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Le bugie che racconto di Julie Clark

Le bugie che racconto

Le bugie che racconto

Meg Williams, Maggie Littleton, Melody Wilde.

Tre nomi diversi, una sola donna. Capace di assumere, con abilità sconcertante, l’identità di una studentessa universitaria o di una life coach o di un’agente immobiliare…

E quando le sue vittime capiscono l’inganno, per loro è ormai troppo tardi. Però Meg/Maggie/Melody non lo fa per soldi e non lo fa a caso.

La sua è una vendetta precisa, calcolata al millimetro.

Una vendetta per qualcosa che è successo a lei e a sua madre tanto tempo fa. Mirata a colpire uomini che ingannano, sfruttano, denigrano le donne. Una vendetta senza spargimento di sangue, ma che distrugge la vita di quegli uomini, mandando in frantumi ogni cosa: la loro dignità, la loro reputazione, il loro benessere economico, le loro famiglie.

Meg/Maggie/Melody non ha però fatto i conti con Kat Roberts, un’ostinata giornalista investigativa che da dieci anni segue le sue tracce.

RECENSIONE

Le bugie che racconto, thriller psicologico e mozzafiato è assolutamente degno di essere definito lo specchio dei nostri tempi.

L’autrice ha creato una trama avvincente che ha come protagoniste due donne: la prima che incontriamo è Meg Williams, pseudo-studentessa squattrinata che dorme nella sua auto.

Dopo diversi espedienti, Meg capisce che deve dare una svolta alla sua vita e cerca un uomo con cui iniziare una relazione, che abbia una casa dopo possa ospitarla.

È così che si imbatte per caso nel preside del college che frequentava e da qui inizia a pianificare la sua prima vendetta.

Costretta a lasciare la casa dove viveva con la madre a causa di un truffatore, Meg capisce che, se vuole vendicarsi di lui e di altri torti subiti, deve imparare ad avere pazienza.

Sì, perché il motivo cardine del thriller è la vendetta, non solo personale ma anche per interposta persona, Meg cambia nome, professione, città e amicizie in base a chi deve truffare.

Impara che ai giorni nostri è sufficiente diventare amico di un amico immaginario sui social, per poter accedere ad una miniera d’oro d’informazioni sulla vittima designata.

Ormai appuntamenti, cene, frequentazioni, scuola e lavoro sono in vetrina su qualsiasi social ed inconsapevolmente pubblichiamo, tutti noi, decine di foto e pensieri fruibili per chiunque!

In Le bugie che racconto non ci sono spargimenti di sangue, ma uomini che perdono le loro prestigiose posizioni, carriere, reputazioni, sempre per atti meschini e riprovevoli commessi ai danni di Meg stessa o semplicemente di altre donne indifese, incapaci di reazioni significative.

Meg diventa quindi una “Robin Hood” moderna al femminile.

La trama si fa entusiasmante perché, oltre a Meg/Maggie/Melody, Julie Clark inserisce un’altra donna, Kat Roberts, una giornalista ambiziosa.

Dieci anni prima era una stagista molto promettente del Los Angeles Times che lavorava su una notizia importante, ovvero un preside di liceo accusato di molestie e stupro ai danni delle sue studentesse.

Nella speranza di iniziare la sua carriera, Kat decise di condurre una indagine segreta parallela grazie ad una segnalazione anonima, ma il risultato fu disastroso per lei che, ancora oggi, incolpa questa persona: una giovane donna di nome Meg.

La narrazione è appassionante e piena di colpi di scena e tengono il lettore incollato alle pagine.

Julie Clark è molto brava a costruire una tensione costante e crescente tra le due protagoniste, grazie anche alla tattica del “back and forward”, continui salti temporali avanti ed indietro nel tempo tra le loro due storie che si intrecciano e man mano aggiungono dettagli alle protagoniste, così come alle “vittime”.

La Clark spiega con dovizia di particolari come Meg si prenda tempo, settimane, mesi per studiare la prossima vittima che deve truffare.

Come riesca a crearsi una nuova identità costruita ad hoc per il suo piano, unendo pazienza e astuzia nell’analizzare tutti i dati in suo possesso, prima di fare la prima mossa.

Questo aspetto è una parte fondamentale della trama e aggiunge un elemento di profonda complessità al personaggio principale che, con la sua dedizione nell’analizzare i dettagli della vita delle sue vittime, si presenta come una figura intrigante e al contempo inquietante, un’abile manipolatrice.

È intrigante per il lettore scoprire come riesce ad usare per i propri scopi le informazioni ottenute.

Anche l’altra protagonista, determinata ad avere la sua vendetta sfruttando la tecnologia per scovare colei che ritiene colpevole di aver causato le sue sventure, presto capirà che la vita è un continuo distinguere tra le varie sfumature di grigio e che ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte, giuste o sbagliate che siano.

Le bugie che racconto è altamente consigliato sia agli amanti del thriller psicologico che ai lettori in cerca di una lettura piena di suspense.

Con il suo stile narrativo alternato, diretto e pungente, il lettore si trova immediatamente coinvolto.

Empatizza velocemente con le due protagoniste, grazie anche al ritmo serrato senza tregua.

Come l’orditore o il ragno che tessono la tela, così il lettore non può non ammirarne l’abilità e sentirsi attirato verso questa brillante trama.

Traduzione: Valentina Ricci
Editore: Astoria
Pagine: 368
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Julie Clark è autrice del New York Times di “The Last Flight”.

Ha ottenuto ottime recensioni da parte di Kirkus, Publishers Weekly e Library Journal, e il New York Times lo ha definito “completamente assorbente”.

È stato nominato Indie Next Pick, Library Reads Pick e Best Book of 2020 da Amazon Editors e Apple Books.

Il suo debutto, “The Ones We Choose”, è stato pubblicato nel 2018 ed è stato opzionato per la televisione da Lionsgate.

Vive a Los Angeles con i suoi due figli e uno scricciolo dorato con scarso controllo degli impulsi.

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