L’enigma del leone
Tutto pare scorrere tranquillo per l’avvocato Ettore Casciola, quando la misteriosa morte del suo collega Leone Cesari, proprietario del noto Studio L.E.O., giunge a scuotere le fondamenta della sua ordinaria esistenza.
All’apertura del testamento, Casciola scoprirà che l’amico gli ha lasciato in eredità una lettera contenente un messaggio incomprensibile fatto di simboli e frasi in latino.
Ettore, aiutato dal figlio Federico e dallo studente anticonformista Giancarlo, inizierà dunque una caccia al tesoro volta a risolvere l’enigma.
Contemporaneamente uno strano gruppo di uomini e donne, che affonda le proprie radici nel passato, si riunisce in segreto: cosa li lega alla morte del professore?
Un labirinto fatto di complicati indizi porterà i protagonisti nei luoghi più simbolici di Bologna.
Una ricerca che li metterà sulla strada di un conflitto millenario tra fazioni, avide di potere, pronte a tutto pur di portare a termine i propri scopi. Anche a uccidere senza pietà.
RECENSIONE
La misteriosa morte del Prof. Leone Cesari, 71enne proprietario del noto Studio Legale L.E.O. Law & Economics Organization di Bologna, mette in subbuglio la tranquilla vita del suo socio e delfino, Ettore Casciola.
Ettore, 50enne dedito in primis al lavoro – e solo raramente presente in casa, nonché poco coinvolto dalle vite di moglie e figlio – è essenzialmente stato sino ad ora il bagman del Professor Cesari.
Il portaborse di un uomo di chiara fama nell’ambiente bolognese con altolocate amicizie e conoscenze nel ramo legale.
A legare i due personaggi si capisce esserci stato sempre un misto di stima e amicizia, nonchè un’ottima collaborazione professionale.
Inaspettatamente però, Ettore prova anche un pizzico di gioia alla scomparsa del suo mentore.
Da ora in avanti non sarà più solo il bagman dell’eminente Professore e non vivrà più alla sua ombra.
Leone Cesari ha lasciato precise indicazioni testamentarie affinché tutte le quote dello Studio passino in eredità ad Ettore.
A complicare però la situazione è una misteriosa busta che il notaio incaricato consegna ad Ettore all’apertura del testamento.
È sulle informazioni lì contenute, anzi sulla possibilità di comprenderle, che si basa tutta la vicenda che prende avvio in tal modo ne L’enigma del leone.
Il messaggio criptico che il Prof. Leone Cesari lascia in eredità a Ettore Casciola è composto da un fiore stilizzato nero (forse un giglio?), una frase latina
Semel Abbas, semper Abbas. Ad aeterno
una frase in calce
Libertas, uguaglianza e fraternità
(il motto reso famoso dalla Rivoluzione Francese? ma come mai una parola è trascritta in latino?) e una croce rossa su sfondo bianco.
L’enigma da decifrare non appare affatto semplice, sia per la presenza nel medesimo messaggio di lingue diverse (perché italiano e latino?), sia per la presenza dei simboli a contorno.
A tentare la decriptazione dell’oscuro messaggio Ettore coinvolge suo figlio Federico ed un amico di quest’ultimo, Giancarlo – studente all’Alma Mater Studiorum di Bologna.
Ciò che all’inizio era apparso loro come un interessante gioco, una bella avventura da vivere insieme, era diventata un’ossessione che li teneva svegli la notte a studiare e il giorno a correre dietro alle più svariate teorie
I tre formano certamente una squadra alquanto eterogenea e si trovano concordi nell’essere affascinati dall’enigma lasciato in eredità ad Ettore.
Metteranno in campo tutte le loro conoscenze storiografiche, oltre a intuito, vivace curiosità e passione per la storia e l’arte, per scoprire cosa si celi in quell’oscuro messaggio.
Parallelamente all’indagine, sempre a Bologna, si tiene l’arcana ed oscura riunione di un gruppo di personaggi – nove tra uomini e donne – che in rigida e totale riservatezza circa la propria identità (al punto di non rivelare l’un l’altro nemmeno il nome, ma chiamandosi solo con nomi di pianeti) si incontrano per volere del Precettore, l’unico fra tutti a conoscere l’identità di ciascuno.
Sono gli Iniziati, una sorta di setta segreta che appare essere interessata alla scomparsa del Prof. Cesari, nonché timorosa della rivelazione al mondo di un segreto che li anima e mantiene uniti.
In una corsa contro il tempo in cui via via altri misteri si aggiungono – quali ad esempio l’effrazione dello Studio Legale L.E.O., salvo poi non aver rubato nulla; l’allontanamento di Giancarlo dagli scavi archeologici a cui presiede alla presenza del Prof. Michele Pollacci, titolare della Cattedra di Archeologia e Culture del Mondo Antico, impostogli inaspettatamente proprio dal suo Professore; il ritrovamento di una chiavetta USB con ulteriori informazioni lasciate da Leone ad Ettore; ed infine la scomparsa proprio di Ettore – il punto di forza de L’enigma del leone, sta proprio nella dettagliata e puntigliosa ricostruzione dei dati storiografici che, come nella costruzione di un puzzle, permetterà di risolvere l’enigma e comprendere l’oscuro messaggio lasciato da Leone al suo erede.
Il gruppo degli Iniziati incute contemporaneamente curiosità (per l’eterogeneità dei partecipanti, gli incarichi che ciascuno ricopre nel gruppo, la filosofia che li guida e lega l’un l’altro) e timore (nel corso del romanzo si macchieranno di più di un crimine poiché effettivamente collegati all’enigma di Leone ed alla sua figura).
La creazione da parte dell’autore di questo gruppo e la descrizione dell’attività che conduce è uno dei maggiori punti di forza del romanzo, accanto ai tantissimi riferimenti storici ed artistici relativi ai palazzi di Bologna in cui la vicenda si svolge; dalla Rivoluzione Francese alla Regola Benedettina, dai Cavalieri Templari all’antico Egitto e poi alla Massoneria, l’autore ricostruisce una vicenda che affonda le proprie radici proprio nella storia della setta segreta di cui gli Iniziati sono ora l’anima vivente.
Parimenti è interessante seguire la risoluzione del difficoltoso enigma creato da Leone e cercarne la chiave accanto ad Ettore, Federico e Giancarlo: per decifrare i simboli e le frasi sarà necessario un complicatissimo lavoro di ricerca di un filo comune fra di essi.
Faccio parte di un gruppo di donne e uomini che detengono un segreto unico, capace di cambiare le sorti del mondo in qualunque momento. Noi siamio gli Abbates o Eletti e siamo i depositari di quella che chiamiamo, per l’appunto, Verità.
La capacità descrittiva e di ragionamento dell’autore, nonché il collegamento tra eventi, simboli e fatti anche molto distanti in termini temporali fra loro, rende il romanzo interessante anche se sicuramente non facile: a conclusione l’autore inserisce anche un capitolo di Note Storiche a suffragare tutte le meticolose descrizioni di cui compone la vicenda.
Editore: Edizioni Pendragon
Pagine: 427
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Filippo Palmieri nasce a Bologna nel 1975 e qui, ancora oggi, vive e lavora.
Laureato in Giurisprudenza, è avvocato e socio di uno studio professionale e si occupa di consulenza ed assistenza alle imprese.
La grande passione per la lettura e per la sua città lo ha spinto a scoprire aneddoti e curiosità dai quali trae ispirazione per i suoi romanzi.
Ha pubblicato per Pendragon I segreti della pietra nel 2019.