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Stella di mare di Piergiorgio Pulixi

Stella di mare

Stella di mare

Certi luoghi sono maledetti.

E le persone che ci abitano condannate a un destino che non meritano. Lo sa bene Stella, diciassette anni, l’estate negli occhi e addosso l’esuberanza di chi è giovane.

Tutti a Sant’Elia, un quartiere popolare di Cagliari affacciato sul mare, la conoscono, la desiderano e la invidiano: perché lei è splendida, impunita. Speciale.

Ma un giorno in cui il maestrale infuria rabbioso, viene trovata morta su una spiaggia, il volto sfregiato come a cancellare la sua bellezza leggendaria.

Stella era pronta a lasciarsi alle spalle i palazzoni di Sant’Elia, ma il destino, o meglio, un assassino, ha scritto diversamente il suo futuro.

È un’indagine difficile, questa, in cui si moltiplicano i sospettati e le piste: il vicequestore Vito Strega, insieme alla sua squadra di ispettrici, dovrà districarsi nei segreti di un quartiere impenetrabile per la polizia.

E, fin da subito, dovrà fare i conti con i fantasmi della gente del posto e anche con i propri, che sperava di aver sepolto per sempre e invece tornano ad affiorare più forti che mai.

In questo noir in cui i personaggi, attraverso i loro chiaroscuri, prendono vita come in un’antica tragedia, Piergiorgio Pulixi indaga il senso più controverso della giustizia, fa breccia negli indelebili legami di sangue e interroga le colpe dei padri.

RECENSIONE

Sesto volume della serie “I Canti del male”, Stella di mare è un libro che coinvolge il lettore soprattutto grazie alla forza con la quale l’autore riesce a dare vita ai personaggi, siano essi protagonisti o secondari.

Il primo grande personaggio del romanzo è il quartiere cagliaritano di S. Elia, che Pulixi descrive dettagliatamente nel suo degrado sociale, morale e umano:

un quartiere popolare duro
[…]
difficile e pericoloso

noto con l’appellativo di “Scampia sarda”; una

sorta di banlieu mediterranea affacciata sul mare

Un sobborgo in cui la regola non è la legge, ma l’illegalità; in cui lo spaccio rappresenta l’opportunità di lavoro più naturale e la violenza, anche domestica, è parte integrante della quotidianità.

Nonostante i numerosi sforzi di riqualificazione avvenuti nel corso degli anni, a S. Elia

è rimasta una sacca di criminalità e illegalità resistente a tutti i tentativi di cambiamento

Ed è in questa sacca malata e violenta che si consumano gli omicidi.

Primo tra tutti quello di Stella, la protagonista, la splendida diciassettenne, capace di far girare la testa a coetanei e adulti con la sua bellezza indescrivibile, che si trasforma ben presto nella sua condanna.

Stella di mare si apre con una lunga descrizione di Stella, accompagnata dalla notizia della sua scomparsa e del ritrovamento del suo cadavere sfigurato.

Non la vedremo mai viva tra le pagine, ma ne potremo ricostruire la personalità, il fascino, l’intelligenza attraverso i racconti degli altri personaggi.

Ammaliati dalla sua dirompente esteriorità, pochi di quelli che l’hanno frequentata hanno compreso la sensibilità della ragazza e il suo attaccamento alla famiglia.

L’ attaccamento alla famiglia, nonostante la sua non fosse esattamente “la classica famiglia da Mulino bianco”, potendo annoverare al proprio interno un padre accusato di pedofilia, un fratello in carcere, uno zio spacciatore ucciso in uno scontro con le forze dell’ordine, una madre alcolizzata e invidiosa della propria figlia e della sua bellezza.

Tra tutti i familiari, svetta in positivo la figura di Rosaria Nemus, la nonna di Stella.

Un personaggio che definirei quasi epico per la forza con la quale resiste alle numerose avversità che la colpiscono nel corso della vita

quella di Stella era solo l’ultima di una lunga serie di angosciose scomparse che avevano segnato la sua esistenza

e che, come padron ‘Ntoni ne I Malavoglia, rispetta le tradizioni del suo paese e a difende ad ogni costo la sua famiglia (o quello che ne rimane).

Di grande impatto la ripetuta descrizione di Rosaria che piange i suoi morti e, per non impazzire, con le mani piene di tagli, continua a rassettare le reti dei pescatori, come ha sempre fatto da quando era bambina.

Mentre vediamo evolversi i rapporti tra i personaggi che conosciamo (in quanto già protagonisti degli altri libri della serie) e delinearsi in modo preciso le cause e le conseguenze dei problemi psicologici di Vito Strega, siamo testimoni di un’indagine complessa, di cui sembra non si riesca a venire a capo

le piste, anziché restringersi, parevano moltiplicarsi col passare delle ore

in cui tutti, anche i più insospettabili, sembrano colpevoli (e forse, in qualche modo, lo sono).

Lo stile di Pulixi è, al solito, di altissimo livello: frasi strutturate ritmicamente, sapiente uso delle metafore e delle similitudini, diffusi riferimenti letterari (solo io ho visto “A Silvia” nella descrizione di Stella?) rendono la lettura ‘sostanziosa’ e scorrevole, impegnativa e fluida nello stesso tempo.

Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 481
Anno: 2023

AUTORE

Nato a Cagliari nel 1982, Piergiorgio Pulixi vive a Londra.

Ha pubblicato Perdas de Fogu (Edizioni E/O 2008), L’albero dei Microchip (Edizioni Ambiente 2009), Donne a perdere (Edizioni E/O 2010) e la serie poliziesca iniziata con Una brutta storia (Edizioni E/O 2012) e La notte delle pantere (Edizioni E/O 2014).

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