L’inverno di Bird
Recensione di: Alessia Chierico
TRAMA:
Heather Berriman è una donna in fuga. Ha lasciato improvvisamente il posto di lavoro a Birmingham per dirigersi a nord. La verità è che lavora per i Servizi segreti britannici, come suo padre prima di lei – padre a cui deve il suo soprannome, Bird -, ed è costretta a scappare per sfuggire a un’altra, corrotta organizzazione che la vuole morta.
Appassionante thriller di spionaggio, L’inverno di Bird aggiunge allo sfaccettato intreccio, un coinvolgente approfondimento psicologico sul personaggio di Heather: è lei la protagonista di un inverno che indica sia i paesi freddi in cui si nasconde (Scozia, Norvegia, Islanda), sia la condizione di isolamento a cui lei è da sempre, per sua natura e scelta, abituata.
Una solitudine profonda ed emozionante che presto fa da contraltare alla velocità con cui si cominciano a girare le pagine. La nota malinconica che affianca l’intrigo è il tratto che rende il romanzo unico nel suo genere, mentre i momenti più “domestici” connessi alla fuga e agli appostamenti restituiscono una veste insolita e più completa al ruolo di spia.
RECENSIONE:
“L’inverno di Bird” è un romanzo di Louise Doughty, edito da Bollati Boringhieri.
La storia parte dalla fine, quando Heather Berriman, detta Bird, lavora già per il programma di spionaggio Alaska “…una stanza d’angolo con finestre a tutta parete in cui fa sempre freddo.”
Bird è entrata in Alaska all’apice della sua carriera, nel 2007.
In quell’occasione, lei e Carmella, la sua collega, avevano fatto un patto: mai darsi ragione, mai sostenersi a vicenda per evitare che i colleghi maschi potessero prevaricarle.
Louise Doughty ci porta indietro nel tempo per presentarci la famiglia della protagonista.
Il padre di Bird, che soffriva d’ansia, era un bugiardo morto prima che la donna compisse trentasei anni.
Ora lei, come suo padre, lavora per i Servizi Segreti.
“L’inverno di Bird” è strutturato in tre parti.
La prima è spiccatamente narrativa. È un lungo racconto, attraverso i ricordi di Heather, sugli anni della sua adolescenza e su quelli di addestramento per diventare un agente segreto.
Essere preparata alla fuga è sempre stata una costante nella sua vita.
Inspiegabilmente, un giorno Bird lo fa: lascia tutto e se ne va.
Decide di dirigersi verso Nord, al confine con la Scozia.
L’abitudine di “sondare la stanza” appena entra in un locale o si affaccia su una strada, non la abbandonerà mai!
“L’inverno di Bird” è incentrato sulla figura della protagonista: una figura solitaria.
Il suo narrare è un lungo flusso di coscienza attraverso i ricordi e le ombre che vede accanto a sé.
È una fuga, la sua. Ma da cosa sta scappando?
Nella sua vita ha avuto un’unica amica, Flavia e un solo amore.
“Conobbi Richard Semple durante una cena. Aveva una decina d’anni più di me, uno di quegli uomini che oggi definiremmo volpe argentata anche se dubito che all’epoca esistesse questo termine: snello, un po’ troppo elegante per i miei gusti, capelli lisciati indietro (…) a me piacevano di più i tipi massicci e trasandati.”
In quel momento della sua vita la annoiava tutto: il lavoro, gli uomini della sua età, “mi annoiavo perfino di me stessa.”
Era il 1985.
Louise Doughty ci porta avanti e indietro nel tempo.
Questi continui salti temporali, la mancanza di dialogo diretto e la poca interazione con altri personaggi, rendono il romanzo, soprattutto nelle prime due parti, eccessivamente introspettivo e poco accattivante.
È la stessa Bird a rivelarci la sua natura solitaria.
“L’unico aspetto che mi piaceva davvero dell’esperienza sul campo era la parte che gli altri detestavano: la solitudine. Ero una stratega. Preferivo i computer alle persone, perché in genere facevano quello che chiedevi.”
Questa sua predilezione per un ambito impopolare, come quello della burocrazia, le ha permesso di fare carriera in tempi rapidi.
Inoltre, ha lavorato in un settore prettamente maschile, nel quale le avventure occasionali non mancavano.
A lei, sposata con il proprio lavoro, andavano bene quelle relazioni fugaci, senza pretese.
Louise Doughty esamina l’aspetto delle donne in carriera che rinunciano alla possibilità di formarsi una famiglia pur di essere apprezzate nel loro ambito lavorativo.
Bird e Richard si sono incontrati di nuovo a fine carriera quando, per lei, è iniziata una nuova fase del suo lavoro: sorvegliare gli agenti segreti.
In questo romanzo di spionaggio, la spy story vera e propria viene sviluppata solo nella terza e ultima parte.
Il titolo “L’inverno di Bird” rimanda alla fuga della protagonista sempre più a nord, fino ad arrivare ai fiordi norvegesi e in Islanda. Luoghi dove le giornate sono umide, nebbiose e spesso imbiancate dalla neve.
In quelle terre impervie occorre avere “fede, coraggio, resistenza”, come nel suo lavoro.
“Sarà questa la mia fine, penso, in riva a un laghetto scozzese nel bel mezzo del nulla.”
Traduzione: Manuela Faimali
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 304
Anno pubblicazione: 2024
AUTORE
Louise Doughty, pluripremiata autrice di romanzi e drammi radiofonici, è critico letterario per numerosi giornali internazionali e per la BBC. Ha scritto dieci romanzi, dei quali, oltre a Binario Sette, Bollati Boringhieri ha pubblicato Nel nome di mia figlia (2016), finalista al Costa Novel Award e all’Orange Prize for Fiction; Fino in fondo (2014 e 2016), finalista allo Specsavers National Book Award come Thriller dell’anno; e Il buio nell’acqua (2017). Vive a Londra. Nel 2024 pubblica L’inverno di Bird