Giacomo Faenza e il talento di cogliere l’ironia della vita

Giacomo Faenza

Nato a Washington nel 1970, Giacomo Faenza è regista e sceneggiatore, attualmente vive a Roma. 
Si è diplomato al liceo classico a Milano, si è laureato in legge a Bologna.

L’ambito in cui trasferisce da sempre la sua creatività è quello della Tv e del Cinema.

Ha diretto e scritto due cortometraggi: “La donna che adottò suo figlio” e “Gadget Men”. 

Giacomo Faenza collabora alla sceneggiatura per la puntata unica sulla squadra di calcio del Chievo, e per due puntate sulla vita di Lorenzo il Magnifico.

Dirige poi spot televisivi a sfondo sociale per conto dell’Associazione Fiumara d’Arte. 

Nel 2005 ha collaborato alla sceneggiatura del film “Alla luce del sole” di Roberto Faenza con lo pseudonimo Giacomo Maia.

È docente di Cinema e Documentario presso l’Università americana IES Abroad Rome

Dal 2004 a oggi è consulente in Rai.

Ciao Ciao Commissario, pubblicato nella Collana Giungla Gialla di Mursia, è il suo primo e originalissimo romanzo d’esordio.

Il commissario Pirrone è uno dei personaggi più alternativi del panorama narrativo e farà scuola, deliziando i lettori con la sua folle ironia.

Una commedia, che svolta verso il nero, con tanti riferimenti classici e filosofici (il nome stesso del commissario, Pirrone, omaggia il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa), mai stucchevoli, che rendono la velocità narrativa godibile, non adrenalinica certo, ma piacevole.

Questo esordio ha convinto Ilaria Bernini che ha recensito QUI il libro per Thriller Life

Giacomo Faenza ha gentilmente risposto alle nostre domande

1. Ciao Ciao commissario è la tua opera prima nel mondo della narrativa gialla e colpisce subito per il titolo.  Immediato, ironico e giocoso. Quale pensiero ti ha condotto a questa scelta?

Mi faciliti la risposta che è già nella domanda: cercavo per l’appunto un titolo immediato ironico e giocoso, possibilmente una parola sulla bocca di tutti.

Cosa c’è meglio di ‘ciao’?

La usiamo tutti i giorni, ognuno di noi almeno 30 volte al giorno, se ci fai caso ogni telefonata finisce con ciao-ciao (mi diverte pensare che si citi il titolo del mio romanzo). Tra l’altro, cosa inquietante, la usiamo tutti i giorni ma pochi sanno cosa significa.

A nessuno viene mai in mente di vederne l’etimologia.

Direi che è venuto il momento di farlo, su coraggio googolate!

Avrete una bella sorpresa.  

2. Il tuo commissario Pirrone è un super eroe “de’ noantri”, in antitesi con i super eroi hollywoodiani, che gestiscono il loro super potere con disinvoltura, al punto che ogni occasione è buona per sfoggiarlo e fare bella figura. Hai voluto dissacrare con ironia i miti americani, regalando a Pirrone un potere che non è del tutto in suo potere? Od omaggiare la creatività italiana, che Pirrone incarna perfettamente (ricevendo, dai suoi interlocutori storici, anche delle tremendissime sole)?

Se Pirrone sia o no un super eroe è questione complessa che verrà certamente dibattuta nei secoli a venire.

Probabile che ci sarà a breve un’interrogazione parlamentare al riguardo (visto come è ridotto il nostro Parlamento con quel poco che ha da fare non mi stupirei se lo facessero davvero…).

Probabilmente il vero super potere di Pirrone è la capacità di indignazione, è rimasto l’unico in questo Paese a indignarsi quando vede qualcosa che non va e che non risponde alle esigenze del bene comune; un tempo la si sarebbe chiamata coscienza civile, oggi è più che altro attività da mitomani e sognatori.

Pirrone detesta i privilegi e chi cerca scorciatoie nella vita (il nostro sport nazionale). Ha anche suggerimenti da dare a madre natura per migliorare la condizione degli umani sulla Terra, come potrete leggere nel romanzo. 

3. Spesso il protagonista di un romanzo è una sorta di alter ego dell’autore. C’è qualcosa che hai in comune con Pirrone, un uomo che “tra cuore e mente (potesse) sceglierebbe il divano”? 

Ho molta più stima io di Pirrone per come affronta le fatiche e le ingiustizie quotidiane di quanta non ne abbia lui di me, borghesuccio cresciuto tra comodità e privilegi (camera tutta mia, mai saltato un pranzo o una cena, settimane bianche, possibilità di completare gli studi fino all’università…). 

4. Roma è la grande protagonista del tuo romanzo. La Roma di oggi, invasa da cinghiali e da cumuli di pattumiera, alti come palazzi. E la Roma di ieri, la Roma antica, la Roma classica, tanto cara al commissario Pirrone. Un omaggio alla città Eterna in cui oggi vivi? O anche un accorato appello, da cittadino, affinché qualcosa cambi, perché il degrado del centro, tutto patrimonio Unesco, non crei più imbarazzo?

O tempora, o mores! direbbe Cicerone.

Già ai suoi tempi Roma era messa male.

Forse i tempi migliori la capitale li ha visti negli anni ’60 con la dolce vita.

La Roma di oggi è allo sbando per non dire sfacelo, siamo al basso impero, governata da poteri poco limpidi per non dire foschi.

Coi romani inermi, che si informano leggendo i giornali di proprietà di quelli che succhiano risorse alla città senza dare niente indietro.

Roma è lo specchio della decadenza culturale prima ancora che economica dell’Italia. Illusionisti e demagoghi hanno occupato giornali e tv e fanno da sfondo alle vicende di Pirrone.

Parlo di vicende al plurale perché ho intenzione di scrivere una trilogia pirroniana.   

5. Ciao ciao commissario è un romanzo prestato alla sceneggiatura, o una sceneggiatura che si fa romanzo? Per un addetto al mestiere come te, romanzo e sceneggiatura sono quasi un “unicum” oppure le tecniche di base divergono notevolmente? 

Hai aizzato il borioso prof che alberga (abusivamente) in me e questo non te lo posso perdonare.

Romanzo e sceneggiatura distano anni luce!

Il romanzo è fatto essenzialmente di trama e parole con le parole che la fanno da padrone di casa, sono decisamente più importanti della trama.

Per cui devi conoscere la grammatica, la consecutio, i vocaboli, i sinonimi, le espressioni alte e basse… ci vuole una vita a immagazzinare e tenere a bada tante informazioni.

Una trama banale può essere descritta in modo eccezionale tale da rendere il romanzo di valore.

Nella sceneggiatura se non hai la trama stai a zero, e le parole contano zero, infatti le sceneggiature le possono scrivere semi analfabeti, sono mere descrizioni di azione, possono contenere errori e refusi, l’unica cosa che vedrà lo spettatore sono i dialoghi.

La sceneggiatura è solo un mezzo per arrivare alle riprese del film il più preparati possibile; un romanzo è nudo, è quello che è, non ci sono giudizi di appello, non è migliorabile o peggiorabile dal regista o dagli attori.

Scusate il momento di professorite acuta, mi è passato.

Ora sto meglio.  

6. Visto il curriculum che hai alle spalle, il tuo è un romanzo studiato per immagini e vedrà una trasposizione televisiva o cinematografica oppure è destinato a rimanere su carta?

Il personaggio di Pirrone ha tutte le carte in regola per diventare una serie tv.

Il romanzo è una bibbia che contiene tutte le informazioni utili per essere declinato in forma filmica.

Farò di tutto perché ciò avvenga anche perché Pirrone è molto curioso di sapere chi lo interpreterà, e non vede l’ora di vedere il primo episodio sullo schermo.

Essendo diventato un mio amico fraterno, si può dire che io e Pirrone siamo legati mani e piedi, quindi non vorrei deluderlo.

Potrebbe prendersela a male e rifiutarsi di comparire nei prossimi romanzi…

7. La particolarità del tuo romanzo è la ricchezza di personaggi illustri che rendono la lettura godibilissima. Se dovessi scrivere un seguito del commissario Pirrone potremmo aspettarci la comparsa di personaggi anche meno conosciuti di Cesare o Socrate?

Ne dubito ma non si sa mai.

Il vantaggio che offre il personaggio famoso è che, portandosi dietro una storia saldamente intrecciata all’immaginario collettivo, nel momento in cui devio dal percorso conosciuto e offro un altro punto di vista, si crea un corto circuito nella mente del lettore.

Quello meno famoso di cui si sa poco, tipo Callimaco (del quale ci sono rimasti solo alcuni frammenti), non mi consente di fare questa operazione. 

8. L’editor quanto è stato importante?  il tuo processo creativo ne ha tratto i benefici o la tua penna è stata indirizzata in modo da incontrare di più i gusti del pubblico?

L’editore (o editrice?) Fiorenza Mursia mi ha dato carta bianca.

Mi sono auto corretto.

Diciamo che ho un editor interno spietato da qualche parte del mio cervello che fa carne di porco di tutto quello che non funziona senza pietà alcuna.

Approfitto per dire che ci sono (pochi) refusi che mi sono completamente sfuggiti e di questo mi vergogno come un ladro, ma col tempo verranno individuati ed eliminati senza pietà. 

9. Passando alle domande più leggere, vuoi raccontarti a noi con tre aggettivi che ti contraddistinguono?  

Buono brutto e cattivo (in omaggio al grande Sergio Leone).

10. Se dovessi scegliere tre cose di cui non potresti mai fare a meno, ovviamente escludendo la scrittura, quali sarebbero? 

Google (per scovare l’etimologia delle parole), la tessera annuale dell’Atac (per scorrazzare liberamente per la città senza prendere multe), il caffelatte la mattina (caffè caldo e latte freddo). 

11. Prima di salutarci quale messaggio o augurio ti piacerebbe lasciare ai nostri lettori?

Che dire, vi auguro di incappare nel mio romanzo (per caso o per scelta fa lo stesso) e, se lo troverete divertente, stimolante e anche un po’ formativo al punto da consigliarne la lettura ai vostri figli o parenti adolescenti, beh considererei la mia missione sulla Terra compiuta (frase che messa giù così mi fa sembrare un marziano… a Roma. E così abbiamo omaggiato anche Flaiano). 

Thriller Life ringrazia Giacomo Faenza per l’intervista divertente e ricca di colta ironia.

a cura di Ilaria Bernini e Patty Pici


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