,

La vacanza del commissario Maugeri di Fulvio Capezzuoli

la vacanza

La vacanza del commissario Maugeri

Estate 1947, il commissario Maugeri decide di passare due settimane di vacanza in un paesino della Val Brembana, dove è stato partigiano durante il conflitto, perché il figlio ha bisogno di cambiare aria e a Milano fa troppo caldo.

Purtroppo non è destino che il commissario possa trascorrere delle ferie tranquille: le parole di un ubriaco, l’incontro con una seducente e provocante ragazza in bikini, una vedova che ancora piange il marito misteriosamente scomparso ed il ritrovamento di un cadavere, lo coinvolgeranno, suo malgrado, in una delle sue inchieste più complesse e sarà chiamato a collaborare con la stazione dell’arma di zona.

L’ultima indagine del commissario Maugeri lo porta in Val Brembana, tra quelle montagne che ha conosciuto quando, da partigiano, portava messaggi e viveri ai compagni.

Suo figlio Giacomo ha passato l’inverno sempre malaticcio e il pediatra ha consigliato un cambio d’aria.

Così, anche se la moglie Giovanna non crede possibile che il commissario possa staccare dal lavoro per tutto quel tempo, la famigliola affitta una casetta in montagna grazie all’aiuto di Lupo, anche lui partigiano ed amico di Maugeri.

Appena sistemato, viene però subito contattato dai colleghi locali, che, vista la sua esperienza, in un primo momento gli chiedono solo un parere ed un consiglio.

Presto però il commissario si fa coinvolgere dalle indagini in un’operazione congiunta e il suo intuito si rivelerà determinante per la risoluzione del caso.

Caso che da subito si rivela complicato perché vede coinvolti diversi personaggi che negli anni della guerra hanno approfittato del caos causato dal conflitto per sparire, sfuggendo così alla giustizia, anche se solo per il momento.

La vicenda si rivela un vero e proprio tuffo nel passato tra carabinieri in motoretta; telefoni ubicati nelle osterie (dove, attendendo la chiamata, si sorseggia un bicchiere di vino o si mangia la polenta taragna); documenti inviati con la telescrivente e missive consegnate a mano dai sottoposti.

La narrazione appare del tutto verosimile grazie agli excursus storici, al punto che sembra di vivere uno spaccato d’epoca del primo dopoguerra.

Fa da cornice alla storia un meraviglioso paesaggio: le montagne con le malghe e i casari che portano a valle le forme di formaggio, i torrenti, gli stretti sentieri che si inerpicano e le piccole botteghe di paese.

Il personaggio del commissario Maugeri è piuttosto atipico nella sua normalità, non ha vizi né manie come invece molti dei suoi “colleghi” letterari.

È un attento osservatore, ha intuito, è fedele alla moglie, e, nonostante sia un uomo affascinante, non cede alle lusinghe delle tentazioni, ha un’integrità morale solida e non abusa mai del potere conferitogli dalla divisa che indossa.

La lettura è scorrevole e la narrazione lineare; i dialoghi brevi regalano il giusto ritmo al racconto e contribuiscono a fare di questo libro un giallo che ha il sapore d’altri tempi, e che, per lo stile pulito ed essenziale, richiama le indagini del commissario Maigret.

Già prima di leggere l’ultima pagina si corre col pensiero alla prossima inchiesta di Maugeri: una soddisfazione che Capezzuoli ci regala puntualmente, ormai dal 2014.

Editore: Todaro Editore
Pagine: 220
Anno di pubblicazione: 2023

Fulvio Capezzuoli nasce a Milano dove si laurea in Scienze Economiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Appassionato di cinema, negli anni ’70 realizza cortometraggi a soggetto e diventa collaboratore della Fondazione Cineteca Italiana pubblicando diversi saggi sul cinema.

Nel 2003 pubblica il suo primo libro Il sapore della bellezza, un saggio sul cinema dell’Iran e nello stesso anno si trasferisce al sud per lavoro.

Nel 2014 esordisce con il suo primo romanzo giallo, Milano 1946 delitti a Città degli Studi cui seguiranno altre storie che vedono protagonista il commissario Maugeri.

Condividi questo articolo:

Potrebbero interessarti anche: