Mia cara miss Hunter
Recensione di Claudia Pieri (Leggerefabene)
SINOSSI
“Tra tre mesi sarò morto. Vieni a raccontare la mia storia.”
Così scrive Sebastian Trapp, solitario e famosissimo autore di romanzi gialli, a Nicky Hunter, critica letteraria con la quale ha da tempo un’intensa corrispondenza epistolare.
Affetto da una grave malattia che gli lascia pochi mesi di vita, Trapp invita Nicky nella sua magnifica villa di San Francisco per aiutarlo a scrivere la sua autobiografia.
Qui la ragazza fa la conoscenza di Diana, l’enigmatica seconda moglie di Trapp; di Freddy, il nipote ribelle; e di Madeleine, la figlia protettiva e premurosa.
Col passare dei giorni, però, quello che sembra un normale lavoro di scrittura si trasforma in un’irresistibile “febbre da detective”, che vede Nicky coinvolta nella ricerca di verità sepolte nel passato del misterioso scrittore.
Vent’anni prima, infatti, la notte di Capodanno del 1999, la prima moglie di Sebastian e il loro figlio adolescente scomparvero improvvisamente nel nulla in due punti diversi della città, gettando un alone di sospetto su di lui. Inoltre, la decisione di uscire dall’isolamento due decenni dopo e di permettere a una sconosciuta di scavare nel suo passato contribuisce ad alimentare i dubbi sulla sua estraneità ai fatti.
Mentre tenta di unire i pezzi della vita di Trapp, Nicky è sempre più ossessionata dall’urgenza di far luce su quella famigerata notte, e anche Madeleine inizia a interrogarsi sulla sincerità del padre. Quando un cadavere emerge nello stagno di carpe koi nel giardino della villa e Madeleine comincia a ricevere messaggi enigmatici, entrambe le donne si rendono conto che il passato, apparentemente sepolto, sta solo aspettando il momento giusto per tornare a galla e rivelare i suoi terribili segreti.
RECENSIONE
“La gioia più grande nella vita di qualsiasi scrittore è l’attenzione del suo pubblico. E i lettori di romanzi gialli sono il pubblico più attento di tutti“, perché è vietato distrarsi in presenza di un giallo, soprattutto se il romanzo in questione è Mia cara miss Hunter che si presenta agli occhi del lettore come un thriller psicologico decisamente complesso, addirittura corposo per la mole di citazioni prese in prestito dai più famosi autori di gialli classici del passato, da Arthur Conan Doyle a Agatha Christie, tanto che in alcuni passaggi la narrazione si fa metanarrazione attraverso alcuni riferimenti a Cianuro a colazione, noto romanzo della Christie.
La storia di “Mia cara Miss Hunter” affonda le sue radici nel passato, teatro di una misteriosa, e rimasta insoluta, duplice scomparsa, l’impianto narrativo appare diviso in due parti da un evento che irrompe nel racconto cambiandone completamente il passo, innalzando il livello del pathos e accelerando il ritmo che, fino a quel momento, aveva seguito un andamento lento, cadenzato dalle descrizioni minuziose che accompagnano la presentazione di ambienti e personaggi.
L’abilità descrittiva dell’autore di “Mia cara Miss Hunter” si sublima nella resa delle ambientazioni, laddove la ricercatezza e l’accuratezza nella scelta dei termini catturano il lettore, circuendolo con le parole che dipingono per lui vere e proprie immagini: “Entrano. In una stanza che Nicky può descrivere soltanto come maestosa: larga, profonda e alta, legno sotto i piedi, soffitto a cassettoni di noce. Davanti a lei una schiera di finestre, i vetri strofinati fino alla trasparenza perfetta (…) l’ambiente – una caverna immensa, famelica – risucchia la luce della sera, la divora viva.”
La stessa, grande attenzione si riflette nella caratterizzazione dei personaggi, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico, facendo emergere per ognuno il tratto distintivo che lo accompagnerà per tutto il romanzo:
“Nicky Hunter è una persona felice, una sentimentale, appassionata di abbracci (…) dà valore a carta e penna.
L’inchiostro penetra nella carta, indelebile come una cicatrice, l’email è alito su un vetro, si dissolve all’istante …”, ed è proprio attraverso una corrispondenza lunga cinque anni che miss Hunter entra nelle grazie di Sebastian Trapp,
“un uomo che ha scritto i migliori romanzi gialli ambientati negli anni Venti e Trenta dopo i capolavori di quegli stessi anni, ha un viso nobile, con il naso affilato e una fossetta quadrata sul mento, gli zigomi ossuti e un ciuffo di capelli grigio acciaio … condivide il guardaroba con l’eroe che ha creato, fino all’orologio da tasca”, parole queste che sottolineano l’originalità e l’ambiguità dello scrittore, protagonista della storia.
Diana, la seconda moglie di Trapp, “sembra emanare una luce propria, è una donna lanterna.”, una donna che ha portato una nuova luce nella vita di Trapp, dopo il buio e i sospetti seguiti alla scomparsa della prima moglie e del figlio.
Infine Madeleine, l’enigmatica figlia primogenita di Trapp, “ha le spalle cadenti, le braccia che sfiorano le cosce. È una donna che ha bisogno di un cane.”, ad evidenziare così tutta la sua solitudine di donna e di figlia.
L’intreccio che si dipana attraverso queste pagine di “Mia cara Miss Hunter” è potente e ricco di tutti quegli elementi che concorrono a fare del romanzo un grande thriller: personaggi enigmatici, ognuno di loro potrebbe essere chiunque, ognuno di loro “ha qualcosa da nascondere”, il passato che ritorna prepotente nelle loro vite, come “un veleno tollerabile soltanto a dosi infinitesimali”, l’adrenalina che sale grazie ad un susseguirsi di eventi che ribaltano situazioni e creano colpi di scena assolutamente inimmaginabili, fino all’epilogo sorprendente e non scontato.
Mia cara miss Hunter è un romanzo che, tra le pieghe della trama thriller, tratta anche tematiche di rilevanza sociale e di grande attualità che riguardano i rapporti tra genitori e figli, in particolare le conseguenze delle aspettative deluse da un figlio, e la transizione di genere, argomento delicato che l’autore fa emergere con sensibilità e naturalezza.
Una storia dalle mille sfaccettature dunque, ricca di pathos e a tratti anche toccante.
Traduzione: Isabella Polli
Editore: Mondadori
Pagine: 504
Anno pubblicazione: 2024
AUTORE
A.J. Finn, giornalista statunitense, ha scritto per il “Los Angeles Times”, il “Washington Post” e il supplemento letterario del “Times”. Per Mondadori ha pubblicato il suo thriller psicologico La donna alla finestra.