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Morte a Kabul di Alison Belsham & Nick Higgins

Morte a Kabul

Morte a Kabul di Alison Belsham & Nick HigginsKabul.

2003. La città è senza regole: le truppe della NATO lottano con le bande criminali per il controllo delle strade, e l’unica sicurezza viene dalle armi.

Quando il corpo di un soldato inglese viene ritrovato nel tristemente celebre “cimitero dei carri armati”, la polizia di Kabul chiede aiuto per l’indagine e Alasdair “Mac” MacKenzie, un ex agente della polizia di Londra, viene assegnato al caso.

La morte del soldato nasconde chiaramente più di ciò che sembra: cosa ci faceva così lontano dalla sua base nel bel mezzo della notte, da solo?

Anche la giornalista investigativa Baz Khan, americana di origine afghana, è a Kabul, in cerca di uno scoop.

Diversi oggetti preziosi e reperti archeologici inestimabili stanno scomparendo nel caos che regna in città; Baz è determinata a scoprire chi c’è dietro questi misteriosi furti, per impedire che la sua terra natale sconvolta dalla guerra venga ulteriormente depredata.

Ben presto le indagini di Mac e Baz si incrociano, e i due scoprono di essersi immischiati in una faccenda molto più grande di loro…

RECENSIONE

L’immagine che ci viene proposta di Kabul è quella di una città che esibisce senza pudore i segni tangibili dei feroci combattimenti di cui è stata oggetto.

La capitale afgana è depredata, sottomessa al malaffare, attanagliata da una corruzione imperante, e una moltitudine di esseri umani è costretta a vivere nella temporaneità di una vita di stenti e di violenza: tutto può essere ingannevole, persino il cibo. 

In questo crudo scenario spunta la morte del capitano inglese, David Marshall, sgozzato nel cimitero dei carrarmati, luogo di incontri illeciti e pericolosi.

Alasdair MacKenzie, addestratore delle forze di polizia afgane, è incaricato di collaborare alle indagini in quanto ex poliziotto inglese, ritenuto quindi un esperto irrinunciabile.

Il compito appare insidioso, ma per conservare il suo lavoro, Mac lo dovrà portare a termine con successo.

Di questo personaggio colpisce la capacità empatica che gli permette di pianificare le strategie necessarie al mantenimento degli equilibri relazionali in gioco tra le parti.

Miss Basima Khan, giornalista, nata e vissuta a Baltimora, ma di origini afgane, si trova a Kabul per scrivere la cronaca di quel mondo infido e cruento; ufficiosamente, invece, indaga su un traffico imponente di opere d’arte antiche, trafugate a favore di compratori senza scrupoli, in tutto l’occidente.

La giovane, temeraria di carattere, affronta senza remore quel mondo particolarmente ostile alle donne, intercettando nel corso delle sue indagini personaggi biechi e feroci.

Di lei colpisce la determinazione che neppure un feroce maschilismo dominante in quelle terre, può mettere all’angolo.

Jananga è l’incorruttibile maggiore della polizia afgana con cui Mac costruirà una solida collaborazione basata sulla stima reciproca.

Di lui conquista l’integrità un po’ ruspante in un mondo in cui tutto si deperisce in fretta.

In un destino che interconnette i tre personaggi, assistiamo alle loro fughe rocambolesche e a numerosi salvataggi inaspettati.

Inizialmente, una ragnatela racchiude tutto quanto accade a Kabul e imbriglia eroi e nemici.

In quanti dovranno morire per restituire almeno un po’ di giustizia a un paese zeppo di orrori?

Le azioni si spostano, poi, in altri spazi, lontani dalla capitale, e si assiste a un crescendo incessante di guerriglia articolata e temeraria, fino a una caccia spietata caccia all’uomo e a un’epica battaglia finale che ribalta le sorti di tutti i personaggi.

Al suo termine si sveleranno retroscena impensabili.

Di questo Thriller – Morte a Kabul – sono pregevoli numerosi aspetti a partire da uno stile di scrittura che risulta al contempo immediato e pregnante, in cui i dialoghi stagliano con precisione i diversi personaggi, anche quelli secondari.

I paesaggi/contesti della narrazione sono resi vividi da input rapidi, sparati direttamente dentro agli occhi e alla mente del lettore, tanto che sembra di trovarsi sulle strade di Kabul, a rimbalzare tra le buche disseminate ovunque, in un traffico dissennato, o a tapparsi le narici per il puzzo di benzina di vecchi motori a scoppio o per quello degli scoli a cielo aperto.

Le rappresentazioni risultano credibili in quanto mostrano anche gli inequivocabili sfregi di una guerra impietosa: cumuli di macerie, edifici distrutti, posti di blocco sparsi ovunque.

Le azioni sono sapientemente accostate alle emozioni e ai pensieri dei protagonisti, in un continuum che non lascia scampo.

Unica opzione possibile: proseguire la lettura.

Traduzione: Riccardo Ferrigato, Enrico Bucci
Editore: Newton Compton
Pagine: 415
Anno pubblicazione: 2022

AUTORI

Alison Belsham, sceneggiatrice e scrittrice, fin da bambina appassionata alla lettura e alla scrittura, si è progressivamente orientata al genere thriller, quando ha deciso di scrivere ciò che le sarebbe anche piaciuto leggere.

È stata finalista alla BBC Drama Writer competition e con Il tatuatore, il suo thriller d’esordio, ha vinto il Bloody Scotland Crime Writing, uno dei premi più rilevanti del genere crime.

Nick Higgins, fratello di Alison, ha lavorato in Afghanistan dal 2003 al 2007 in qualità di consulente per la sicurezza in progetti per vari enti americani, tra cui la stessa ambasciata USA, le Nazioni Unite, e varie compagnie militari private.

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