Schegge nella pelle di César Pérez Gellida

Schegge nelle pelle

Schegge nella pelle

Un thriller psicologico costruito come un cruciverba.

Siamo nella Spagna centro-settentrionale, a Urueña, un paesino medievale in cima a un altopiano. È la fine di un freddo novembre e tutto è coperto di ghiaccio e immerso nella nebbia.

Qui si rincontrano dopo tanti anni due amici d’infanzia: un affermato scrittore e un cruciverbista in bolletta.

Nel loro passato comune c’è un trauma, una falla, un buco nero che li accompagna da sempre e che ha condizionato le loro esistenze fin dai tempi del collegio. L’incontro attuale scaturisce da quel trauma: per cercare di risolverlo, di attutirne gli effetti, per cercare una vendetta forse impossibile…

È l’inizio di un gioco macabro che, da un colpo di scena all’altro, diventa via via sempre più efferato: ma ci sono schegge che conviene non estrarre mai, perché la vendetta ci può sprofondare in abissi inimmaginabili.

RECENSIONE

Schegge nella pelle di César Pérez Gellida è un romanzo che offre una miscela originale di thriller, psico e noir, con un incipit da vero maestro del brivido.

La scena iniziale, infatti, lancia il lettore in una zona ad altissima tensione e, nel seguito della lettura, la domanda che attanaglia i pensieri è comprendere da dove origini un episodio così feroce, in cui violenza e psicopatologia appaiono intimamente e morbosamente connesse.

Il killer rabbrividisce per il flusso di energia che circola nel suo corpo e, altrettanto, rabbrividisce il lettore per l’efferatezza di cui è testimone.

La trama, dopo questa esplosione di fuoco, si fa più lenta, i lunghi ma intensi dialoghi tra i due protagonisti, giocati in punta di fioretto, permettono di addentrarsi nell’essenza di un dramma crescente che, a poco a poco, riprende in velocità e lascia senza parole.

Álvaro, uno scrittore di successo, e Mateo, che lotta per arrivare a fine mese, sono i protagonisti principali del romanzo, e Urueña, una cittadina nella provincia di Valladolid, è il luogo in cui si incontrano.

Urge a Mateo l’aiuto dell’amico, che non incontra da tempo, per essere aiutato a rimuovere le schegge traumatiche che da anni sono conficcate sotto la sua pelle.

Tramite i ricordi dei due protagonisti si scava in profondità in un passato truce, si conoscono gradualmente le loro personalità, e si penetra nell’esperienza condivisa in un collegio, quando erano ragazzini.

A partire da quel periodo della loro vita si dipana una storia inquietante, fatta di molestie e abusi, di ricatti e umiliazioni, di bullismo; in cui il gioco psicologico è raggelante e può avere conseguenze sordide.

Tra i due amici rimangono sospesi debiti emotivi pesanti, e persistono traumi irrisolti che originano ferite forse impossibili da rimarginare.

Un simile dolorosissimo passato dà il via a un’elaborata e incontenibile spirale di vendetta e violenza macabra, in cui vittima e carnefice si scambiano costantemente i ruoli; una trama che all’inizio può sembrare scontata, ma che si trasforma con un’intensità crescente in un puzzle dai risvolti impensabili.

L’autore accompagna sul palcoscenico del thriller con uno stile di scrittura fluido, di un livello letterario elevato, capace di scandire sapientemente il ritmo narrativo dell’ossessione patologica che domina la storia e che fa accartocciare le emozioni fin dentro alle viscere.

L’ambientazione del romanzo nel paesino medievale di Urueña, in un gelido pomeriggio d’inverno dove il freddo penetra in profondità, è la cornice ideale per contenere l’atmosfera di tensione in cui si svolgono i fatti narrati che, per la loro sinistra veemenza, toglieranno il fiato al lettore.

Le scene sono dettagliate e si stagliano visivamente nella mente con raccapricciante precisione.

I personaggi sono intagliati in una tridimensionalità che porta quasi a sentire il loro tangibile respiro provenire dai ricordi.

La narrazione ci manifesta una profondità psichica che disvela, poco alla volta, le loro motivazioni e l’inquietudine opprimente che li rende prigionieri di un gioco claustrofobico.

La scelta narrativa è coraggiosa per vari elementi.

Oltre a una storia complessa e ricca di sfumature, si alternano costantemente i piani temporali del passato e del presente, mentre la voce narrante appartiene alternativamente ad Álvaro e a Mateo, con l’effetto di coinvolgere maggiormente il lettore nello sviluppo degli eventi.

Il romanzo ha pressoché un’unica ambientazione e pochi personaggi, ma sa tenere in tensione con l’abile e feroce gioco degli inganni che mette in scena.

Le molteplici sfaccettature presenti nel romanzo fanno sì che nella mente del lettore permanga un retrogusto persistente che porta a cercare di mettere insieme i vari pezzi di un gioco a incastro, senza però riuscire a scalfire minimamente la vera partita in campo.

Traduzione: Thais Siciliano
Editore: Ponte alle Grazie
Pagine: 352
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

César Pérez Gellida (Valladolid, 1974), laurea in geografia e storia e master in direzione commerciale e marketing, ha lavorato nelle comunicazioni fino al 2011, quando ha deciso di dedicarsi unicamente alla scrittura.

I suoi originali thriller hanno riscosso grande successo in Spagna (dove si parla di gellidismo per definire il genere che gli è proprio), fruttandogli numerosi premi.

Ponte alle Grazie ha pubblicato il suo L’ultima a morire (2021).

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