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La fuitina in Vespa di Renato Mango

La fuitina

La fuitina in vespa

Calabria, 1930. Letizia decide di entrare in convento insieme alla cugina Luisa per sfuggire alle ripetute violenze del padre e all’indifferenza della madre, nonostante la quasi totale assenza di vocazione.

Luisa però, all’ultimo momento, si tira indietro: il padre laico e intenzionato a bruciare il suo corredo piuttosto che regalarlo alle suore, non le permette di prendere i voti così Letizia si ritrova da sola ad affrontare la sua sorte e a covare vendetta per decenni.

L’occasione perfetta le si presenta quando viene contattata da Teresa, figlia di Luisa, che, lontana da casa, chiede il suo aiuto.

La fuitina in vespa, prima opera di Renato Mango, ci porta in una Calabria agricola, arretrata e povera, in particolare in un piccolo paese rurale, nel quale le famiglie si conoscono tutte, il patriarcato regna sovrano e il ruolo della donna è quello di una schiava: mogli e figlie, zitte ed ubbidienti, devono sottostare alla volontà dell’uomo di casa.

Non è raro che il padre abusi delle figlie ed è quello che accade a Letizia.

Quindicenne dal seno prosperoso e dal corpo morbido che gli uomini puntano insistentemente con bramosia

Realizza che si sente più lacerata del solito. Si sente squarciata come la tela di un quadro trafitto da una lama sottile

se da un lato gode degli sguardi degli uomini seduti al bar, dall’altro deve sottomettersi agli assalti brutali del padre, sotto gli occhi indifferenti di sua madre, che sopporta persino le ‘visite’ del marito al bordello.

La cugina Luisa, diciottenne pia e devota, fatica a credere a quello che Letizia le confida, fino a quando le suggerisce di mollare tutto ed entrare in convento insieme.

Ma il padre di Luisa è un uomo del nord, anticlericale e ateo convinto

a causa della sua indifferenza verso tutto ciò che e religioso, i compaesani pensano che tra i milanesi sia diffusa l’abitudine di non andare a messa e che il loro bestemmiare derivi dalla mancanza di fede verso ciò che i credenti invocano invano

La ragazza trova in lui un ostacolo insormontabile (laddove la madre sembra essere felice della sua decisione – o forse non vede l’ora di liberarsi di lei).

Così, quando le due ragazze giungono al convento, Letizia apprende che sarà sola a prendere i voti ma, abituata a chinare la testa e a sottostare alla volontà altrui, va incontro al suo destino.

Da questo momento il filone narrativo incentrato su Letizia viene messo da parte e seguiamo invece quello relativo a Luisa che, non potendo sceglier il convento, si fidanza con Luigi.

Luigi era capitato per caso in quella piazza e lei aveva deciso di dichiarare il suo amore che però era inesistente. Voleva diventare suora ma il suo destino era quello di sposare un uomo. Un uomo qualsiasi, tanto non sarebbe mai stata capace di amare un marito

In un arco temporale che va dal 1930 al 1946 seguiamo le vicende personali di Luisa e di sua sorella Anna, il loro matrimonio, la nascita dei figli.

Sono proprio questi ultimi, Marco e Teresa, a innamorarsi, ignorando il grado di parentela che li unisce, dato che le rispettive famiglie non si parlano da tempo.

Il loro amore incestuoso è caldamente osteggiato dai parenti, per questo decidono di mettere in atto “la fuitina” di cui parla il titolo del libro.

Ma il destino ha ben altro in mente per loro, come capiranno bene durante l’incontro con Letizia, diventata suor Margherita e ormai badessa del convento.

Fanno da sfondo alla complessa storia familiare le vicissitudini storiche tra le due guerre in questo sud che ancora vive di agricoltura e allevamento.

L’autore ha suddiviso i capitoli in quattro parti, ognuna delle quali è scomposta a seconda di una tematica precisa.

È un romanzo dalle tinte scure, nel quale la complessità dei sentimenti porta a gesti estremi, la sete di vendetta cova per anni, la difficoltà delle relazioni, i retroscena familiari tenuti nascosti e le mentalità diffusa creano un vortice di situazioni crude e violente.

Donne che subiscono violenze fisiche e psicologiche, costrette a scegliere tra i sentimenti o i morsi della fame, che vivono il gesto estremo di entrare in convento come una liberazione, una via di fuga dalla povertà e da un maschilismo opprimente, mentre la famiglia gioisce per il fatto di avere una bocca in meno da sfamare.

L’intreccio risulta a volte un po’ confuso ma, arrivati alla conclusione, tutto diventa più comprensibile: l’immancabile colpo di scena finale chiarisce tutti gli elementi.

Editore: Bookabook

Pagine: 168

Anno di pubblicazione: 2023

Renato Mango è nato a Rossano (CS) nel 1983.

Laureato in Economia presso l’Università degli studi di Siena, attualmente lavora presso un Istituto Bancario a Roma.

Nel tempo libero si dedica ai suoi hobby: viaggi, arte e letteratura.

La fuitina in Vespa è il suo primo romanzo.

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