Karsten Dusse

Karsten Dusse, classe 1973, è un autore tedesco originario di Essen, una delle città più verdi della Germania. Avvocato e autore di format televisivi di successo, come il talent show Millionärswahl, raggiunge la fama a livello nazionale vestendo i panni del giornalista Wulf Assols per il Friday Night News, un format comico di RTL. Diventa headwriter di progetti televisivi come Ladykracher, e i riconoscimenti non tardano ad arrivare: è stato insignito del German TV Award e del German Comedy Award, oltre a essere stato nominato per il premio Grimme. Per oltre quattro anni ha inoltre partecipato allo spettacolo Verklag mich doch! come esperto legale.

La carriera da autore è altrettanto florida e ricca di successi: dopo aver pubblicato tre libri relativi al suo lavoro di avvocato (Manuale per lo Stato di diritto, Mezza conoscenza di un avvocato pienamente qualificato e Getting Right: 15 storie legali che puoi usare per te stesso), si dedica alla stesura della serie sull’omicidio consapevole (Mindful Murder), che ha scalato la Top Ten dello Spiegel, la rivista settimanale con maggior tiratura in Germania.

Il protagonista di questa serie, composta per il momento da tre romanzi, è Björn Diemel, un cinico avvocato che si avvicina alla pratica della mindfulness per salvare il rapporto con la moglie, ma che si trasformerà presto in un criminale. La particolarità dei suoi thriller ha conquistato i lettori di ben 13 paesi, arrivando anche in Italia: ad aprile è infatti stato pubblicato da Giunti Inspira, espira, uccidi, il primo libro della serie, che abbiamo recensito QUI.

Basandosi proprio su questo libro, Netflix ha annunciato l’arrivo di una serie tv da otto puntate.

Karsten Dusse ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune nostre domande.

Con il primo volume della tua serie sull’omicidio consapevole sei riuscito dove molti autori di manuali self-help hanno fallito: hai spiegato alla perfezione e messo in pratica i principi cardine della mindfulness. Nonostante la loro estremizzazione e l’uso massiccio di ironia, non c’è mai l’impressione che tu voglia prendere in giro questa pratica. Che rapporto hai con la mindfulness nella vita di tutti i giorni?

Uso la mindfulness come un semplice strumento per fermare – o almeno per rallentare – il carosello mentale di tutti i giorni. Ci sono molti esercizi facili e piacevoli per concentrarsi su uno o più sensi che mi portano facilmente fuori dai pensieri negativi. I miei libri beneficiano del divario tra la realistica positività della mindfulness applicata e l’assurda negatività di diverse situazioni immaginarie.

Uno degli insegnamenti della mindfulness comporta l’assenza di giudizio, e Björn lo prende così alla lettera da trasformare l’omicidio in qualcosa di assolutamente neutro, la semplice risoluzione di un problema. È ovvio che nella vita reale questo non sarebbe possibile, ma credi davvero che la definizione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato sia del tutto personale? Dove inizia a diventare oggettiva?

La definizione di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato dovrebbe essere fatta ufficialmente: dalle leggi generali. Tutto il resto è personale e questione di morale. Il problema – nel mio libro come nella vita reale – è che i crimini più grandi sono commessi da persone che credono che la loro idea personale di morale valga più della legge generale.

Le donne che incontriamo nel corso della storia sono abbastanza stereotipate, se non addirittura negative: la moglie di Björn pretende che lui cambi, ma non è disposta a mettere in discussione sé stessa, mentre la segretaria dello studio legale è repressa e incattivita. L’unica ufficiale donna del cliente di Björn si occupa di prostituzione, e in linea di massima il genere femminile esce un po’ ammaccato dal quadro generale. E’ stata una scelta consapevole? Come mai hai deciso di rappresentarle in questo modo?

Chiaro e semplice? Per me non contano i genitali. Scrivo libri.

Quest’anno Netflix ha annunciato una serie tv di otto puntate basata proprio sul tuo primo libro, filmata da Constantin Film, Jan Ehlert e Nina Viktoria Philipp. Avresti mai pensato che la tua storia avrebbe preso vita sullo schermo? Puoi darci qualche anticipazione?

Se ho imparato qualcosa durante la mia carriera nel settore televisivo è proprio questo: non avere anticipazioni prima di aver visto scorrere i titoli di coda. Un libro è il risultato di pura creatività. Uno show televisivo è il risultato di una pura gerarchia. “Troppi cuochi rovinano il brodo” – in cima ai titoli di coda puoi leggere tutti i nomi dei cuochi.

Il tuo protagonista, proprio come te, è un avvocato. Lui non si fa scrupoli a difendere criminali e a lavorare sodo per tenere nascosti i loro affari. Tu invece come ti rapporti alla questione?

Un medico dovrebbe avere scrupoli a curare un criminale? Un vigile del fuoco dovrebbe avere scrupoli a spegnere un incendio nella casa di un criminale? Perché un avvocato dovrebbe avere scrupoli a fornire consulenza legale a un criminale? Questo è il suo lavoro. La sottile linea rossa che il mio protagonista sta attraversando è tra aiutare i criminali con il suo lavoro legale e diventare lui stesso un criminale con le sue azioni illegali.

Per il momento in Italia è stato tradotto solo il primo volume della serie di tre libri dedicata all’omicidio consapevole, mentre a settembre verrà pubblicato il quarto volume in Germania. Stai lavorando anche ad altri personaggi, o preferisci mantenere il focus su Björn?

Il personaggio principale della mia serie sarà sempre Björn. Ma nel quarto libro il suo terapeuta, Joschka Breitner, diventerà un personaggio principale in un modo molto speciale.

Se dovessi indicare tre parole che ti rappresentano, quali sarebbero?

Essere umano fallibile.

Se dovessi scegliere tre cose di cui non potresti mai fare a meno, ovviamente escludendo la scrittura, quali sarebbero?

Mangiare. Bere. Dormire.

Prima di salutarci e anzi, proprio per inaugurare un saluto di eccezione, che messaggio o augurio ti piacerebbe lasciare ai nostri lettori?

Volta pagina solo se lo desideri. Non importa in quale direzione.

With the first volume of your series on conscious murder you have succeeded where many authors of self-help manuals have failed: you have perfectly explained and put into practice the cardinal principles of mindfulness. Despite their exaggeration and the massive use of irony, there is never the impression that you want to make fun of this practice. How do you relate to mindfulness in everyday life?

I use mindfulness as an easy tool to stop – or at least to slow down – the everyday mind carousel. There are lots of nice and easy exercises to concentrate on one or more senses which easily take me out of negative thoughts. My books benefit of the gap between the realistic positivity of mindfullness applied to the absurd negativity of different fictional situations.

One of the teachings of mindfulness involves the absence of judgment, and Björn takes it so literally that he turns murder into something absolutely neutral, the simple resolution of a problem. It is obvious that in real life this would not be possible, but do you really believe that the definition of what is right and what is wrong is completely personal? Where does it start to become objective?

The definition of what is right and what is wrong should be done officially: by general laws. Everything else is personal and a question of moral. The problem – in my book as in real life – is, that the biggest crimes are committed by people who believe that their personal idea of moral is worth more than the general law.

The women we meet in the book are quite stereotyped, if not downright negative: Björn’s wife demands that he change, but is unwilling to question herself, while the law firm secretary is repressed and unpleasant. The only female officer of Björn’s client is involved in prostitution, and in general the female gender comes out a bit bruised from the general picture. Was it a conscious choice? Why did you decide to represent them in this way?

Plain and simple? I don´t count on genitals. I write books.

This year Netflix announced an eight-part TV series based on your first book, filmed by Constantin Film, Jan Ehlert and Nina Viktoria Philipp. Did you ever think your story would come to life on screen? Can you give us some anticipation?

If I learned anything during my career in TV business this is it: don´t have any anticipations before you´ve seen the credits running. A book is the result of pure creativity. A tv show is the result of pure hierachy. ´Troppi cuochi rovinano il brodo´ – at the top of the credits you can read all the cooks names.

Your protagonist, just like you, is a lawyer. He has no qualms about defending criminals and working hard to keep their business under wraps. How do you relate to this?

Should a doctor have qualms to heal a criminal? Should a firefighter have qualms to extinguish a fire in a criminal´s house? Why should a lawyer have qualms to give legal advices to a criminal? That´s his job. The thin red line my protagonist is crossing is between helping criminals with his legal work and becoming a criminal himself with his illegal actions.

At the moment, only the first volume of the three-book series dedicated to conscious murder has been translated in Italy, while the fourth volume will be published in Germany in September. Are you working on other characters as well, or do you prefer to keep the focus on Björn?

The main character of my the series will always be on Björn. But in the fourth book his therapist, Joschka Breitner, will become a main character in a very special way.

If you had to choose three words that represent you, what would they be?

Fallable human being.

If you had to choose three things that you could never do without, obviously excluding writing, what would they be?

Eat. Drink. Sleep.

Before saying goodbye and even better, to inaugurate a greeting of exception, what message or wish would you like to leave to our readers?

Turn any page only if you want to. No matter in which direction.

ThrillerLife ringrazia Karsten Dusse

a cura di Nina Palazzini

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