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Paolo Maggioni: La calda estate del commissario Casablanca

la calda estate...

Questura di Milano. Giuliano Casablanca, detto Ginko, è un giovane commissario di polizia appena trasferito dalla Omicidi all’Ufficio Passaporti. Con la sua squadra – Panettone, poliziotto sovrappeso, Zhong, cinoromano che ha preferito la pubblica amministrazione al bar del padre, e Minimo Sindacale, instancabile sfaticato – sembra destinato a un lavoro tranquillo e abitudinario, in una lotta quotidiana contro il moloch della burocrazia. Ma Milano è una città piena di sorprese e, dietro la facciata dell’ordine e dell’efficienza, nasconde un lato oscuro… Il commissario non ha perso il gusto delle indagini e approfittando delle vacanze del questore ricostruisce la storia di Issa, un maliano fuggito dal Centro di accoglienza di via Sammartini, lungo i binari della Stazione Centrale, e poi morto sul tetto di un treno che aveva come destinazione la Svizzera. Quello che all’apparenza sembra un semplice incidente di un migrante diretto verso un sogno di riscatto e libertà si rivelerà una storia di spaccio e di violenza. Un giallo sullo sfondo di una Milano bella e piena di contraddizioni, tra grattacieli e turisti, trattorie e sartorie d’alta moda, i migranti accampati alla Stazione Centrale e nei giardini di Porta Venezia, le case popolari e il Gratosoglio.

RECENSIONE

Milano mai con le mani in mano, Milano abbronzata, Milano che traina l’Italia, Milano in copertina. Milano che suda, azzeccato come non mai in questa estate rovente, che già a giugno ci fa rimpiangere l’inverno, la nebbia, la neve, la pioggia. Milano multietnica, con i fattorini per le consegne quasi tutti sud-americani, che hanno trasformato i quartieri storici di Milano con la loro pronuncia: Hovisa (Bovisa), Huomo (Duomo), Huartosgiaro (Quartoggiaro).

La calda estate del commissario Casablanca parte d’impatto senza preavviso, con una scena alla Gomorra: extracomunitari nei sotterranei di palazzoni in periferia disposti in cerchio, che assistono al pestaggio violento di un immigrato africano, che ha sgarrato le regole. Subito dopo, con un cambio di scena repentino, ci troviamo nell’ufficio dimenticato da tutti, quello dei passaporti, nella questura di Milano, dove è stato relegato il commissario Casablanca dopo un imprecisato, presunto sgarbo fatto a qualcuno nelle alte sfere.

E’ qui che Maggioni ci introduce alla squadra di Giuliano Casablanca, Ginko per gli amici, dove troviamo Marco Zhong, italo-cinese con la mamma di Centocelle; Minimo Sindacale, sovraintendente che si è guadagnato quel soprannome al punto tale che nessuno ricorda come si chiama veramente; e infine Panettone, addetto al caffè, chiamato così per evidenti ragioni di peso.

E’ da qui che si incrociano i destini di due ragazzi, Issa e Kevin. Il primo, immigrato in Italia con i barconi in cerca di fortuna perché è un bravo pianista, finito per sbaglio nel giro della droga a fare il fattorino, che poi lascerà in cerca della sua ‘rivoluzione’ con il desiderio del riscatto, ma che non arriverà a trovare, purtroppo. Il secondo, figlio di madre single anche se sposata, tipico ragazzo cresciuto nei palazzoni nella periferia di Milano, cerca a suo modo di sbarcare il lunario, naturalmente in modo sbagliato, riuscendo solo alla fine a trovare la sua dimensione e riscattandosi da tutte le scelte sbagliate fatte fino a quel momento. Di contorno a queste storie abbiamo il fotografo free-lance, amico di Ginko, detto Stukas, che con il suo obiettivo cattura, con realtà e crudezza, tutto ciò che accade nelle periferie di Milano e nel centro di accoglienza per immigrati, le due grandi macro-aeree dove si svolge il romanzo.

Non poteva mancare l’eterna fidanzata Camilla, con cui al momento Ginko è in pausa di riflessione, ma che cerca e ricorda col pensiero, arrivando alla fine a quel risultato tanto paventato dal commissario. Si alza la voce, anche se sommessa, sul ‘circo’ che gira intorno ai centri accoglienza per migranti dove tutta una serie di personaggi, che aiuta o che lavora li, sfrutta i migranti invece di aiutarli a trovare un’integrazione, un’occupazione o anche solo una dimensione all’interno del nostro paese. Si parla delle torture che subiscono in Libia, finché i familiari a casa non pagano il loro passaggio verso l’Italia; dello sfruttamento malavitoso, che recluta disperati per i loro sporchi traffici e di chi, davanti alle telecamere finge di essere il mediatore-salvatore per eccellenza, salvo poi scoprire che era proprio lui a smistare le persone, a seconda del proprio tornaconto.

E’ un buon libro d’esordio, un giallo con una Milano multietnica sullo sfondo, con le sue mille e più sfaccettature, sempre sorprendente, sempre con il cuore in mano.

Editore: SEM
Pagine: 240
Anno pubblicazione: 2022

AUTORE

Paolo Maggioni (1982) è milanese e interista. Giornalista alla Rai, è inviato di Rai News 24 e Forrest (Rai – Radio 1). Ha lavorato come conduttore e autore di Caterpillar (Rai – Radio 2) e Radio Popolare. Ha un mito, Beppe Viola, ed insegna al Master di Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano.

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