Il maestro delle metope
Recensione di Samantha Pascucci
Due giovani donne nude, imprigionate in una strana posa all’interno di un’enorme teca di vetro. Intorno ai due copri una vera e propria scenografia, piena di messaggi da cogliere e decifrare.
Ecco cosa trovano l’ispettore Alice Malandra – appassionata di tatuaggi, serie TV, manga e profiling d’oltreoceano – e il suo consulente Geremia Molin – fotoreporter di cronaca nera, caustico e asociale – quando arrivano sul posto, l’11 febbraio 2011.
Alla Questura di Trieste, infatti, sono giunte due telefonate identiche e inquietanti, da due diverse informatrici anonime.
Entrambe segnalano un delitto in un appartamento in via del Bastione.
Per fortuna la memoria enciclopedica di Leroux, vecchio libraio collezionista di edizioni rare e fanatico di polizieschi, li aiuterà a districarsi, da un capo all’altro del mondo, in un labirinto oscuro di rompicapo e colpi di scena sconcertanti, tra personaggi eccentrici e misteriosi come la città di confine – Trieste – in cui si muovono.
Recensione
Una scena del delitto a dir poco particolare, è con questa immagine che partono le indagini dell’ispettore Malandra e del suo consulente fotoreporter Molin.
Al lettore sembrerà di essere stato catapultato all’interno di una escape room dove il premio non è riuscire a trovare la libertà, ma dare giustizia alle due donne che giacciono morte all’interno di una teca di vetro, circondate da quelli che sembrano essere una moltitudine di messaggi in codice da decifrare.
Una caccia al tesoro, sono queste le parole che descrivono al meglio questo thriller, che si snoda da un capo all’altro della Terra, ma anche nel mondo dell’arte e del mistero.
Per portare a termine questo romanzo – Il maestro delle metope – è evidente il grandissimo lavoro di ricerca fatto dall’autore; abbiamo tantissimi dettagli che vengono dal mondo dell’arte, da quello della musica, ma anche da quello dei miti e delle leggende.
Un insieme di dettagli e rimandi che se da una parte rende più completo il romanzo, dall’altro lo appesantisce distogliendo l’attenzione del lettore dalla parte più dinamica della trama.
Proprio a causa di questa matassa di informazioni e dettagli, la prima parte del romanzo risulta essere un po’ lenta; raccogliamo tantissime informazioni che si sommano l’una sull’altra e che confondono non solo noi lettori ma anche i protagonisti del romanzo.
Un troppo che in alcuni momenti della narrazione stroppia, ma che spiana la strada ad un finale inaspettato e che lascia il lettore a bocca aperta.
Fino alle ultime pagine è davvero impossibile dare un volto all’assassino.
Sappiamo che è lì da qualche parte, ma sembra essere completamente inafferrabile e nascosto nell’ombra. Ed è questa sua presenza a far sì che aleggi fra le pagine un senso di inquietudine e tensione costante.
Malandra e Molin sono i protagonisti principali di questo thriller e tutta la narrazione ruoterà attorno a loro e al loro passato, ma il loro non è l’unico punto di vista che ci viene mostrato; durante la narrazione infatti abbiamo un continuo alternarsi di punti di vista diversi che aumenta la sensazione di spaesamento e inquietudine.
E’ un thriller davvero molto interessante e piacevole da leggere, anche se a volte si ha la sensazione di essere soffocati dalle troppe informazioni.
Editore: Watson Edizioni
Pagine: 394
Anno pubblicazione: 2022
Vincenzo Ramaglia è un compositore, musicista elettronico, docente di linguaggio audiovisivo e infine autore de Il suono e l’immagine.
Musica, voce, rumore e silenzio nel film (Dino Audino Editore), dal 2000 è direttore dell’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma.
Già ampiamente apprezzato da riviste web e cartacee della scena musicale italiana nel 2020 il suo quinto album (La parole, feat. Laure Le Prunenec) si è imposto all’attenzione di magazine musicali ed emittenti radiofoniche di tutto il mondo.
Il Maestro delle Metope è il suo primo romanzo.