L’oscura morte di Andrea Palladio di Matteo Strukul

Copertina di L'oscura morte di Andrea Palladio di Matteo Strukul
Un viaggio nel tempo, un’immersione totale nella vita del grande architetto Rinascimentale Andrea Palladio, della Vicenza che ospita le sue opere e nelle oscure trame che avvolgono la sua misteriosa scomparsa.

L’oscura morte di Andrea Palladio

Recensione di Alessandra Boschini

Vicenza, 14 febbraio 1569. Leonida di Andrea della Gondola, un giovane intemperante e tormentato, partecipa alla festa di San Valentino presso il palazzo di Alessandro Camera e, tra melodiose danze e ricchi banchetti, seduce la moglie del padrone di casa. Tra i due uomini scoppia un litigio feroce durante il quale Alessandro Camera muore accoltellato.

Ma quella che sembra l’ennesima sanguinosa lite della Vicenza rinascimentale, si rivela un affare molto più grosso. Leonida infatti è il figlio di Andrea Palladio, il più celebre architetto della Serenissima. E proprio nel momento del suo massimo splendore artistico, per Andrea, padre e marito fedele, la sfida quotidiana diventa proteggere Leonida e il resto della famiglia, perché nella città delle faide, dell’Inquisizione e della peste che non lascia scampo, nessuno è al sicuro.

Il leggendario architetto dovrà fare i conti con avvenimenti che lo segneranno nel profondo fino alla fine dei suoi giorni.

Recensione

Leggere un romanzo di Matteo Strukul equivale a un viaggio nel tempo, un’immersione totale nell’epoca in cui ci vuole trasportare, vivere quel momento storico assaporandone ogni cosa, dal modo di vivere ai costumi, dal cibo alle armi usate, dal gergo alle pettinature.

In questa ultima indagine, quasi un cold case, l’autore ha cercato di scoprire il mistero che avvolge la morte di Andrea Palladio, il più grande architetto veneto del Rinascimento, avvenuta in circostanze misteriose nel 1580.

Ma è andato oltre, presentandoci l’uomo Palladio nella sua vita privata, la sua famiglia, la sua gentilezza naturale e spontanea.

Tanto la vita gli ha arriso dal punto di vista professionale

(“dagli archi dei ponti ai prospetti dei palazzi, dalle lesene ai porticati delle ville, tutto ci parla di lui”)

quanto i problemi familiari gli hanno procurato dispiaceri.

Il primogenito Leonida

“s’accompagna sempre ad amici perdigiorno come guardie del corpo, gira armato di pugnale e di una schiavona”

era dunque più dedito ai piaceri della vita che a seguire le orme del padre.

Ed il racconto inizia con l’omicidio, da parte di Leonida, di un marito geloso a cui il giovane aveva sedotto la moglie.

Ovviamente il padre smuove le sue conoscenze per salvare il figlio da una condanna ma questo gli apre gli occhi sul suo essere padre:

“a cosa era servito progettare le ville più belle, le chiese più solenni se poi il suo primogenito ammazzava un uomo a coltellate? Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Dimmi dove ho sbagliato e proverò a rimediare, vedendo nella miseria del figlio il suo fallimento come padre

Il suo mestiere era la sua gratificazione

Non v’era in città un palazzo che non recasse la sua firma. Pareva che quell’uomo avesse, con la propria opera, ridisegnato le facciate degli edifici, le forme dei ponti, le strutture delle ville, inventando praticamente dal nulla un nuovo concetto di architettura

Tutta questa fama controbilancia tanta invidia soprattutto da chi vorrebbe emergere e farsi strada nell’ambiente, e odio da parte di chi si sentiva sminuito.

Fortunatamente il Palladio può contare sull’amore e sull’appoggio di Allegradonna, quella moglie pratica, determinata e intelligente che

se non erano ancora sul lastrico ma, anzi, avevano di che vivere, lo doveva a lei, quella donna alta, forte e dallo sguardo diritto e sincero

Sul piano professionale è un genio indiscusso ed è il suo lavoro, il disegno a farlo sopravvivere: risponde al dolore con la perfezione delle linee, la dolcezza delle forme, la meraviglia delle figure.

Ma è incapace di confrontarsi con le sfide che la vita gli pone davanti, è impreparato al male, ai patimenti e alle perdite, ai lutti.

In una Vicenza che risplende di bellezza architettoniche si fanno strada l’Inquisizione, che con la sua mano feroce e deviata controlla la città attraverso una rete di spie e che condanna pesantemente chi si macchia di idee in odor di eresia e, come se non bastasse, si affaccia la peste mietendo vittime tra popolani e nobili, senza nessuna distinzione.

In questo clima nefasto il Palladio sente il peso della vecchiaia, dei tormenti che la vita gli ha presentato, è sopraffatto dalla perdita delle persone a lui care e, a cuor sereno, affronta il suo destino.

Si arriva alla fine del libro e sembra di dover salutare un amico tanto è godibile la storia, tanto le accurate descrizioni dei personaggi ci immergono nella trama, sembra quasi di respirare l’aria pesante delle bettole o la polvere dei cantieri, i miasmi dei malati nel lazzaretto o poter ammirare il meraviglioso teatro Olimpico e le armoniose proporzioni delle ville sul Brenta.

L’autore dimostra una volta di più la sua grande preparazione storica, la sua capacità di rendere ogni storia piacevole e interessante, la sua cura nei più piccoli dettagli è attenta, precisa.

La prosa lineare rende la lettura molto scorrevole, il ritmo mantiene costante l’attenzione e le emozioni non mancano.

C’è quasi una dimensione spirituale che si fa largo tra le pagine, si coglie una passione che non è solo ricerca storica ma va oltre, penetra in qualcosa di più intimo regalando un aspetto familiare che dona una lettura piacevole e suggestiva.

Editore: Rizzoli
Pagine: 208
Anno di pubblicazione: 2024

Matteo Strukul (Padova 8 settembre 1973) è un romanziere e sceneggiatore italiano.

Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Padova, ha poi conseguito un dottorato di ricerca in Diritto europeo dei contratti civili, commerciali e del lavoro presso l’Università Cà Foscari di Venezia.

Attualmente è docente di Sceneggiatura Interattiva presso il Link Campus University di Roma ed è membro della Historical Novel Society.

Sposato, vive a Padova, Berlino e Transilvania.

Nel 2017 ha vinto il Premio Bancarella per il suo I medici: una dinastia al potere, primo romanzo di una tetralogia.

Nel 2018 viene riconosciuto “Padovano Eccellente” e vince il Premio Emilio Salgari per il romanzo Giacomo Casanova, la sonata dei cuori infranti.

Inoltre è uno degli autori scelti dall’Associazione Italiana Editori per rappresentare la letteratura italiana alla Mostra Internazionale del libro di Mosca.

Ha pubblicato in totale 14 romanzi, (quasi tutti per Newton Compton) due biografie musicali, cinque albi fumetti.

Ha lavorato anche come traduttore di romanzi e fumetti per Edizioni BD per il quale ha curato la collana Revolver e per la Multiplayer.it Edizioni.

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