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Elizabeth Brundage: Punto di fuga

PUNTOFUGA

Quando Julian Ladd legge sul «New York Times» della morte del celebre artista Rye Adler ha un tuffo al cuore. Julian e Rye si erano conosciuti da studenti, durante l’esclusivo Brodsky Workshop di fotografia. Rye, alla ricerca di un coinquilino, gli aveva offerto una stanza e, Julian, trasferitosi da lui, nel diventargli amico si era presto convinto – forse per via di una crescente vena di gelosia ossessiva – che non avrebbe mai raggiunto quel successo artistico che vedeva certo in Rye. Entrambi, poi, avevano subito il fascino della loro talentuosa compagna di corso, Magda, le cui fotografie del quartiere polacco in cui era nata la distinguevano tra tutti, ed entrambi erano arrivati ad avere con lei una relazione più intima. Julian, stupito di vedere che al funerale non c’è una bara, finisce per rientrare all’improvviso in un mondo che credeva di essersi lasciato alle spalle, arrivando a dubitare non solo della morte di Rye, ma dei fondamenti della propria esistenza.

RECENSIONE

Tre protagonisti principali, un’unica passione (la fotografia) e un intreccio amoroso che non lascia scampo: sono questi gli elementi preponderanti sui quali la bravissima Elizabeth Brundage si muove per costruire una narrazione nel perfetto congegno che profuma di thriller.

Elementi sufficienti  a mantenere il passo con l’amato esordio L’apparenza delle cose dal quale fu tratto l’omonimo film Netflix?

La scrittura è senza dubbio evocativa e coinvolgente, punto di forza dell’autrice che, liberandosi della tradizionale punteggiatura, propria del discorso diretto, accoglie il lettore rendendolo parte viva e non mero osservatore.

La trama è piuttosto interessante, non scontata e con un focus importante sul concetto del doppio e della rivalità, senza dimenticare il largo spazio concesso all’arte, nello specifico quella fotografica. Ed è proprio allacciandosi all’arte della fotografia che l’autrice attribuisce a Magda, figura femminile protagonista, la cruda realtà con cui le donne dovettero scontrarsi e fare i conti in un’epoca in cui, ingiustamente, ottenere il successo e il guadagno meritato nel campo della fotografia, non era possibile. Nella sezione in fondo al libro, dedicata ai ringraziamenti, vengono riportate le importanti risorse dalle quali l’autrice ha potuto attingere per creare un quadro autentico sulle condizioni della donna nel campo della fotografia e un’ampia comprensione fondamentale dell’occhio del fotografo e di come interpretare quello che accade dentro l’inquadratura.

Nel complesso è una narrazione a elevata suspense letteraria, tuttavia ciò che è contenuto in queste pagine non lo si può definire un vero e proprio thriller.

La fotografia non sa mentire, ma i bugiardi sanno fotografare (Lewis Hine)

E i bugiardi, o meglio i protagonisti, qui sono innumerevoli perché, oltre ai tre principali che costituiscono il triangolo amoroso, altri personaggi fanno capolino, travolti in una vicenda dove la verità è l’arma più potente e dolorosa; una sorta di narrazione corale costituita da capitoli nei quali ognuno, tra presente e flashback sul passato, prova a ricordare e a riallineare la narrazione con il proprio punto di vista, proprio come un fotografo cerca di mettere a fuoco l’obiettivo, conducendo a un finale inaspettato con la rivelazione di un segreto taciuto per troppo tempo.

Particolarmente interessante l’abilità dell’autrice nel rendere ogni lettore un fotografo, in grado di cogliere, con i suoi scatti, ogni sfumatura umana presente in queste pagine; personaggi non semplici da inquadrare e piuttosto ostici, ognuno dei quali portatore di una visione fotografica differente.

Traduzione: Manuela Faimali
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 360
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Laureata all’Hampshire College, ha frequentato la NYU Film School, l’American Film Institute di Los Angeles e il laboratorio di scrittura dell’University of Iowa. Ha insegnato alla University of Hartford e al Rochester Institute of Technology.

In Italia ha pubblicato nel 2017 L’apparenza delle cose, uscito per Bollati Boringhieri.

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