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Una madre silenziosa di Liz Lawler

Lawler

Una madre silenziosa

La vita di Ruth va in pezzi quando il figlio viene denunciato per furto di farmaci dall’ospedale in cui lavora.

Ruth non riesce a capacitarsene: il Tom che conosce non avrebbe mai fatto una cosa simile.

Nel giro di poche ore la situazione precipita, perché il ragazzo viene ritrovato morto, probabilmente suicida.

Distrutta dal dolore, incapace di rassegnarsi a credere che il figlio fosse un criminale e determinata a scoprire la verità, Ruth decide di trasferirsi in incognito nella città in cui viveva Tom, anzi nel suo stesso appartamento.

Qui trova il suo diario, ma soprattutto inizia a raccogliere le confidenze degli amici, dei colleghi e dei vicini di casa.

Tutti sembrano avere qualcosa da nascondere e molta voglia di alleggerirsi la coscienza: niente di meglio che confidarsi con una perfetta sconosciuta, gentile e disponibile.

Con il passare dei giorni, Ruth si rende conto che una pesante cappa di bugie grava sull’ultimo periodo della vita di Tom, che è persino più oscura di quanto immaginasse…

RECENSIONE

La città inglese di Bournemouth fa da sfondo alla storia di due donne: una madre che cerca la verità sulla morte del figlio e una ragazza che cerca di tenere nascosti i suoi segreti.

Una madre silenziosa si apre con l’arrivo di Ruth a Bournemouth per assistere all’udienza del figlio in tribunale.

È una chiamata che la spiazza perché non sapeva che il figlio fosse nei guai.

Quel giorno però succede qualcosa di tragico: il ritardo del figlio in tribunale è dovuto al fatto che è stato trovato morto suicida a casa sua.

Perché? Era davvero colpevole?

Il salto in avanti nel capitolo due ci porta così al ritorno di Ruth nella cittadina inglese in seguito al ricevimento di un enigmatico biglietto:

per la madre di Thomas De Luca. Torni a Bournemouth e scopra la verità, la prego. Deve rimediare al danno che è stato fatto.

Ed è qui che la storia prende forma, con Ruth che cerca di dipanare il mistero attorno alla morte di suo figlio.

Questa ricerca della verità la metterà in contatto con personaggi ambigui: Kim, l’inquilina del piano terra, l’agente di polizia Tim Wiley, ma anche con persone disposte ad aiutarla come il padrone di casa Thorpe, i medici e le segretarie dello studio medico in cui lavora e gli strambi inquilini del piano di sopra: Akito e Tilly.

Sarebbe riduttivo dire che Ruth sia alla ricerca della verità, il perno attorno a cui gira la storia è quello di una madre che credeva di avere un figlio perfetto e si trova a dipanare dei dubbi che mai avrebbe avuto.

La prima batosta è quella di venire a conoscenza dell’incriminazione del figlio, seguita dal non potergli chiedere spiegazioni perché Thomas non arriverà mai in tribunale.

Sono dubbi legittimi, ma in cuor suo Ruth sa che deve cercare la verità e che la verità non è quella ufficiale.

Inizia così a rivivere la vita del figlio: si trasferisce, si stabilisce nella casa in cui suo figlio ha vissuto ed è qui che trova i suoi diari.

Li legge tutti e da lì intuisce che c’è chi sa e ha fatto finta di non sapere, anzi ha volutamente ignorato i fatti perché… ha qualcosa da nascondere.

E se c’è chi vuole scoperchiare il Vaso di Pandora, c’è chi ha tutta l’intenzione di tenerlo chiuso, perché avrebbe tanto da perdere ed è quindi in contrapposizione alla ricerca della verità.

Ed è qui che entra in scena la narrazione in prima persona di Rosie Carly: una ragazza problematica, dipendente da alcool e psicofarmaci che è alla ricerca della sua amica Anabel che è scomparsa.

In una sorta di strano gioco del destino le esistenze di Rosie e Ruth si intrecceranno, fino a sovrapporsi e scontrarsi.

Sicuramente il personaggio più interessante è quello di Rosie, che con la sua ambiguità cerca di ingannare il lettore perché si descrive come una piccola fiammiferaia, ma i primi dubbi si insinueranno quando il lettore vedrà che Rosie è tenuta lontana da tutti.

Perché?

Se è davvero una vittima, perché tutti la allontanano?

Perché ha solo un’amica e questa amica l’ha abbandonata?

Ma soprattutto dove è finita Anabel?

La storia è molto verosimile, aspetto che rende la lettura piacevole e lo stile narrativo cerca di mescolare bene gli ingredienti di un thriller adrenalinico, che però risulta un po’ sciapo.

Per chi legge e mastica thriller è facile individuare il finale di questo romanzo, ma l’autrice si impegna a mescolare le carte giocando sull’ambiguità di alcuni personaggi di cui rivela le vere intenzioni pagina dopo pagina, ma purtroppo non riesce sempre in questa impresa.

Traduzione: Beatrice Messineo e Dea Merlini
Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 439
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Liz Lawler è un’autrice bestseller internazionale, tradotta in dodici Paesi.

Con la Newton Compton ha pubblicato Non svegliarti, il suo scioccante thriller d’esordio, La paziente scomparsaLa seconda moglie e Una madre silenziosa.

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