Non lasciarmi cadere
Sobborghi di Stoccolma, due quartieri separati da una strada, due mondi diversi. Billy, una moltitudine di fratelli in un buco di casa a Våringe e Dogge, figlio unico, padre e madre espressione della buona società scandinava nella loro bella casa di Rönnviken.
Potrebbe essere l’inizio di una storia semplice, di integrazione e buoni sentimenti, è invece il prologo di una tragedia.
Perché Dogge non sa come reagire all’indifferenza e all’assenza di amore in cui viene cresciuto e trova in Billy l’unico spiraglio di calore umano.
Mentre Billy, che di umanità trabocca, è sommerso dall’urgenza quotidiana di vivere in un quartiere difficile, dove l’unica espressione possibile sembra essere quella della violenza e della sopraffazione.
Presto i due amici provano a giocare un gioco nuovo, da grandi, capace di farli sentire più potenti.
Un gioco fatto di regole crudeli: furti, droga, alcol, una banda criminale.
Sarà una spirale senza scampo, sotto la neve che cade insensibile, non meno della società che non fa nulla per evitare la loro rovina, nonostante i tentativi di Farid, il poliziotto che li ha visti crescere.
Ma non c’è salvezza quando è la propria anima il paese più freddo.
RECENSIONE
Il titolo, Non lasciarmi cadere, è il focus di quest’opera che non si può non definire un capolavoro.
Molto spesso, oggi, si tende a premiare la fantasia dell’autore che costruisce una storia puramente inventata, e devo dire che l’immaginazione va sicuramente gratificata.
Tuttavia, e lo vediamo leggendo questa storia, a volte la realtà sa essere altrettanto crudele, a volte al limite del concepibile, sempre toccante.
“A Våringe è facile morire” recitava uno dei vari graffiti sul muro del sottopasso. Qualcuno aveva tentato senza troppa convinzione di ripulire la vernice spray, ma qualcun altro aveva ripassato la scritta. “È facile morirci, ma cazzo se è difficile viverci” aveva aggiunto.
Questo passaggio la dice lunga sull’ambientazione della storia.
Sulle condizioni in cui vivono gli svedesi di questo luogo, i sobborghi di Stoccolma, contrapposta alla cittadina accanto, Rönnviken.
Våringe e Rönnviken sono gli opposti, così come lo sono i due protagonisti di questa storia: Billy e Dogge.
Da una parte l’autrice delinea abilmente un ragazzo figlio di immigrati che ha poco di cui vivere ma è fiero, spocchioso.
La sua è una famiglia unita (fatta eccezione per il padre alcolizzato) e che si ama.
Il suo rapporto con la madre è buono, nonostante lui viva di marachelle e le dia del filo da torcere; Billy sa farsi amare e tutti lo ammirano.
Dogge, dal canto suo, vive nella ricca Rönnviken che, al contrario di Våringe, dove la criminalità dilaga, è una cittadina tranquilla dove alloggia gente danarosa e per bene.
Eppure quello, dei due, che vive più conflitti interiori, è proprio lui: figlio di benestanti che ha tutto.
Quello che i genitori non degnano di troppe attenzioni, ma nemmeno di troppa stima, e che fatica a farsi degli amici.
Quello che viene fuori dalle pagine di Non lasciarmi cadere sono diverse problematiche sociali, non diverse da quelle che potremmo vedere con i nostri occhi proprio nei nostri quartieri.
L’immigrazione è un altro punto focale, che viene trattato con profondo rispetto e delicatezza dall’autrice.
La sua penna è imparziale ed è questo a rendere ogni sua parola pesante come un masso sulla coscienza di ogni lettore, anche se leggera grazie al suo stile narrativo.
Niente giochi di parole, lo sfondo è semplice e realistico e, soprattutto, privo di merletti o similitudini stucchevoli.
Un personaggio che emerge, oltre a un ispettore di polizia tramite il quale riusciamo a seguire le indagini, è Sudden.
Proprietario immigrato di un negozio di alimentari a Våringe che subisce per anni i soprusi, gli atti vandalici e le rapine dei due protagonisti.
Questi ultimi sono protetti da quello che diremmo essere il Boss di zona, il cancro della comunità e di questa storia: Mahdi Ahmad, non molto più grande di loro.
Sudden, appunto, è un personaggio chiave, anche lui costruito ad hoc e che sarà una molla tirata per tutta la stesura e che scatterà al momento giusto del racconto scioccando il lettore.
Un colpo da maestro per questa autrice che è riuscita, con la sua semplicità, a scrivere un thriller articolato dal punto di vista sociale, ma estremamente semplice da quello investigativo.
Questo stile però fa sì che il lettori divori i brevi capitoli per arrivare a ricostruire la storia.
Malin Persson Giolito ha dato voce a problemi di vita reali, di integrazione e, sopratutto, ai disagi di alcuni giovani.
Il conflitto interiore dei due ragazzi, che assumono alcool e droghe sin da bambini, è ben rappresentato, così come la loro evoluzione e viene raccontata su due livelli: il pov puntato sui ragazzi che lei vede crescere e quello al presente ove evolvono fatti e indagini.
La verità, così facendo, viene a galla un passo alla volta e se questa storia inizia subito con un omicidio, verso la fine ogni frase è come un artiglio che si insinua nel petto del lettore cercando di strappargli il cuore.
Le domande che ci si pone durante la lettura di Non lasciarmi cadere hanno risposta e ci si accorge che anche le certezze della vita, leggendo, non sono più le stesse.
Due madri agli antipodi.
Quella che all’inizio può sembrare la più debole, con un marito allo sbando, più di due figli da mantenere da sola, il peso dell’immigrazione, troverà una forza incredibile anche dopo aver perso suo figlio.
La donna benestante, che potrebbe non avere problemi, è colei che si impasticca perché non regge la preoccupazione.
Un un piccolo cenno devo farlo anche sulla copertina, che è bellissima.
Traduzione: Andrea Berardini
Editore: Slani Editore
Pagine: 512
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Malin Persson Giolito (Stoccolma 1969) è una scrittrice svedese.
Ha lavorato come avvocato per il più grande studio legale scandinavo ed è un funzionario della Commissione Europea a Bruxelles, dove vive con il marito e le tre figlie.
Sabbie mobili. Tre settimane per capire un giorno è il suo terzo romanzo e ha riscosso un enorme successo vendendo più di 300.000 copie in Svezia.
Ha vinto diversi premi, tra cui il Best Crime Novel 2016, il Glass Key Award 2017 e il Prix du Polar Européen 2018.