La figlia della lupa di Barbara Aversa

La figlia della lupa

Due epoche differenti, ruoli femminili che cambiano, evolvono ma trovano sempre ostacoli e difficoltà nel proprio cammino.

Due donne che si incontreranno negli occhi altrui, quegli occhi che entrambe hanno incrociato in momenti differenti della loro vita e che forse non rivedranno mai più.

Ogni azione di una donna è costantemente messa a giudizio.

Si valuta il loro matrimonio o la loro scelta di restare sole, la loro bellezza e il loro carattere, la loro forza o le loro fragilità…

In un’Italia spaccata a metà, tra dopoguerra e giorni nostri, tra centro e periferia, con La figlia della lupa, Barbara Aversa compie il suo esordio letterario con un thriller delicato e potente, in cui sono le donne e la loro femminilità a essere le protagoniste.

Donne forti, donne dolci, donne aggraziate, donne avide, donne generose, madri, figlie sorelle e amiche.

La figlia della lupa è un intreccio di storie di donne e nell’intreccio con altre vite ritroveranno sé stesse e la propria strada. Una sola è La figlia della lupa, ma in fondo lo siamo tutte.

RECENSIONE

Può un thriller essere dolce e vendicativo, delicato e feroce?

Può, se tutte le protagoniste sono donne, se tutte hanno modi di essere profondamente diversi, se la vita è dura e si deve lottare per sopravvivere alla meglio, a testa alta, in epoche differenti in cui alle donne non è mai regalato nulla: questo è quello che succede ne La figlia della lupa.

Il romanzo è costruito lungo due linee temporali: una passata, con due voci narranti, Giuditta e Liliana, in un periodo che va dagli anni 50 agli anni 70 circa; ed una presente, che percorre parte del 2018, in cui le voci narranti sono Eva, Luen e Maggie.

Ognuna di queste donne è profondamente diversa dall’altra, forte e tenace a suo modo, legata ai propri desideri, alla sua voglia di riscatto e rivalsa.

Giuditta è forte, orgogliosa, coraggiosa, la vita con lei non è stata magnanima, le ha riservato dispiaceri e dolori, ma lei non si è mai piegata, nonostante tutto è andata avanti per la sua strada tenendosi stretto l’unico dono che le è stato concesso, la bravura e l’arte del cucito.

In un’epoca in cui l’onore era tutto, lei è andata controcorrente, compiendo scelte che hanno cambiato non solo la sua vita, ma anche quella di altre persone, cercando di vivere, o forse sopravvivere con forza e determinazione.

Liliana, nulla di più lontano da Giuditta.

Una ragazza per bene, una timorata di Dio, che dietro il suo aspetto scialbo e lo sguardo basso, nasconde un carattere deciso, che la porta a realizzare il suo scopo, con il risultato che anche in questo caso, le sue scelte stravolgono persone, vite e destini.

Eva, Luen e Maggie appartengono ad una generazione molto differente, per fortuna sono stati fatti grandi passi e possono vivere la loro vita liberamente,

Eva, giovane, bella, libera.

Luen, giornalista, determinata.

Maggie, mamma sopraffatta dalla sua vita, stanca, con tanta voglia di rinascere.

La vita di Eva viene stroncata.

Solo una pista all’orizzonte, la donna chattava con un uomo, con cui aveva intrapreso una relazione virtuale, é da qui che Luen parte alla ricerca della verità, senza immaginare dove sarebbe arrivata.

Il terrore di essere rimasta senza di lei mi sbrana l’anima e me la riduce a brandelli in un secondo. In quell’istante maledetto capisco di aver perso la mia migliore amica…ma perché? Perché?

Le cose si complicano quando passato e presente iniziano ad incatenarsi, rivelando intrecci e sentimenti che non hanno superato il passare del tempo.

Odio, vendetta, risentimento le parole chiave, ma anche amicizia, una profonda amicizia che lega Luen ad Eva.

Un’amicizia che supera confini, e soprattutto amore, perché è l’amore in queste storie che salva e condanna, ed Emilio ne è il centro.

Un uomo buono, che però non ha avuto coraggio.

Vittima di un’epoca in cui fare la cosa giusta agli occhi degli altri era meglio che fare la cosa giusta per se stessi.

Sia Eva sia Giuditta sono donne che hanno dovuto combattere in un mondo che non era loro destinato. Non le meritava.
E quelle ferite inferte quando siamo più vulnerabili, magari da chi proprio non ce lo aspettiamo, non evaporano, rimangono incastrate nell’anima, invisibili. Sedimentano, e non ci abbandonano.

La narrazione scorre veloce, presentando personaggi ben delineati, asciutti, veritieri, perfettamente caratterizzati, ben calati nel contesto socio-culturale in cui vivono.

La storia si evolve gradualmente, accompagnando il lettore pian piano alla verità, per nulla scontata.

Editore: D Editore
Pagine: 400
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Insegnante, bookinfluencer e scrittrice, da sempre impegnata nell’ambito giornalistico e come content creator.

Barbara Aversa, nota sui social come Missparklingbooks, ha pubblicato diversi racconti per riviste noir, thriller e non solo, ed è stata vincitrice del premio metropolitano di Roma.

La figlia della lupa è il suo primo romanzo.

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