Il vizio del lupo
Recensione di: Alessandra Colombo
TRAMA:
Bologna. La vita di Lupo, al secolo Gianluca Mannari, viene scandita da momenti preziosi in cui si scorda di avere un lavoro troppo impegnativo e stressante: di sera si rifugia dall’oste Tonino, orso di cento e passa chili dalla battuta pronta e dalla cantina più che fornita; la domenica pomeriggio si nasconde in ludoteca per inscenare insieme a un gruppo di adolescenti più o meno cresciuti epiche battaglie a colpi di dadi. Un giorno, però, la polizia lo arresta fuori dall’ufficio: è l’unico indiziato per l’assassinio di un imprenditore della zona, Glauco Bonazzi, trovato morto in una notte di pioggia, il suo corpo scempiato in una chiesetta di provincia.
Alle spalle del cadavere, a larghe lettere, la scritta InferIVoluntas. Un’invenzione di Lupo, per l’appunto: l’ultima armata in miniatura che ha assemblato aveva proprio questo motto, una sigla – sgrammaticata – in latino. Lupo decide di indagare da sé e innesca un gioco pericoloso. Inizia a frequentare Nina, giovane e umbratile ispettrice toscana tornata a Bologna in cerca di una rivincita personale, ed Eva, sorella della vittima, ragazza dall’aspetto incantevole e dalla lingua affilata. Due fascini diversi a cui Lupo non può rimanere indifferente…che gli causeranno grossi guai.
Gianluca Gualducci, all’esordio assoluto, si presenta con una voce dissacrante, divertentissima e rigorosa nella costruzione di un meccanismo giallo. Il vizio del lupo è un romanzo scritto in stato di grazia, che diverte e racconta i recessi più oscuri dell’anima di un assassino.
RECENSIONE:
Come si può reagire davanti a un’inaspettata accusa di omicidio che cade dal cielo come un fulmine in una giornata di sole? È una domanda che sicuramente si sarà posto anche Gianluca Mannari, detto Lupo, quando è stato convocato dal vicequestore Masciadri, per dare spiegazioni su un omicidio che lo vede indirettamente coinvolto. Lupo è il protagonista principale di “Il vizio del lupo”, primo libro giallo di Gianluca Gualducci, che quando non scrive è manager di un’importante industria del settore abbigliamento.
Mannari è un normale uomo di quasi quarant’anni con un buon posto di rilievo in un’azienda di Bologna e come tanti ha delle passioni che coltiva nel suo tempo libero. Ama i film fantastici e avventurosi e soprattutto la musica, senza distinzione, come perfetto sottofondo per ogni situazione.
Quando non lavora si reca spesso dal suo amico Tonino, abile oste con la stazza di un orso marsicano, che sa come prenderlo per la gola con un buon bicchiere di vino e quattro chiacchiere. Ma la gran parte del suo tempo libero, Lupo, la trascorre in ludoteca, con i suoi amici e compagni di battaglia. Sì, perché è appassionato di wargame con i soldatini e vi si dedica con impegno e massima competitività.
Proprio a causa di questa passione, quando il suo nome, anzi per la precisione il nome della sua armata più letale, compare sulla scena dell’omicidio dell’imprenditore Glauco Bonazzi, si aprono per lui le porte della questura. Per Lupo inizia un calvario di accuse e situazioni intricate che sembrano non dargli scampo. Il vicequestore Masciadri, “un vero cane da caccia: pronto a tutto pur di tornare con la selvaggina tra i denti”, è determinato e tenace e non ha intenzione di mollare la presa tanto facilmente. Uno spiraglio di speranza potrebbe però giungere dall’ispettrice Nina Bonciani, toscana doc, che sembra propensa a credere alla proclamazione di innocenza di Mannari.
Ma Lupo, nonostante il suo “giocare con serietà assoluta, trattare le questioni serie con leggerezza”, non è tipo da stare con le mani in mano ad attendere lo sviluppo delle indagini. Proprio come se stesse giocando una delle sue partite più importanti, studia un piano d’azione e inizia a indagare personalmente. I suoi tentativi di stanare il colpevole lo portano presto a conoscere Eva, ammaliante sorella del defunto Glauco Bonazzi e suo padre, che non riesce a reagire e accettare la grave perdita.
L’ispettrice Nina, con il suo simpatico accento toscano, indaga e scava nelle vite delle persone coinvolte. Le intromissioni di Lupo che si improvvisa investigatore creano tensioni tra loro, soprattutto quando i loro incontri, all’apparenza sempre solo per motivi di lavoro, iniziano a essere più frequenti.
Bonazzi è stato ucciso in circostanze particolari, con un modus operandi che ricorda strani rituali. La polizia brancola nel buio e Lupo vede l’ombra della prigione farsi sempre più vicina. La vita sembra volerlo mettere alla prova proprio quando tutto gira già per il verso sbagliato: il capo al lavoro lo opprime, i suoi genitori sono in crisi e sua sorella cerca in lui un’ancora di salvezza per tutta la famiglia. Lupo non demorde e con determinazione cerca di scoprire nuovi dettagli utili alla soluzione del caso, coinvolgendo gli amici e creando situazioni di pericolo.
“Il vizio del lupo” ha un testo scorrevole e ben strutturato, con capitoli non troppo lunghi che scandiscono il passare dei giorni. Gianluca Gualducci ha utilizzato con sapienza accurate descrizioni di ambienti e situazioni e ha rappresentato in modo realistico e molto credibile tutti i protagonisti, soprattutto dal punto di vista caratteriale. La scelta stilistica della doppia narrazione in prima e in terza persona garantisce dinamicità all’azione e a tutta la storia.
Un debutto brillante, divertente e avvincente. Una nuova penna che si affaccia con decisione sull’ampio mondo dei romanzi gialli.
Editore: Piemme
Pagine: 400
Anno di pubblicazione: 2025
AUTORE:

Gianluca Gualducci è nato e cresciuto a Bologna, trascorre le sue giornate lavorative masticando numeri come manager in una multinazionale nel campo della moda e il suo tempo libero giocando con le parole, in particolare quelle che nascondono un mistero. Il vizio del lupo è il suo esordio nella narrativa poliziesca.