La congiura di Dante
Recensione di: Alessandra Boschini
TRAMA:
Un gruppo di uomini si muove nell’oscurità delle gallerie sotterranee di Parigi. La loro missione culmina sotto il Pantheon, con la profanazione della tomba di Marie Curie. Sul posto vengono ritrovati simboli ispirati ai cerchi dell’Inferno di Dante e la firma di un’organizzazione segreta: Gyrum Novem, una setta millenaria che custodisce un’oscura ambizione, capace di riscrivere il futuro dell’umanità. Poche ore dopo, un eminente scienziato muore in circostanze inspiegabili.
Il caso viene affidato alla commissaria Louise Vernay: quello che sembra l’inizio di un’indagine complessa si rivela presto un enigma di proporzioni globali. Affiancata dal collega Massimo, Louise segue una scia di indizi che la conduce nelle cripte di Parigi, nei palazzi segreti di Sintra fino a un sanatorio nascosto tra le Alpi. Ogni scoperta la porta più vicina a svelare i piani del Gyrum Novem. Tra codici nascosti in capolavori dell’arte, segreti scientifici dimenticati e rivelazioni mozzafiato, Louise e Massimo affrontano una corsa contro il tempo per decifrare un piano che mescola genialità, follia e ambizioni senza confini.
RECENSIONE:
Fabrice Papillon ha costruito un intricato labirinto letterario che strizza l’occhio a Dan Brown, mescolando personaggi storici, arte, letteratura, scienza e finzione.
Il perno su cui ruota la storia è la prima cantica di Dante Alighieri, l’Inferno. Il regno dell’oltretomba è una costante nelle 450 pagine che compongono “La congiura di Dante”.
I personaggi si muovono tra i sotterranei del Pantheon parigino, “un vero e proprio groviera trasformatosi in un dedalo malsano”, fino al pozzo di Regeleira a Sintra “che ospita 8 gironi intagliati nella roccia e nel nono cerchio la rosa dei venti con la croce templare”.
La storia prende il via con la profanazione della tomba di Marie Curie: il suo cervello è stato trafugato. All’interno del sarcofago la polizia trova una targhetta, con un’iscrizione che recita: “Tutti i coperchi saranno tolti e da dentro usciranno le grida degli eresiarchi e dei discepoli di ogni setta”. La targhetta porta la firma di un gruppo che si fa chiamare Gyrum Novem. Chi ne fa parte? Qual è lo schema e la logica delle loro azioni?
Il numero 9 compare sempre, anche nel susseguirsi della vicenda che vede la collaborazione tra la polizia francese e quella italiana, perché “le azioni di quell’organizzazione gelidamente metodica e munita di braccia armate” colpiscono anche l’Italia. Roma, poi Firenze e Ravenna, dove viene sottratto il cranio di Dante; infine Londra, dove, nell’abbazia di Westminster, sono custoditi i resti dei più grandi scienziati quali Newton, Darwin, Faraday e Hawking.
Ma perché il Gyrum Novem è interessato a quei teschi, cosa intendono fare dei cervelli appartenuti alle menti più geniali? Forse trovare la chiave dell’anima e del genio umano? È quello che si domandano la commissaria Louise Vernay e il comandante della squadra mobile Massimo Bianchi mentre vengono sbalzati da un paese all’altro in cerca di risposte.
Ma chi è il nemico che sembra sfidarli e trovarsi sempre un passo avanti a loro?
“La congiura di Dante” è un thriller storico: sono presenti ricostruzioni e documenti del passato utili a ricreare la narrazione del presente, ma Fabrice Papillon ha messo così tanta carne al fuoco che al lettore risulta difficile districarsi tra le molte, forse troppe, informazioni sciorinate e fra i tantissimi personaggi storici che affollano le pagine del romanzo. Rigore scientifico e misticismo si mescolano all’esoterismo e citazioni dell’Inferno dantesco si amalgamano in un connubio inaspettato. Il numero 9 diventa l’elemento che unisce i gironi dell’opera dantesca al numero dei pianeti e delle loro orbite attorno al sole, così come le parti del cervello umano.
“La nostra galassia è popolata da cento miliardi di stelle. Il nostro cervello conta cento milioni di neuroni”. E proprio lo studio del cervello e delle sue funzioni avrà un ruolo chiave nella complicata trama di “La congiura di Dante”.
Metafore e simbolismi affollano le pagine e se, all’inizio, storia e scienza riuscivano a mantenere equilibrio nella narrazione, l’aggiunta di esoterismo, paranormale, alchimia, mitologia e precognizione rischiano di deviare dal punto focale della trama.
Fabrice Papillon ci fa viaggiare per mezza Europa: risulta evidente la sua cultura e lo studio che si cela tra le pagine ma, soprattutto, il suo lavoro come produttore televisivo regala dinamicità e tensione alle azioni dei personaggi.
Il finale inaspettato si direbbe congegnato ad hoc per una fiction televisiva ma il messaggio che vuole lasciare è attuale, incisivo e importante.
“Abbiamo tradito la natura da quando abbiamo deciso di prosciugare le risorse della terra nutrice, ma anche da quando abbiamo creato il fuoco nucleare. Siamo tutti dei moderni Prometeo: abbiamo rubato il fuoco creatore e creato il fuoco distruttore”.
TRADUZIONE Maria Moresco
EDITORE: Piemme
PAGINE: 448
Anno di pubblicazione: 2025
AUTORE:

Fabrice Papillon è un giornalista scientifico, produttore televisivo per Arte, insegnante e romanziere. Ha scritto diversi saggi e pubblicato tre thriller scientifici di successo. La congiura di Dante è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.