Un rebus per Leonardo Sciascia
TRAMA:
Nel settembre del 1985, a Leonardo Sciascia capitano due cose: la morte di Italo Calvino nell’Ospedale di Siena, e la morte di Aurelio Arriva, giudice, in casa sua. Una pistolettata: suicidio, dicono. Il giudice e lo scrittore siciliano, amici fin dall’infanzia, avevano litigato e non si parlavano da tempo. Qualcuno, in paese, continuava a dire per invidia; qualcun altro insinuava che l’invidia non c’entrava niente, era Sciascia che non avrebbe dovuto mettere l’amico in un libro – anzi, continuava quel qualcuno, Sciascia della Sicilia non avrebbe dovuto proprio parlare.
Leonardo Sciascia, dal canto suo, sosteneva che le grandi amicizie, come i grandi amori, sono come le piante: a un certo punto si seccano, e nessuno può farci niente. Era successo con Guttuso, e forse stava succedendo pure con Vincenzo Consolo. Tuttavia, nonostante, in paese, gli inquirenti pensino che la morte del giudice Arriva sia dovuta a un suicidio e nonostante il tutto sia accaduto, come una disgrazia, un malaugurio, durante la festa della Madonna Bambina, Elena Arriva, la figlia del giudice morto, bella e bionda come certe madonne lombarde, si presenta a casa dello scrittore – la gloria, il vanto del luogo, l’uomo che passeggia a braccetto con Claudia Cardinale – per chiedergli di indagare sulla morte del padre.
Elena non crede all’ipotesi del suicidio, e Sciascia è l’unico che di suo padre sa tutto.
RECENSIONE:
Silvana La Spina, in questo bel noir, vi catapulterà nella Sicilia rurale con una scrittura barocca e sulfurea. Una Sicilia lontana dal mare e dagli stereotipi turistici, ma intrisa di mistero, silenzi e personaggi enigmatici.
“Un rebus per Leonardo Sciascia” di Silvana La Spina è un romanzo avvincente e articolato che dipinge un ritratto intenso e sfaccettato dello scrittore e intellettuale siciliano, inserendo la sua figura in un complesso enigma che combina elementi di giallo, introspezione e analisi sociale.
Silvana La Spina è una scrittrice siciliana per vocazione, ma irriducibile entro qualunque etichetta: nasce al Nord e ancora bambina si trasferisce con i genitori a Ramacca, in provincia di Catania, con alcuni periodi trascorsi in provincia di Parma. L’anno di nascita esatto non viene mai riportato dalle biografie online o dalle quarte di copertina dei suoi libri: un vezzo che si aggiunge a una personalità originale e fortissima, barocca e sulfurea, quasi forse più dei romanzi che scrive.
L’autrice vi terrà incollati alle pagine del libro. Una platea di personaggi tutti mirabilmente descritti, carichi di umanità. Dialoghi credibili e appassionanti sorreggono la vicenda, da cui traspare, anzi trasuda una sicilianità intensa, ricca di storie, misteri, generosa e crudele.
Nel libro come in Sicilia, nulla è come appare e la realtà stessa è una, nessuna e centomila, come direbbe Pirandello. Non si finisce mai di parlare della Sicilia e mai si finirà. Si respira un’anima troppo antica, nonostante la modernità.
Il romanzo si distingue per la capacità di combinare il giallo con un’analisi sociale e politica, offrendo uno sguardo lucido e compassionevole su quest’isola e sui suoi abitanti, spesso vittime delle proprie miserie e delle proprie paure.
La prosa è scorrevole, avvincente e con un intreccio ben costruito. Una bella storia piena di suspence e intrighi, una meravigliosa descrizione della Sicilia più vera e misteriosa, lontana da mare e spiagge e con indimenticabili e dotti rimandi alla letteratura e alla politica. Un prezioso tributo alla letteratura per capire non solo storie e genti dell’isola, ma anche alcuni scrittori che hanno reso così famoso il novecento letterario del nostro Paese.
Editore: Marsilio
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2025
AUTORE:

Silvana La Spina, nata a Galliera Veneta da padre siciliano e madre veneta, è una delle voci più originali della narrativa italiana contemporanea. Dopo gli studi e un matrimonio poi annullato dal Tribunale della Rota Romana, si è trasferita a Catania, città che, insieme alla Sicilia tutta, è spesso protagonista delle sue storie. Nei suoi romanzi intreccia temi di forte impatto sociale con atmosfere intense e simboliche, attingendo al noir, alla storia e alla mitologia.
Ha esordito nel 1987 con Morte a Palermo, dove introduce il personaggio del commissario Santoro. Ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Chiara nel 1993 con Scirocco e il Premio Grinzane Cavour con L’amante del Paradiso (1997). Tra le sue opere più note si ricordano Uno sbirro femmina, La bambina pericolosa e La continentale. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo L’uomo del Viceré (Neri Pozza, 2021), Angelica (Neri Pozza, 2022), Un rebus per Leonardo Sciascia (Marsilio, 2025). Oltre alla narrativa, ha firmato anche un saggio divulgativo sulla criminalità organizzata: La mafia spiegata ai miei figli (Bompiani, 2006).