La rete porpora
Recensione di: Alessandra Boschini
TRAMA:
Se esiste un limite al male, quali confini sei disposto a superare per salvare chi ami? Quando l’ispettrice Elena Blanco, capo della Brigada de Análisis de Casos, fa irruzione nella stanza di un adolescente come tanti altri non può immaginare quello che troverà sul suo computer: il video in diretta di due uomini incappucciati che torturano una giovane donna. La BAC sa di cosa si tratta, sono mesi che indaga sulla Rete Porpora, un’organizzazione criminale che affonda le sue radici nel lato più oscuro del Deep Web, che commercia video di omicidi a un pubblico anonimo disposto a pagare cifre astronomiche.
Quello che la BAC non sa, però, è che anche la formidabile ispettrice Elena Blanco ha un punto debole. Nel suo passato c’è una zona cieca, di cui non ha mai parlato a nessuno, nemmeno al suo collega e intimo confidente Zárate: la scomparsa di suo figlio Lucas, rapito quando era un bambino, potrebbe essere avvenuta proprio per mano della Rete Porpora.
Ma se questo fosse vero, cosa ne è stato di Lucas? E in che modo è collegato a quegli uomini incappucciati a cui la BAC sta dando la caccia? Pur di rimettere insieme i pezzi della sua famiglia, Elena Blanco accetterà di immergersi nel male e affrontarlo fino alle più estreme conseguenze. Carmen Mola, stella del thriller internazionale, costruisce ancora una volta un meccanismo narrativo perfetto, che intrappola tra le sue pagine e non concede nessuna tregua.
RECENSIONE
Carmen Mola (pseudonimo di Jorge Díaz, Antonio Mercero e Agustín Martínez) apre la nuova storia là dove aveva terminato “La sposa gitana” lasciandoci con il fiato sospeso. Il figlio di Elena Blanco, quel bambino che lei sta cercando da sette anni, che le è stato rapito dalla Rete Porpora, appare in un video.
Ormai adolescente, Lucas la invita a non cercarlo “non immagini che persona sono diventato”. E’ solo un fotogramma che lei continua a guardare in loop, da sola, perché nessuno della squadra sa di suo figlio: il suo è un dolore covato in silenzio. Ma chi è l’uomo accanto a lui? E’ lo stesso che Elena ha intravisto il giorno in cui le hanno rapito Lucas?
E’ questo il filo conduttore che unisce “La sposa gitana” e “La rete Porpora”, quelle immagini crude e violente che provengono dal deep web, video snuff pagati in bit coin per accedere ai quali occorrono ip cifrati e link ottenuti tramite blockchain.
“Qui c’è circa il 90% dei contenuti di Internet, quello che noi conosciamo non è nulla, solo la punta dell’iceberg”.
Grazie a Mariajo, l’esperta informatica della squadra, Elena e i suoi colleghi riescono ad accedere ad altri video sempre più raccapriccianti: scene di una crudeltà e violenza indescrivibili, aberranti e disumane. Ragazzini rinchiusi in gabbia che si fronteggiano davanti ad un pubblico virtuale pagante e assetato di sangue e violenza: solo uno ne uscirà vivo.
Elena sa che, cercando suo figlio, ha scoperchiato un vaso di Pandora che mette a nudo tutto il male esistente: dal traffico di droga alla prostituzione, dalle scommesse clandestine al rapimento di minori. Ma Elena Blanco, prima d’essere il capo della BAC è una madre disperata disposta a tutto pur di salvare Lucas.
“Non sta facendo bene il suo lavoro perché è da tempo che ha smesso di essere una poliziotta: ormai è soltanto una madre che sta cercando suo figlio”.
Senza di lei, però, la squadra si sfalda, va alla deriva, ognuno perso nei propri problemi. Lei per prima si è tenuta dentro quel segreto che pesa come un macigno: nemmeno all’ex marito Abel ha confidato le sue speranze.
In questo secondo episodio della trilogia dedicata a Elena Blanco, si vive la sofferenza, tutti hanno i nervi a fior di pelle e per sottolinearne lo stato d’animo gli autori hanno inserito, all’inizio di ogni capitolo, ciò che sta avvenendo a Lucas, dal rapimento alla sua trasformazione in mostro senza anima né sentimenti: è segnato dal Male e per lui non c’è redenzione.
“La rete porpora” è un thriller dal ritmo serrato, incalzante, senza respiro perché la scrittura crea ansia e tensione; siamo spronati a scoprire ogni piccolo indizio, viene creata l’urgenza di porre fine al male.
Se ne “La sposa gitana” Carmen Mola ci ha fatto conoscere i personaggi della BAC, i loro comportamenti, le loro vite e, soprattutto per Elena Blanco, i vizi, le bevute di grappa, le canzoni di Mina al karaoke e il sesso occasionale in cui affondare il dolore, “La rete porpora” è pura azione, sofferenza e ricerca affannosa degli affiliati alla Rete, dal pesce più piccolo fino al vertice della piramide, tra insospettabili e persone che ricoprono ruoli che stridono con tutta quella crudeltà.
Carmen Mola porta l’azione tra le calli di Madrid fino alle sue periferie, a Pan Bendito, dove, tra le baraccopoli, droga, spaccio, prostituzione e ogni genere di malaffare regnano “come una ferita che spurga”.
Nella corsa disperata verso la verità conosciamo Uruena, piccolo borgo dove l’ex marito di Elena si è trasferito con la nuova moglie ed infine Gran Canaria perché la Rete Porpora ha tentacoli ovunque.
Dal traffico caotico della capitale spagnola alla campagna castigliana, Elena e la sua squadra devono darsi un gran da fare per sgominare il Male, anche sacrificando tempo e affetti, amori e relazioni perché solo l’unione delle loro caratteristiche specifiche, delle loro competenze e delle loro unicità può troncare la testa alla Rete.
In questo secondo atto della trilogia il lettore trova un intreccio ricco di suspense e adrenalina accompagnato da scene crude e violente, non adatte ad un pubblico sensibile. Il romanzo, infatti, è un portentoso mix tra indagini poliziesche, noir psicologico e thriller mozzafiato che, come una calamita, lo tiene avvinto fino all’ultima pagina, dove non è scritta la parola fine perché già il terzo capitolo lo attende.
EDITORE: Salani
PAGINE: 432
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE

Carmen Mola è lo pseudonimo di tre scrittori e sceneggiatori spagnoli Jorge Díaz, Antonio Mercero e Agustín Martínez, che hanno rivelato la loro identità con grande scalpore durante la cerimonia di assegnazione del Premio Planeta, il più importante premio letterario spagnolo. A lungo è stata considerata l’Elena Ferrante spagnola.
Frutto di una scrittura collaborativa moderna, di cui i tre autori sono tra gli esponenti più acclamati a livello internazionale, La Bestia, pubblicato in Italia da Salani nel 2023, ha venduto oltre un milione di copie e sarà pubblicato in quindici Paesi. Per Mondadori era già uscito nel 2019, La sposa di sangue. Nel 2024 esce per Salani, La sposa gitana, il primo caso dell’ispettrice Elena Blanco. Segue nello stesso anno, La rete porpora. Il secondo caso dell’ispettrice Elena Blanco.