,

Delitto a Tokyo di Keigo Higashino

Tokyo

Delitto a Tokyo

Il corpo di un avvocato noto in città viene trovato morto in una macchina. Sembra semplice per la polizia locale trovare il colpevole, visto che in poco tempo un uomo viene interrogato e poi indotto a confessare l’omicidio. Purtroppo, però, c’è una certa differenza tra l’arrestare qualcuno e il fare giustizia.

E questa differenza è la molla che spinge i due protagonisti di questo romanzo a perseguire un’indagine che per le autorità competenti è già chiusa. L’oscurità che avvolge i due ragazzi – lui il figlio del reo confesso e lei l’orfana della vittima – complica però la soluzione del caso. Quando si cerca nel passato possono emergere persone e storie che danno nuova luce anche al nostro presente.

È così che i due ragazzi scoprono che nessuno è chi diceva di essere. Forse i due genitori, vittima e carnefice, sono stati e sono ancora, al contrario, il carnefice e la vittima.
Higashino ci porta in una Tokyo in cui niente è ciò che sembra e l’ossessione muove tutti i personaggi in una strada sempre più efferata e pericolosa.

Delitto a Tokyo comincia con l’incontro di due ispettori sulla scena di un crimine.

Nonostante la loro attenzione sembra essere rivolta più alla pioggia che sta per scatenarsi su Tokyo che non sul corpo trovato in una vettura, i nostri eroi scopriranno presto l’identità della vittima.

Inizierei con un paio di domande in merito a Shiaishi Kensuke, sa di chi sto parlando vero?

Le indagini sono veloci e il caso “sembra” risolto già a metà narrazione.

A questo punto Higashino porta il lettore a riflettere e a rivedere l’analisi del caso.

Fa riemergere prepotentemente due personaggi di secondo piano.

La figlia della vittima, una spigliata e testarda ragazza di nome Mirei

… mio padre non era la persona dipinta nella confessione di suo padre

E il figlio dell’assassino Kuraki, impiegato in una multinazionale ora sull’orlo del licenziamento a causa del padre.

Kuraki non si rassegna a sapere suo padre un assassino.

era assurdo che suo padre, o qualsiasi persona, riuscisse anche solo a partorire l’idea di minacciare qualcuno con un coltello da cucina

Con i dubbi dei due figli, ora interpreti principali, la lettura entra nella seconda parte.

L’andatura, da tranquilla e riflessiva dei poliziotti passa al ritmo serrato e incalzante dei due sconcertati e allibiti figli, che dopo un lungo e sospettoso approccio tra loro, diventano attenti detective.

L’autore fa muovere quasi tutti i suoi attori con i mezzi pubblici.

Diventa protagonista non solo il centro di Tokyo, ma entriamo nelle periferie, calpestiamo i parcheggi, i lungo fiume dove qualche tempo prima qualcuno aveva ucciso.

Delitto a Tokyo ci offre anche uno spaccato di vita orientale, dove il “chinare il capo, tenere gli occhi bassi e lo scambio frequente di bigliettini da visita” sono un mantra.

…la notizia di un incidente d’auto di un dipendente poteva essere sufficiente anche per un licenziamento immediato

La storia ha un forte impatto sul lettore e lo costringe a porsi degli interrogativi.

Emergono cruenti episodi oramai sepolti e, per la legge, caduti in prescrizione.

Il “reo confesso” racconta la vicenda, ma per alcuni famigliari non è convincente, si pongono domande, riflettono su questo caso che mette in risalto la forza di un uomo che rivela ancora e ancora.

Viene da chiedersi se la confessione sia un modo per alleggerirsi la coscienza.

Se questa abbia fatto capolino insieme al rischio della pena capitale e se sia un modo per chiedere indulgenza o dare aiuto…

Senza accorgersene si arriva a pagina 464, tra una giro in metropolitana, e un sorso di caffè, tra una pioggerellina monotona e un fiume impetuoso.

Dopo essersi macchiato di omicidio, mio padre ha vissuto come se nulla fosse sfuggendo alle proprie responsabilità…

Traduzione: Stefano Lo Cigno
Edito: Piemme
Pagine: 464
Anno pubblicazione: 2023

Keigo Higashino è nato a Osaka e ha iniziato a scrivere mentre lavorava come ingegnere alla Denso.

Il suo primo romanzo del mistero è del 1985; successivamente, iniziata la sua carriera di scrittore si è trasferito a Tokyo.

Nel 1999 ha vinto il Mystery Writers of Japan Award per il romanzo Himitsu (“Segreto”), tradotto in italiano col titolo La seconda vita di Naoko, da cui è stata tratta subito una pellicola cinematografica e, successivamente, un dorama nel 2010 con Mirai Shida nel ruolo della protagonista.

Nel 2006 ha vinto il Premio Naoki per il romanzo Yōgisha X no Kenshin (Il Sospettato X – tradotto in italiano dall’inglese e non dall’originale giapponese), venduto in oltre due milioni di copie e tradotto in 14 paesi.

Nel 2023 la sua attività di autore di romanzi polizieschi gli ha fatto vincere il Kikuchi Kan Prize.

Higashino è anche autore di saggi e libri di storia per bambini.

Condividi questo articolo:

Potrebbero interessarti anche: