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A fuoco lento di Philipp Kerr

A fuoco

A fuoco lento

Argentina, 1950. Dopo essere stato vittima di uno scambio di persona, Bernie Gunther si vede costretto a scappare a Buenos Aires fingendosi un criminale di guerra nazista. Quando viene accolto da Perón in persona e dalla moglie Evita svela loro la sua vera identità e scopre che la sua reputazione di detective lo precede.

Così, il colonnello Montalban, braccio destro della coppia, gli affida subito un mistero da risolvere: una giovane ragazza è stata uccisa in circostanze raccapriccianti, con modalità che ricordano fortemente l’ultimo caso affrontato da Bernie quando era ancora un detective della omicidi a Berlino, negli anni Trenta.

Troppe le somiglianze per non pensare a quella vecchia storia. Quello, però, era un caso che non era riuscito a risolvere. Montalban è convinto che l’assassino si nasconda in mezzo alle migliaia di ex nazisti giunti in Argentina a partire dal 1945. E quindi chi meglio di Bernie Gunther può catturarlo?

Ricco di atmosfera e di suspense, questo romanzo solleva scomodi interrogativi sulla reale portata della collaborazione nazista e dell’antisemitismo nell’Argentina peronista.

Bernie Gunther è tornato.

L’investigatore ideato da Philipp Kerr è riuscito finalmente ad arrivare in Argentina, ma non riuscirà a stare a lungo lontano dai guai.

Quarto episodio che segue la trilogia di Berlino: il detective Gunther si può descrivere con l’aggettivo “anticonvenzionale”.

È cinico, sprezzante, incline a raggirare e infrangere le regole, ironico al limite del caustico.

Bernie Gunther è stato una luce durante il nazismo e nel suo esilio argentino, non esiterà a mettersi nei guai, a innamorarsi, ma soprattutto a cercare la verità.

La bravura di Kerr è nello scrivere dei romanzi dalle atmosfere noir in cui il “doppio” la fa da padrone: tutto è sia bianco che nero, sia bene che male e lo stesso Bernie si incastra in questi meccanismi, oliandoli e facendoli girare per riportare la verità a galla.

Il lettore è spesso disorientato, perché non sa mai se chi aiuta e circonda il detective Gunther è dalla sua parte o contro di lui.

Gli amici nascondono spesso i nemici e viceversa, è un gioco allo specchio in cui l’immagine riflessa è sempre distorta.

Quello che volevo dire è che la verità raramente è la verità e le cose che si pensa non siano vere spesso si dimostrano non essere false.

L’ambientazione storica è sempre ricercata.

Negli incontri del protagonista con personaggi storici realmente esistiti, come Evita Peron in questo caso, hanno una descrizione verosimile.

Ma parliamo nello specifico di questo romanzo.

Sbarcato in Argentina, la sua fama di grande investigatore lo precede e così si trova “costretto” a indagare su un caso di omicidio, molto simile a uno su cui aveva investigato a Berlino, ma che non aveva potuto chiudere perché rimosso dal caso.

L’inizio delle sue indagini coincide con la conoscenza di Anna, una ragazza ebrea che gli chiede aiuto per trovare i suoi zii che sono misteriosamente spariti.

In questa doppia indagine, o meglio ricerca, Gunther incontrerà i peggior criminali nazisti che sono riusciti ad arrivare in Argentina e che collaborano col governo peronista.

È come se Gunther fosse tornato nella Berlino degli anni ’30 quando, dimessosi dalla polizia, esercitava come investigatore privato per cercare e trovare facoltosi ebrei che sparivano misteriosamente.

L’Argentina degli anni ’50 come la Germania degli anni ’30, possibile?

Possibile che Bernie Gunther si ritrovi a scavare nella stessa melma di vent’anni prima?

Non c’è niente che ti faccia sentire più lontano da casa che osservare il cielo di notte. Specialmente quando quel cielo è quello del Sud America e la casa è la Germania. Il cielo al di sopra delle Sierras era il più vasto che abbia mai visto, il che mi fece sentire più piccolo del più piccolo punto di luce argentea in quella grande volta nera. Forse era là proprio per quello. Per farci sentire piccoli. Per farci smettere di pensare che ciascuno di noi è abbastanza importante da far parte di una razza eletta, e stupidaggini del genere.

Possibile che anche questa volta le due storie siano intrecciate e che dietro una bella facciata ci sia sempre un grande orrore? Questa volta riuscirà a portare a galla la verità nonostante i vari tentativi di depistaggio?

Che fine farà questa volta Bernie Gunther?

Consiglio questo noir ( e tutta la serie) a chi ama i noir alla Raymond Chandler, a chi adora i detective cinici che usano l’ironia come arma, a chi ama leggere romanzi con una forte ambientazione storica e con una gran ricerca storiografica dietro, ma anche a chi vuole vedere trionfare il bene sul male assoluto.

Traduzione: Luca Merlini
Editore: Fazi Editore
Pagine: 468
Anno pubblicazione: 2023

Philipp Kerr è nato nel 1956 a Edimburgo, ha esordito con Violette di marzo, pubblicato nel 1989 e primo capitolo della trilogia berlinese, grazie alla quale ha collezionato una lunga serie di premi e riconoscimenti e viene considerato un maestro del giallo.

È inoltre autore di numerosi romanzi di successo.

Amato dai giallisti, dai grandi autori letterari, dai divi del cinema, è scomparso precocemente nel 2018.

Fazi Editore ha pubblicato l’intera trilogia, composta da Violette di marzo (2020), Il criminale pallido (2020) e Un requiem tedesco (2021), e il romanzo L’uno dall’altro (2022).

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