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Il rumore del ghiaccio di Peter May

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Il rumore del ghiaccio

Tra i ghiacci che ricoprono ormai da tempo le Highlands scozzesi, una giovane meteorologa si imbatte nel cadavere di uno sconosciuto.
Il mondo sarà anche cambiato ma gli uomini no, e le ragioni per uccidere restano sempre le stesse.

Il corpo di Charles Younger, un giornalista scomodo, viene recuperato in un ghiacciaio.
Younger non era un escursionista e il suo ritrovamento in montagna ha una sola spiegazione: seguiva una storia.

Questa almeno è l’opinione di Cameron Brodie, il detective arrivato da Glasgow per seguire il caso.
Ormai a fine carriera, Brodie ha sulle spalle una diagnosi implacabile e varie ragioni, anche personali, per trovarsi sulle Highlands.

E mentre l’ennesima tormenta taglia fuori dal mondo i villaggi scozzesi, Brodie ha la conferma di come il male possa annidarsi ovunque, più vicino di quanto potesse mai immaginare.

Il rumore del ghiaccio di Peter May ci offre l’occasione di riflettere su ciò che il cambiamento climatico sta causando e sul mondo in cui ci troveremo ben presto a vivere se non mettiamo in atto fin da subito comportamenti corretti nei confronti dell’ambiente.

Le scelte politiche dei governanti, sbagliate e superficiali, hanno provocato sulla Terra effetti devastanti.

Il romanzo si svolge nelle Highlands scozzesi nel 2051 (anno peraltro per noi non così lontano) e la descrizione dell’ambiente appare fin dalle prime pagine agghiacciante.

L’innalzamento del mare ha cancellato dalla faccia della Terra l’Inghilterra orientale, buona parte di Londra è sott’acqua, l’Olanda non esiste più, così come gran parte del Belgio e della Danimarca – gli argini, che erano stati negli anni predisposti dai governi, nulla hanno potuto contro la forza del mare che si è innalzato.

In alcune zone costiere i palazzi sono allagati e inagibili e molti insediamenti costieri sono stati abbandonati dalla popolazione per mettersi in salvo.

Parimenti i Paesi caldi dell’Africa sono divenuti invivibili perché le temperature hanno superato la soglia sopportabile per la popolazione, e onde di migranti si stanno riversando dall’Africa equatoriale e dall’Asia, verso il centro Europa.

Calcutta, la città dove sono nata, dove ho studiato medicina, adesso è sotto il Golfo del Bengala. Alzi la testa, guardi verso Nord, e vedrà che anche il Bangladesh è scomparso. Un’intera nazione che semplicemente non c’è più. Più o meno come la Florida ed ampi tratti del litorale orientale degli Stati Uniti

A parlare è la Dottoressa Sita Roy, l’anatomopatologa che viene inviata nelle Highlands scozzesi con il protagonista – il detective Cameron Brodie della Polizia di Glasgow – per far luce su un cadavere rinvenuto nei ghiacci.

Brodie, benchè appassionato di escursioni in montagna ed esperto conoscitore delle Highlands, vorrebbe rinunciare all’incarico – ma è affetto da un cancro in fase terminale e sa che recarsi nelle Highlands sarà l’ultima sua possibilità di incontrare la figlia Addie, con la quale i rapporti si sono bruscamente interrotti da parecchi anni, e forse ricucire il legame con la figlia che vive in quelle lande desolate sulle rive ghiacciate di un loch (lago in gaelico).

Il cadavere del reporter investigativo Charles Younger è stato proprio da Addie rinvenuto nella galleria di un munro (montagna in gaelico), sepolto nel ghiaccio.

Una scena del crimine del tutto inusuale e nella quale appare difficile reperire tracce o prove da analizzare – ecco la prima caratteristica che rende questo thriller una piacevole novità.

Elemento distintivo de Il rumore del ghiaccio è in effetti tutto ciò che ha a che fare con l’ambiente: comprendere come si vive in un luogo ostile ricoperto dal ghiaccio, con temperature al limite del sopportabile e con una Natura superiore, costringe il lettore a rendersi conto dei propri limiti e della propria mediocrità, impegnandolo a riflettere sui comportamenti corretti da mettere in atto per salvaguardare il pianeta.

Se l’indagine del detective Brodie è da un lato avvincente ed affascinante, dall’altro l’elemento di sicuro interesse è proprio il paesaggio in cui si svolge la vicenda.

Sono a tal fine complici le tempeste di ghiaccio e neve descritte, nonchè le difficoltà a vivere in tali luoghi rendendo claustrofobica l’atmosfera in cui si sperimenta incapacità di superare gli ostacoli, isolamento e perdita.

Il territorio descritto è primitivo perché fa nascere nel lettore paura e risveglia l’istinto di sopravvivenza; ma contemporaneamente è futurista, perché dal punto di vista delle attrezzature tecnologiche l’autore descrive con dovizia di particolari un mondo evoluto, in cui ci si sposta con droni elettrici senza necessità di guida e si indossano occhiali che possono scansionare immagini e al contempo manipolarle.

È affascinate la descrizione dell’ eVTOL veicolo elettrico a decollo e atterraggio verticale che non necessita di pilota – evoluzione avveniristica degli “antiquati” elicotteri.

Al procedere dell’indagine, con l’ansia che il protagonista resti sepolto dall’ennesima imminente tempesta di ghiaccio in arrivo, si alternano capitoli in cui si torna indietro di decenni.

L’autore dà in quei capitoli la parola direttamente al detective Brodie, per chiarire quali intime ferite porti con sé nonché le dolorose cause della rottura del rapporto con la figlia Addie – pagine intensamente drammatiche che conducono il lettore ad empatizzare totalmente con Brodie.

In un angoscioso epilogo dal ritmo serrato, dopo aver sviluppato un intreccio coerente e credibile – benchè complesso -, l’autore chiarisce la cause dell’omicidio del giornalista con una buona dose di ansia, in massima parte accentuata dall’altra location claustrofobica del romanzo, cioè l’Hotel International in cui soggiorna Brodie – che tanto ricorda l’hotel di Shining per desolazione ed abbandono.

Tra i punti di forza del romanzo sicuramente si annovera la minuziosa e dettagliata descrizione psicologica del protagonista e la sua profonda sofferenza dovuta alla perdita della moglie, alla rottura del rapporto con Addie, alla sua straziante condizione di malato terminale.

Altro punto di forza è senz’altro la complessa rete di taglienti riflessioni su argomenti imprescindibili quali il cambiamento climatico e i rischi del riscaldamento globale, l’importanza della transizione energetica, l’utilizzo di energie rinnovabili, e il trasporto sostenibile – tutte tematiche toccate nel corso dell’indagine dal protagonista.

Traduzione: Alfredo Colitto
Editore: Einaudi Stile Libero
Pagine: 320
Anno pubblicazione: 2023

Peter May è nato a Glasgow nel 1951.

L’isola dei cacciatori di uccelli (Einaudi Stile Libero 2012) è il primo volume della trilogia ambientata sull’isola di Lewis, che ha ottenuto uno straordinario successo di critica e pubblico in Gran Bretagna e in Francia.

Nel 2013 Einaudi Stile Libero ha pubblicato il secondo volume della trilogia, L’uomo di Lewis, e nel 2015 il terzo e conclusivo, L’uomo degli scacchi.

Nel 2018 per Einaudi è uscita nei Super ET l’intera Trilogia dell’isola di Lewis.

Einaudi ha pubblicato, nel 2017, Il sentiero, nel 2020 Lockdown, e nel 2023 Il rumore del ghiaccio.

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