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L’isola della peste di Marie Hermanson

l'isola della peste

L’isola della peste

Göteborg, agosto 1925. Sono le sei di sera e il sovrintendente Nils Gunnarsson sta battendo a macchina i rapporti della giornata: due casi di vagabondaggio, un furto di tre lenzuola stese ad asciugare e la sparizione di un cane di razza.

All’improvviso irrompe nel commissariato un ragazzino sporco e vestito di stracci, che lo informa di aver trovato un cadavere e gli chiede di seguirlo. I due risalgono il fiume in barca e raggiungono il cosiddetto Villaggio dei Rottamai, un insieme di baracche ai margini della città, abitate da gente che vive di quello che riesce a recuperare dall’acqua.

Stavolta, però, il fiume ha restituito il corpo di un uomo, per di più ammazzato con una tecnica particolarmente brutale e insolita. Grazie anche alle intuizioni della brillante giornalista – nonché ex fidanzata – Ellen Grönblad, le indagini condurranno Gunnarsson alla famigerata Isola della Peste. Lì, dove un tempo venivano condotti i malati infettivi in quarantena, oggi non dovrebbe esserci più nessuno, ma in realtà la struttura è stata riconvertita a prigione e ospita un unico detenuto, che ha bisogno di una sorveglianza speciale.
Chi è questa persona e in che modo può essere coinvolta nell’omicidio, se è rinchiusa da anni dietro le sbarre?

RECENSIONE

È una tranquilla serata di fine estate nella Goteborg degli Anni Venti e il sovrintendente Nils Gunnarson sta battendo lentamente a macchina il suo rapporto giornaliero prima di rientrare a casa quando, alzando gli occhi, non riesce a reprimere un sussulto: un ragazzino lacero e sporco, entrato chissà come nel suo ufficio, gli intima di seguirlo.

Alle ovvie proteste del poliziotto, il ragazzo insiste, sostenendo di aver trovato un cadavere.

Il morto in questione si trova al Villaggio dei Rottamai, un luogo poco distante dal porto di Goteborg i cui abitanti, estremamente indigenti, ma allo stesso tempo orgogliosi, vivono di piccoli espedienti e non amano che la polizia metta il naso nei loro affari.

Dall’esame autoptico risulta evidente che l’uomo è stato assassinato in modo brutale e insolito, lo stesso modus operandi descritto in uno dei romanzi dello scrittore Leo Brander, pseudonimo di un autore sconosciuto, divenuto il beniamino degli appassionati di gialli particolarmente crudi e violenti.

Il sovrintendente Gunnarson, fresco di nomina, giovane e interessato alle tecniche investigative più moderne, inizia le indagini scontrandosi a più riprese con il Commissario Nordfeldt, suo superiore e mentore, uomo di altri tempi, tradizionalista e fortemente ancorato al passato.

Inizialmente il giovane poliziotto brancola nel buio, poiché il quadro investigativo si configura come un vero e proprio rompicapo.

Tuttavia Nils non si scoraggia e segue tenacemente ogni pista, incrociando la strada di personaggi subdoli e ambigui, fino a giungere alla cosiddetta “Isola della peste”, una stazione di quarantena ormai dismessa che ospita un unico detenuto molto speciale.

Il prigioniero è Arnold Hoffman, un uomo estremamente pericoloso, un mostro sanguinario che deve essere tenuto in regime di totale isolamento, un assassino assetato di potere che gode enormemente nell’infliggere dolore agli altri, soprattutto alle donne.

Con l’aiuto di Ellen Gronblad, sua ex fidanzata, una giovane donna moderna ed emancipata che sogna di diventare una giornalista e alla quale l’ideale femminile di moglie e madre sta un po’ stretto, il buon Nils riuscirà a risolvere il caso.

L’isola della peste è un noir dall’impianto classico, dalla trama avvincente e dallo stile fluido che permette al lettore di immergersi completamente nell’atmosfera della Goteborg degli Anni Venti.

L’autrice ricostruisce con cura e perizia un contesto storico molto affascinante.

Inoltre, arricchisce la narrazione sfruttando, in diverse occasioni, la tecnica del cliffhanger a fine capitolo per tenere il lettore avvinto alle pagine del romanzo.

I temi trattati sono quelli dell’isolamento sociale, della corruzione e della questione femminile e la Hermanson offre uno spaccato estremamente preciso della società svedese del periodo.

Nella narrazione non manca l’aspetto sentimentale, poiché il povero Gunnarson è ancora molto innamorato di Ellen, erede di una famiglia dell’alta borghesia, i cui genitori, assolutamente contrari alla relazione della giovane con un uomo più grande di lei e dagli scarsi mezzi finanziari, hanno fatto di tutto per dividerli.

L’isola della peste può essere letto come un romanzo autoconclusivo.

A chi volesse conoscere più approfonditamente i due protagonisti e le loro vicende, si consiglia di iniziare la lettura delle opere di Marie Hermanson, partendo da La grande esposizione, primo volume della serie dedicata a Nils Gunnarson ed Ellen Gronblad.

Editore: Guanda
Traduttore: Carmen Giorgetti Cima
Pagine: 352
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Marie Hermanson, giornalista e scrittrice, è nata a Goteborg nel 1956 e ha esordito nel 1986 con una raccolta di racconti.

Guanda ha pubblicato La spiaggia, Oltre il limite, La grande esposizione e Il diavolo e il suo doppio.

I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo.

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