L’istinto del lupo
Il lupo fa branco e obbedisce all’istinto. L’istinto, stimolato dall’olfatto, lo spinge a una caccia perenne. Il lupo marca il territorio con l’urina e il sangue dei rivali. Il 1982 e il 1983 sono gli anni dell’ascesa al potere mafioso di Nitto Santapaola nel catanese e di Totò Riina nel palermitano.
Ma sono anche gli anni del boom dell’eroina e della commistione fra servizi, mafia e politica. Agatino e Liborio rapinano banche. Non sono affiliati a nessuna squadra mafiosa, ma Agatino è il figlioccio di Nitto Santapaola.
Quando Nitto gli chiede un favore è bello grosso: far parte del gruppo di fuoco che eliminerà il generale Dalla Chiesa. Per ricompensarlo gli affiderà la messa in opera della prima raffineria di eroina. La loro vicenda si intreccia con quella di uomini dei servizi e poliziotti ingenui che non hanno capito il gioco, e quando l’hanno capito, è troppo tardi.
La guerra per l’eroina costringe Agatino a scappare a Londra, dove nel giro di pochi mesi crea un proprio giro d’affari. Ma ecco che Nitto lo richiama a Catania: sarà il momento della resa dei conti.
RECENSIONE
L’istinto del lupo di Sal Costa è un noir che poggia su un’accurata ricostruzione storica, un vero e proprio affresco della società mafiosa dei primi anni ’80 in Sicilia, epoca in cui il potere criminale domina.
È un periodo caratterizzato dalle guerre di mafia per il controllo dell’eroina – una fonte di denaro senza precedenti – e dall’ascesa mafiosa di Totò Riina e di Nitto Santapaola.
Il romanzo ci introduce in un mondo popolato da personaggi asserviti alla legge del crimine, un mondo brutale in cui le vicende si stagliano mutevoli, e le alleanze dell’oggi si trasformano nelle spietate storie del domani.
La narrazione de L’istinto del lupo si sviluppa inizialmente sulle strade di Catania, nell’approssimarsi di un evento che segna drammaticamente la storia italiana.
Alleanze trasversali tra clan, portano a compimento l’attentato e l’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della giovane moglie Manuela e della loro scorta.
Agatino Cutispoti, “u figghiozzu”, pupillo di Nitto Santapaola, e il compagno di misfatti, Liborio, un genio precoce del crimine, sono gli esecutori materiali del riuscito attentato, e il boss Santapaola li premia affidando loro l’incarico di messa in opera della prima raffineria di eroina a Termini Imerese.
Agatino e Liborio sono amici inseparabili da sempre, nonché coppia rodata nel portare a segno con maestria rapine in banca, ma per quanto abili e scafati, la gestione dell’eroina è tutt’altro affare.
In questa cornice, scoppia una guerra di mafia tra gli uomini di Santapaola e gli altri clan mafiosi del catanese, la tensione sale e Agatino e Liborio, che risentono di una certa inesperienza nel trattare le cose di mafia, compiono uno sgarro verso Totò Riina.
Per rabbonire il boss, Santapaola è costretto a compiere delle azioni abiette. Al contempo, per salvare ad ogni costo il suo pupillo, Agatino, verso il quale nutre un affetto filiale, lo manda a nascondersi in un posto affollato e lontano: Londra.
Con il suo istinto del lupo, Agatino si fa strada, a modo suo, nel nuovo territorio, ma il passato torna sempre a bussare alla porta.
Tra doppi giochi di mafia, servizi segreti e apparati dello Stato, si snoda una storia in cui gli affiliati ai clan mafiosi sprofondano sempre più nelle “sabbie mobili” dell’inganno.
Assistiamo a feroci combattimenti, visitiamo luoghi depredati e sottomessi al malaffare, diventiamo spettatori di una corruzione imperante, sempre pronta a trascinare nel vortice del crimine organizzato una moltitudine di esseri umani che vivono la temporaneità di una vita violenta.
Lo sviluppo della narrazione comprende numerosi elementi e piani di approfondimento, l’effetto è magnetico e pagina dopo pagina cresce la sete di comprendere in quale gioco siano immersi i protagonisti.
La scrittura de L’istinto del lupo è pregevole, ricca di riferimenti ai fatti dell’epoca che donano al libro un’ampia profondità culturale.
Lo stile diretto e incalzante, punteggiato di frasi brevi e incisive, conferisce al romanzo un ritmo serrato che tiene il lettore costantemente incollato al divenire della storia.
I personaggi, crudi e complessi, hanno imparato a sopravvivere in un mondo disseminato da raffiche di proiettili, dove il “kalasnikov abbaia”.
In questa luce, i protagonisti sono delineati dall’autore con l’abilità di chi coglie quanto di essenziale, ma al contempo di significativo è contenuto in ogni vita e in ogni storia. Sono numerose le figure abilmente rappresentate con profondità e precisione, da Agatino Cutispoti, a Liborio a Nitto Santapaola, ai vari personaggi che si avvicendano nel contesto londinese.
La lettura di questo romanzo è un’esperienza pregnante per l’atmosfera da palpito che spesso tiene il lettore con il fiato in gola, mentre assiste, in diretta, alla drammaticità di guerre criminali che si snodano a tutto campo, in cui protagonisti agguerriti e violenti neutralizzano e uccidono chi si frappone ai loro piani.
I contesti della narrazione sono resi vividi da input rapidi, sparati direttamente nella mente del lettore, e sin dalle prime pagine le emozioni dilagano, mentre cresce l’attesa di comprendere cosa si celi dietro e dentro, le ombre cupe che si affacciano costantemente nella narrazione.
Tra i punti di forza de L’istinto del lupo c’è la capacità dell’autore di rappresentare un universo mafioso a tutto tondo, facendo emergere le dinamiche interne ai clan, le tensioni tra i vari boss, le strategie per mantenere gli equilibri raggiunti col sacrificio di molte vite, oltre alle emozioni e ai sentimenti che inaspettatamente vi trovano spazio .
Editore: Morellini
Pagine: 312
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Sal Costa è nato vive a Catania.
È autore di romanzi: Un du’e tre. La vera storia di Johnny il pompiere (1997), Visioni di Jack (1999), Bollito duro (2014), Il mercante di Dio (2018).
Presente in riviste e antologie nazionali ed estere con racconti e poesie.
Tradotto in polacco nel volume Mòj dziadek to Atlas ojciec Czlowiek-Ryba. Ha scritto un testo di teatrodanza, I frutti di Pomo Pusillo, due monologhi teatrali, Nine Steps e, in vernacolo, U sceccu do Signuri, e la commedia Il segreto di Audrey Hepburn.
Nel 2005 è stato selezionatore, per la sezione Letteratura, alla Biennale Giovani Napoli.
Ha fatto parte della Giuria Tecnica all’EtnaBook 2019 e 2020. Per Morellini Editore ha scritto il racconto per l’antologia a cura di Gabriella Kuruvilla Sicilia d’autore (2019) e i romanzi Come ammazzare il tempo quando sei morto (2021) e Saravà (2022).