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L’appartamento a Parigi di Lucy Foley

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L’appartamento a Parigi

Jess ha bisogno di un nuovo inizio. Dopo aver lasciato il lavoro in circostanze non proprio ideali, è sola e al verde. Quando chiede al fratellastro di trasferirsi da lui per un po’, Ben non ne è entusiasta, ma non le nega il suo aiuto.

E di certo a Parigi la situazione non potrà che assumere un aspetto migliore. Ma quando arriva nel suo appartamento, così spazioso e raffinato da chiedersi come lui possa permetterselo, di Ben non c’è traccia. Quando passa il tempo e Ben non si fa vivo, Jess inizia a indagare sulla vita parigina del fratello, ponendosi sempre più domande. Lei sarà anche a Parigi per sfuggire al suo passato, ma, a quanto pare, a essere in discussione è il futuro di Ben.

Gli abitanti del suo palazzo sono un gruppo piuttosto eclettico e non particolarmente amichevole: una esponente dell’alta società, un bravo ragazzo, un alcolizzato, una ragazza sull’orlo del baratro e la portinaia. Tutti sono vicini. Tutti sono sospettati. E tutti sanno qualcosa che non vogliono rivelare.

L’appartamento a Parigi è una storia che inizia lentamente, con il ferimento di Ben e la sua sparizione.

Ben è un giornalista che si appresta a scrivere un articolo sensazionale, quello che può dare una svolta a una carriera come la sua, abituato a stilare recensioni di vini e ristoranti e poco altro.

Mentre scrive a notte inoltrata, aspetta l’arrivo di Jess, sua sorella o, meglio, come scopriremo più avanti, sorellastra, nati da padri diversi ma comunque legati da un affetto sincero.

Quando Jess si presenta al citofono però, nessuno risponde, il cellulare suona a vuoto, ma non ha un altro posto dove andare perché sta scappando dall’Inghilterra; quindi, dopo lo sconforto iniziale si ingegna per trovare un modo ed entrare nell’appartamento del fratello; vede un altro inquilino digitare il codice di accesso, lo ridigita e sale nell’appartamento di Ben.

Il suo appartamento si trova al terzo piano, è in affitto a un prezzo ridicolo grazie all’aiuto di Nick, amico di Ben, che vive al secondo piano; ha una bellissima visuale ed è molto luminoso, eppure Jess durante la prima notte che passa li ha paura, sente rumori, scricchiolii e passi.

Ma è una ragazza pratica, non crede nei fantasmi e decide di indagare, andare in fondo alla questione, e scopre un passaggio segreto, delle scale che passano dietro ai vari appartamenti e portano nelle cantine.

Tutta la vicenda si snoda in questo edificio storico, in Rue des Amants a Parigi con tutta la bellezza da cartolina che questa città può trasmettere.

Allo stesso tempo però, con un forte contrasto che stride, troviamo i manifestanti che bloccano le strade e ondate di polizia in divisa antisommossa per contenerle.

Eppure, per quanto enigmatici, variegati e di diverse estrazioni sociali siano il vari personaggi de L’appartamento di Parigi, la protagonista assoluta, colei che domina la storia, è lei, la casa.

Questo maestoso edificio, non vecchio, con i suoi giardini curati, un attico con terrazza da cui ammirare una vista mozzafiato, che fa da contrasto all’alloggio della custode, che ha uno spazio piccolo, una sorta di sgabuzzino dove vivere, angusto, dove ci sta il letto e null’altro, e se ci sono due persone all’interno si fa fatica a respirare.

Le vicende degli abitanti proseguono e si intersecano sempre più in modi inaspettati, con risvolti imprevedibili, così come la scoperta di ciò che questo bellissimo edificio custodisce gelosamente e dell’aura sinistra che emana.

Una casa lontana dalle strade della Parigi bene, quasi fosse isolata, nonostante si trovi nel centro della città.

Molto brava a rappresentare questi contrasti e scambi tra i personaggi e la casa, Lucy Foley mi ha ricordato con la sua trama, i film del grande Hitchcock.

Rompe gli schemi, questa scrittrice, e lo fa con consapevolezza ispirata.

Rompe gli schemi ogni volta che presenta l’opulenza, l’eleganza e lo sfarzo, in contrapposizione alla miseria, alla bassezza e allo squallore.

Ogni capitolo de L’appartamento a Parigi è raccontato da un personaggio diverso, con molte scene di back and forward dedicate un po’ per volta a tutti i protagonisti del libro, che servono molto bene a rendere più intrigante la trama.

Come la sofisticata Madame Sophie, moglie dell’imprenditore che vive nell’attico, con dipinti milionari appesi alle pareti ed il suo outfit super costoso, che però quando si arrabbia, le scivola la parlata verso un altro accento, fatto pericolosissimo per un orecchio allenato.

A tanta bellezza e ricchezza si contrappone la descrizione della vecchia portinaia, brutta, trasandata, che vive nello stanzino circondata solo da foto, ma che conosce tutti i segreti della casa e li custodisce; è temuta, per qualche motivo, da tutti gli abitanti, Sophie compresa.

È un romanzo completamente a strati questo giallo, più leggi e più ti avvicini al nocciolo della questione, al centro dei rapporti tra i protagonisti del libro.

Tanto più ti allontani dalla bellezza effimera della città dell’amore per eccellenza, Parigi, e ti avvicini alla squallida atmosfera creata dagli esseri umani, melodrammatica e per certi tratti claustrofobica.

Traduzione: Francesca Gallo
Editore: Time Crime
Pagine: 348
Anno pubblicazione: 2023

Lucy Foley è laureata in Letteratura inglese alla Durham University e specializzata in Modern Fiction alla UCL.

Ha lavorato a lungo come editor presso la casa editrice inglese Hodder & Stoughton.

Attualmente vive a Londra.

Il libro dell’amore perduto (Neri Pozza, 2015), i cui diritti sono già stati acquistati in tutto il mondo, è il suo primo romanzo.

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