilità con la quale viene trattato. Ciò non meraviglia del resto, perché Flumeri e Giacometti formano una collaudata coppia creativa che ha affrontato con costante successo generi diversi, in scrittura narrativa e sceneggiatura, sempre però centrando i tanti colori dei sentimenti umani.

Luce Giordano, valente sostituto commissario della squadra Omicidi di Roma, deve affrontare un assassino particolarmente efferato che uccide le vittime secondo un rituale di non facile decodificazione, per poi abbandonarle in luoghi simbolo di Roma e dintorni: il Villaggio Coppedè, Villa Glori, la Stazione di Monterotondo. La sfida professionale arriva per lei quando si è appena insediato un nuovo superiore – il vice questore Arrighi, che non la conosce e al quale sente di dover dimostrare il suo valore – e quando lei non ha ancora superato il trauma conseguente al suicidio del padre.

Forse per i suoi stessi nodi irrisolti, scelte drastiche di certo incomprensibili ai più, Luce  sente una singolare empatia verso le vittime, una compassione profonda che la porta a «considerare un corpo prima di tutto una persona, con la sua storia, le sue fragilità, i suoi segreti». Non una dote medianica ma piuttosto una sensibilità più spiccata, che le consente di percepire, di respirare quasi, l’energia negativa che promana dall’assassino, un sentore che resta sospeso nel luogo in cui è avvenuto il delitto.

Luce si muove lungo il complesso dipanarsi dell’indagine senza mai perdere fiducia nel proprio istinto, ma al contempo affidandosi a una lettura sempre razionale degli indizi. Una personalità complessa, la sua, costantemente in bilico tra sicurezza professionale e fragilità personale, in una contrapposizione non antitetica ma anzi sinergica che Flumeri e Giacometti ritraggono con colori intensi e opportunamente drammatici. 

Con pari profondità e realismo, le autrici delineano anche la follia «efferata e perversa dell’assassino», «una personalità sociopatica, preda di incontrollabili attacchi di rabbia durante i quali si abbandona a eccessi di violenza e crudeltà». Nessuna condanna per lui, pietà piuttosto per la tragica sequenza che lo ha condotto fin lì, a infierire su quelle vittime per lui colpevoli senza appello.

L’orchestrazione tragica e vividissima dell’epilogo si avvale di una consumata esperienza dei tempi scenici e di una non comune padronanza nelle suggestioni visive. Del resto, non ci si poteva attendere di meno da autrici che sono anche sceneggiatrici televisive di lunga serialità. E che ogni tanto, nel romanzo, lasciano trapelare un cenno allusivo al loro “altro mestiere”, come per esempio la battuta dell’anatomopatologo Borghi su L’allieva: «Anche se molti, dopo quella fiction in tv, adesso pensano che l’Istituto di medicina legale sia l’Accademia Britannica».

Un apprezzamento speciale va anche tributato alla scelta dei luoghi a supporto dell’azione, sullo sfondo di una Roma raggelata in un novembre di insolito rigore e oppressa da un cielo di nuvole grigie: dalle pietre intrise di favola nera del Villaggio Coppedè, al parco di Villa Glori che muta volto dal giorno alla notte; dall’ex casbah di Porta Furba intrisa del ricordo di Pasolini, alle maestose rovine di Forte Antenne ai Parioli; dai piccoli borghi del Genovese che ancora respirano passati orrori, alla reliquia industriale del Gasometro.

Dispiace non poter spendere qualche parola sul tema centrale del racconto, una scelta forte, trattata dalle autrici con vigore ma con sempre rispettosa sensibilità. Parlarne svelerebbe troppo dell’indagine, che invece coinvolge pagina dopo pagina e che solo alle ultime battute approda alla rivelazione finale. Con logica consequenziale, peraltro.

Non vi deluderà, siatene certi.

Editore: Indipendently published
Pagine: 308
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti formano da anni una collaudata coppia creativa. Dapprima autrici di romanzi sentimentali e fotoromanzi, hanno scritto in seguito per radio, pubblicità e riviste, pubblicando anche diverse guide per gli Oscar Mondadori.

Sono tra le più apprezzate sceneggiatrici televisive di lunga serialità, in cui spaziano dalla commedia al sentimentale, dal giallo al dramma in costume: Orgoglio, La dottoressa Giò, Distretto di polizia, solo per citarne alcuni. In tale ambito, operano anche come editor e supervisori di fiction tv (il più recente, L’oro di Scampia).

Dal 2013 sono tornate al mondo dell’editoria e hanno pubblicato con Sperling & Kupfer. I diritti de L’amore è un bacio di dama sono stati acquistati negli Stati Uniti, in Europa e in Israele.  In ambito crime hanno firmato con lusinghiero successo tre romanzi della serie “Emma & Kate” e il recentissimo Se la città dorme, salutato da plausi unanimi anche per l’originalità del tema trattato.

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