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Minerva in fiamme di Susanna Raule

Minerva in fiamme, copertina
“Questo è certo, non ne sappiamo nulla. Potrebbe essere stato un incidente. Che cosa ci vuole, per uccidere un altro essere umano?” “Sfiga. Incapacità di trattenere l’impulso. O gelida psicopatia.”

Minerva in fiamme

Recensione di Erika Giliberto

Il lunedì è sempre un orrore, si sa. Per Minerva Blanc, psicologa e psicoterapeuta quarantenne in forza al Centro per adolescenti della Spezia, il buongiorno speciale arriva dalla gamba destra, che al risveglio è in fiamme. Dopo quindici anni di (più o meno) educata convivenza con la sclerosi multipla, Minerva sa di aver appena vinto un pit-stop in ospedale causa recidiva in corso.

Ignora, invece, che al lavoro la aspetta la notizia che ogni terapeuta teme: un suo paziente è morto. Si tratta di Angel, sedicenne in terapia obbligata dopo l’arresto per spaccio. Un incidente, dicono i rilievi, ma a lei sembra un incidente strano… sospetto, addirittura. Minerva inizia a indagare quasi per caso, ma a ogni domanda ne saltano fuori altre tre.

E non è la sola, perché investigano anche i colleghi con le loro fisime, la tirocinante dagli occhi di foca, la psichiatra dalle eterne salopette e persino la neurologa di Minerva. E quando dei sensibili professionisti dell’ascolto come loro si mettono in testa di fare i detective… le cose non vanno proprio come in una serie tv. In una città rovente che sfinisce Minerva sul piano fisico, la teorica sfida intellettuale si fa sempre meno intellettuale e sempre più un completo casino.

Tra pazienti che brandiscono coltelli, allarmi bomba, uno spacciatore troppo ansioso di darle una mano, branchi di turisti disprezzati dalla popolazione locale e dirigenti preoccupati delle possibili querele, per Minerva non sarà semplice arrivare in fondo al caso viva e vegeta. O almeno viva…

Recensione

Definire Minerva in fiamme un thriller, o romanzo giallo, potrebbe trarre in inganno chi ha deciso di intraprendere questa lettura.

La storia inizia con la descrizione di Minerva Blanc e della sua “strampalata” vita.

Traspare sin da subito la sua forza, perché l’autrice ci pone di fronte a una donna che non solo svolge un lavoro piuttosto complesso, ma deve anche combattere tutti i giorni contro la sclerosi multipla.

La donna è caratterizzata in modo talmente dettagliato che il lettore, non conoscendo l’autrice, non può non chiedersi se, per caso, Susanna Raule non stia parlando di se stessa.

Il lettore inizia così ad accompagnare Minerva in ospedale, a causa della sua recidiva, e poi sul posto di lavoro.

Ed è qui che si conosce una carovana di psicoterapeuti, i colleghi e collaboratori della protagonista, anch’essi descritti minuziosamente, grazie altresì a lunghi dialoghi divertenti.

L’ironia fa da padrona durante tutta la narrazione che è, allo stesso tempo, molto esplicita anche nei termini utilizzati.

La morte di Angel Batista, il paziente di Minerva, rimane un po’ troppo sullo sfondo, tant’è che dopo un centinaio di pagine, ancora non vi sono colpi di scena al riguardo, se non il fatto, ampiamente intuibile, che il ragazzo non è morto per un incidente, ma è stato ucciso.

In Minerva in fiamme vengono soprattutto toccati diversi argomenti, primo fra tutti la salute mentale.

Ma si parla anche di inclusione, della parità di genere, della nuova generazione di giovani un po’ abbandonati a loro stessi e sì, anche della sclerosi multipla.

Susanna Raule parla di questa patologia in maniera volutamente ironica, come a sdrammatizzare una situazione chiaramente devastante, tanto da indurre il lettore a pensare che anche qui, ahimé, stia parlando della sua vita.

L’autrice prende una posizione ben precisa su tutto e non si fa fatica a capirne le idee e i valori, in quanto non è per niente fan dei giri di parole.

I protagonisti di questo romanzo comunicano tra loro attraverso dialoghi dal linguaggio colorito e, a volte, un po’ troppo tecnico, il che appesantisce un po’ la scorrevolezza della lettura.

Come si diceva all’inizio, Minerva in fiamme più che un thriller, sembra un diario personale dell’autrice, è una piacevole lettura, ma non aspettatevi la suspense di un classico giallo.

Senza dubbio, è un romanzo consigliato a psicologi e psicoterapeuti.

In ogni caso, la sensazione di fondo è che Minerva Blanc ritornerà a farci compagnia con una nuova storia.

Editore: Mondadori
Pagine: 408
Anno pubblicazione: 2024

Susanna Raule è nata a La  Spezia, dove vive. Psicologa e psicoterapeuta, ha lavorato come traduttrice e sceneggiatrice per vari editori. È l’autrice di L’ombra del commissario Sensi, Satanisti perbene e L’architettura segreta del mondo, tutti pubblicati da Salani, e del graphic novel Inferno. L’ombra del commissario Sensi è stato selezionato dal Sole 24 Ore nella collezione dei migliori gialli italiani. Scrive per Esquire, Harper’s Bazaar e Wired. È tra le fondatrici del collettivo per la parità di genere nel fumetto Moleste (www.moleste.org).

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