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I milanesi ammazzano al sabato di Giorgio Scerbanenco

I milanesi ammazzano...

I milanesi ammazzano al sabato

Donatella Berzaghi ha ventotto anni e un corpo avvenente, ma dalla nascita è costretta nella mente di una bambina.

Soffre anche di una forma di ninfomania, che la porta a concedersi con facilità a qualunque uomo la corteggi, obbligando il padre Amanzio, vedovo ed ex camionista, a tenerla chiusa in casa.

L’uomo, che non vorrebbe mai lasciarla sola, è riuscito a ottenere dal suo datore di lavoro il permesso di andare a controllarla un paio di volte al giorno.

Nonostante le attenzioni del padre, Donatella improvvisamente scompare.

Duca Lamberti, un ex medico diventato poliziotto, dovrà così immergersi in una Milano noir e spietata, dove sfruttatori e vittime vivono fianco a fianco, in stanze d’albergo che hanno le porte sempre aperte per il prossimo cliente.

A Duca la storia di Amanzio e Donatella, simile a molte altre che ha incontrato, sembra più una questione di troppo amore che di peccati da scontare. Per questo, non potrà restare senza conseguenze.

RECENSIONE

Che Scerbanenco sia un autore che difficilmente si perde in salamelecchi, ma fa capire immediatamente quale sia il focus di tutta la vicenda, è caratteristica nota e più o meno apprezzata (da me tantissimo).

Ci rendiamo conto di cosa significhi questo preponderante senso dell’immanente e del pratico, nel momento stesso in cui ci immergiamo nella lettura.

E’ peggio di una doccia fredda… mi si perdoni la banalità ma fatico a trovare delle similitudini.

L’autore ti catapulta in una storia crudele e dolorosa già dalle prime pagine.

Se non conoscete (come me) Duca Lamberti, non temete, in un paio di righe apprenderete tutto quello che bisogna sapere.

Nel frattempo si precipita sempre più velocemente in qualcosa che non si vorrebbe affrontare.

Il linguaggio è asciutto, ma molto coinvolgente.

Anche se si potrebbe intuire dove si andrà a finire, non si riesce a smettere di leggere, anzi, si va avanti con la speranza di sbagliarsi.

La vicenda narrata è sordida, descritta con dovizia di particolari e senza filtri e condita di passaggi in cui la “compressione” temporale è evidente.

Nella vita vera, forse, non tutto sarebbe potuto accadere così velocemente. Ci si rende molto presto conto che di tutta una narrazione, che potrebbe essere lunga e prolissa, lui ha tagliuzzato solo l’essenziale senza preoccuparsi di abbellirlo con cornici di qualunque tipo.

E fa male leggere storie così… fa proprio male, perché non si ha scampo, non si riesce a respirare.

Si ha addosso la tensione delle varie fasi di risoluzione del giallo, a mio avviso molto interessante, e anche quando finalmente si arriva alla conclusione, il disagio accumulato te lo porti appresso per un po’.

Dicono che i più “spietati” siano i nordici… Leggendo Scerbanenco mi è venuto qualche dubbio in proposito!

Editore: La Nave di Teseo
Pagine: 208
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Giorgio Scerbanenco

Scrittore italiano di origine russa.

Di madre italiana e padre ucraino, a sedici anni si stabilì a Milano.

Fu collaboratore, redattore e direttore di periodici femminili ad alta tiratura, per i quali scrisse racconti e romanzi «rosa», per lo più ambientati nell’America degli anni Quaranta.

Più tardi approdò al genere poliziesco e fu il successo, prima con Venere privata (1966), poi con Traditori di tutti (1966). Altrettanto fortunate le opere successive, da I ragazzi del massacro (1968) a I milanesi ammazzano al sabato (1969), ai racconti postumi di Milano calibro 9 (1969) e Il centodelitti (1970).

Protagonista di quasi tutta la serie è Duca Lamberti, accorto investigatore della Milano «nera».

Prodigioso narratore di storie e maestro nel catturare l’attenzione del lettore, Scerbanenco fu uno dei primi, in Italia, a confrontarsi con i gusti di un pubblico di massa.

La sua scrittura, insieme ingenua e ricercata, antiletteraria, piena di sprezzature, veloce, è singolarmente efficace. Nel 2018 esce Luna di miele per La Nave di Teseo.

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