Manlio Castagna: l’onestà è la chiave del suo talento

Manlio Castagna

Manlio Castagna

Manlio Castagna è nato nel 1974 a Salerno, si laurea nel 1998 in Scienze della comunicazione con una tesi in Semiologia del cinema.

Scrittore, regista, sceneggiatore, per oltre vent’anni è stato nell’organizzazione del Giffoni Film Festival.

Il cinema è il suo primo amore; esordisce nel 1997 come regista con “Indice di Frequenza“, con Alessandro Haber; scrive e dirige poi diversi cortometraggi pluripremiati, webseries, videoclip musicali e documentari.

La sua carriera letteraria comincia nel 2012 con il libro Pronto soccorso cinematografico per cuori infranti , tradotto anche in Germania.

Esordisce nel mondo della narrativa per ragazzi con la saga bestseller Petrademone per Mondadori, la serie verrà poi tradotta in diversi Paesi.

Manlio Castagna scrive numerosi racconti e romanzi Young Adult di successo, tra cui il candidato al Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2021 La notte delle malombre.

La reincarnazione delle sorelle Klun è il suo primo romanzo per adulti, uscito nel 2022 per Mondadori.

La sua attitudine cinematografica rende ogni scritto incredibilmente visivo e coinvolgente e la sua anima policromatica traspone sul framework le varie tonalità delle sue passioni.

Il nuovo romanzo di Manlio Castagna – La reincarnazione delle sorelle Klun – ci proietta in un mondo in bilico tra luce e tenebre, tra quello che conosciamo e l’ignoto,  passando dall’horror, al fantasy fino al thriller.

Ilaria Leoncini ha letto e recensito il romanzo di Manlio Castagna per Thriller Life QUI.

Manlio Castagna ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande

1. “ Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma ” 
Questo principio scientifico sintetizza alla perfezione il cuore pulsante del tuo romanzo La reincarnazione delle sorelle Klun. Esoterismo, storia, religione, scienze occulte si mescolano per dare vita ad una storia che si specchia incredibilmente nella realtà vissuta dalle gemelle Pollock nel 1957 in Inghilterra. Quanto di questa storia c’è nel tuo libro? La vicenda delle gemelle Pollock ha incrinato le tue certezze o ritieni che sia solo suggestione?

In effetti la storia delle gemelle Pollock è stato il nucleo iniziale da cui si è irradiata la vicenda delle mie sorelle Klun.

Mi è capitato di ascoltare questo incredibile caso di reincarnazione grazie al podcast Direful Tales.

E da allora ha continuato a fermentare da qualche parte del mio cervello la voglia di raccontare una storia che ne riprendesse la trama e l’ordito principali.

Non volevo, però, semplicemente riprodurla, ma innestarla in un scenario più ampio e articolato.

Restano comunque tanti i dettagli e i punti di vicinanza;  sfido i lettori e lettrici ad andare a scovare le coincidenze. 

Ammetto, però, che la storia delle gemelle Pollock non ha influenzato o incrinato il mio scetticismo convinto riguardo all’idea della metempsicosi.

2.  “ le coincidenze sono tali solo per chi è troppo miopie per vedere altro
Questa frase, che fai pronunciare al tuo personaggio Attila, ha il riverbero di un pensiero condiviso. Addentrarsi nella scrittura di un romanzo come La reincarnazione delle sorelle Klun presuppone uno studio approfondito dei chiaroscuri del mondo invisibile e non solo; implica una predisposizione a vedere oltre le coincidenze, oltre l’esperienza fisica della realtà. Ti appartiene questa visione profonda e alternativa dell’esistenza?

Questa è una domanda molto intrigante e che mi costringe a riflettere sul mio modo di guardare al mondo e sui tracciati mentali che allestisco per interpretarlo.

In generale mi piace molto l’idea che la Realtà sia retta da un inestricabile reticolo di corrispondenze e da un continuo rincorrersi di situazioni all’apparenza distanti.

Forse ad avermi condizionato sin da ragazzo è una poesia straordinaria di un artista Chicco visceralmente amato: Charles Baudelaire.

La poesia è Corrispondenze dove nei primi versi si legge: 

La Natura è un tempio dove incerte parole

mormorano pilastri che sono vivi,

una foresta di simboliche l’uomo

attraversa nei raggi dei loro sguardi familiari.

3. Il tuo romanzo ha un’impalcatura narrativa particolarmente complessa e articolata. Nulla è messo lì a caso. Per chi ha un minimo di familiarità con gli argomenti trattati si può divertire nel sottobosco di citazioni, omaggi, rimandi letterari e specifiche assonanze. Non è un testo che si scrive di getto e in modo spontaneo, ma esige un metodo disciplinato. Come hai costruito questo libro? Quanto spazio ha la creatività e quanto la progettazione?

I miei romanzi nascono sempre con una attentissima e lunga preparazione, dove allestisco una ragnatela di accadimenti, situazioni, biografie di personaggi e una scaletta molto rigorosa alla quale, però, derogo quando è necessario, una volta che comincia la stesura della storia. 

Nello specifico de La reincarnazione delle sorelle Klun ho costruito prima un impianto generale con l’idea precisa di dove partire e dove arrivare, quindi mi sono dedicato alla progettazione separata delle tre storie.

E grazie alla scaletta, scritta come se dovessi preparare un film o una serie TV, ho intrecciato le vicende delle sorelle, di Iren e della coppia Rina-Attila pedinati dal commissario Verne.

4.  La reincarnazione, come dice il titolo stesso, è il fulcro intorno a cui ruota tutta la storia. Perdita e rinascita. Il lutto e il bisogno di un desiderio di rivedere la persona amata, il genitore che perde un figlio, la voglia quasi fisica di ritornare ad abbracciarlo, a proteggerlo, ad avere una seconda possibilità… nutri un pizzico di speranza in una eventualità del genere? Del tipo non ci credo, ma…

Io credo soltanto a ciò di cui faccio esperienza o a ciò che la scienza riesce a spiegare in qualche modo.

So bene che non è la risposta che ci si attenderebbe da chi scrive il genere di storie che io creo, ma meglio essere onesti che fighi.

Però devo aggiungere che sono anche convinto della presenza di una sacca profonda di mistero e di oscurità presente nel nostro concetto di Mondo e che la lente della razionalità non riesce a osservare con precisione, quindi sono aperto ad altre possibilità.

5.  Sacro e profano, citazioni tratte dalla Bibbia e omicidi, il confine tra il bene e il male si mostra in tutta la sua fragilità nel tuo romanzo. Nella composizione di questo racconto ti sei addentrato nella profondità del Credo cristiano, esponendone i lati più oscuri. Quali sono i tuoi rapporti con la fede e i dogmi religiosi?

Ho una profonda stima per la qualità letteraria e immaginativa della Bibbia.

Rispetto con sincerità il credo religioso (qualunque esso sia), però non mi appartiene.

Detto questo non disdegno l’idea della spiritualità e sono anche in questo caso bendisposto a farmi sorprendere dal mistero che riguarda il concetto di divinità.

Mi spiace non essere abbastanza credente, direi.

C’è una certa consolazione nascosta nelle pieghe della religiosità. 

6. Regista, sceneggiatore, realizzatore di webseries e cortometraggi pluripremiati. La tua è una scrittura per immagini, particolarmente sinestetica, tanto da immaginare già la versione cinematografica del tuo romanzo. Come Tom Hanks per la serie del professor Robert Langdon di Dan Brown, hai già pensato a chi potrebbe interpretare i tuoi personaggi? C’è una possibile evoluzione in tal senso?

Difficilmente immagino i miei personaggi con dei volti cinematografici, anche in questo caso i loro lineamenti mi appaiono sfumati e sfocati, forse per questo nei miei romanzi raramente mi dedico alla descrizione fisica dei caratteri.

Al momento non è prevista un’evoluzione di questo tipo, ma mentirei se dicessi che non ne sarei entusiasta.

7. I tuoi molteplici talenti ti hanno portato ad attraversare l’arte del racconto in molte sue forme. Dai corsi per la Scuola Holden, ai vari progetti cinematografici, dal Giffoni film festival ai videoclip musicali. Sei spinto dalla necessità di comunicare, qualsiasi sia la forma, o stai vagliando tutte le forme d’espressione artistica per trovare quella che ti corrisponde di più?

Semplicemente amo raccontare le storie e odio stare fermo in una stessa posizione a lungo.

Esploro vari mezzi per raccontare, tutto qui.

8.  Comunicare con il mondo dei giovani, gestire i loro entusiasmi ed incanalare l’energia che sanno trasmettere non è da tutti. Le storie che crei per loro, i racconti pensati per intrattenerli e stupirli hanno sottotraccia una responsabilità che non può essere ignorata: il peso specifico del messaggio che recepiscono. È una responsabilità che percepisci? Quanto è importante scrivere consapevolmente per i giovani lettori, così impressionabili e manipolabili?

Questo è un punto cruciale della mia attività di scrittore per ragazzi e ragazze, e me ne sono reso conto dopo il primo Petrademone (la mia saga dark fantasy uscita per Mondadori tra 2018 e 2019).

C’è un aneddoto che spesso racconto nei miei incontri e che per me è stato illuminante.

Un ragazzo mi scrive un messaggio su Instagram raccontandomi che la madre è venuta a mancare un’ora prima e in quel momento non desiderava altro che essere sotto la Quercia della Tenuta (simbolo centrale del mio romanzo) in compagnia della protagonista che avevo immaginato per quella storia: Frida.

Se un giovane lettore sente il bisogno di trovare consolazione nel mondo fittizio che hai creato sulla carta, per un dolore così immenso, significa che non puoi scherzare con la materia che stai creando.

Per quanto sia fantastico ciò che scrivi i lettori credono in quello che dici.

L’onestà è la chiave.

Quel ragazzo me l’ha insegnato senza dubbio.

9.  Passando alle domande più leggere, vuoi raccontarti a noi con tre aggettivi che ti contraddistinguono?  

Disciplinato, curioso, ondivago

10. Se dovessi scegliere tre cose di cui non potresti mai fare a meno, ovviamente escludendo la scrittura, quali sarebbero? 

Una casa in cui rifugiarmi, un mezzo per restare connesso al mondo (un cellulare per esempio) e… lo sai ho difficoltà; riesco a fare a meno quasi di tutto se parliamo di oggetti.

Non mi affeziono alle cose.

Niente mi pare così necessario tanto che la sua assenza mi sprofonderebbe in una crisi. 

Thriller Life ringrazia Manlio Castagna per la disponibilità

a cura di Katya Fortunato e Patty Pici