La centenaria con la pistola
Un piccolo villaggio nel Massiccio Centrale francese.
L’alba.
Risuonano degli spari. Un’anziana signora ha imbracciato la doppietta e si è messa a far fuoco contro il vicino di casa, poi contro i poliziotti sopraggiunti. È così che l’ispettore André Ventura incontra la centoduenne Berthe Gavignol, cinque volte vedova, ancora piuttosto arzilla e ancora dotata di buona mira.
Nell’interrogatorio che segue, l’ispettore e il lettore impareranno a conoscere la vivace vecchietta dalla lingua affilata e dal grilletto facile, indotta a ripercorrere gli episodi principali della sua lunga vita e della sua carriera criminale.
Chi è stata davvero Berthe: una serial killer, una sorta di Barbablù al femminile o una donna libera, una femminista ante litteram, capace di conquistarsi l’emancipazione a colpi di pistola?
RECENSIONE
Ho letto questo romanzo in una mezza giornata e da allora non faccio altro che parlarne a tutti e ripensarci.
La centenaria con la pistola è un noir, ma allo stesso un’autobiografia della protagonista della storia.
È un romanzo che fa ridere, riflettere e anche piangere.
Berthe, nell’oscurità della cucina, si diverte come non le capitava più da un quarto di secolo, pregando che il suo pacemaker regga fino al termine di questa follia.
Il romanzo si apre così: con una centenaria che tiene sotto scacco il suo vicino e una decina di poliziotti, alla fine si arrende e accompagnata in commissariato attraverso diversi omicidi racconterà la sua storia al commissario Ventura che diventa così il suo confidente, ma anche il critico delle sue disavventure.
…comunque, commovente. E misteriosa. Nella sua carriera Ventura ne ha incontrati di casi sociali, psicopatici o criminali, ma è la prima volta che si ritrova davanti una vecchietta centenaria, più fragile di un rametto seccato da una canicola eccessivamente lunga, armata fino ai denti e più velenosa di una vipera. Prova tenerezza per lei, ma sembra che non abbia ancora finito di prenderlo in giro
La storia di Berthe diventa l’escamotage con cui raccontare un secolo di storia vissuto in prima persona: il lettore si immedesima con l’ispettore Ventura, ascolta la storia di questa vecchietta e ride, si interroga, piange e riflette.
La centenaria con la pistola è la storia di una donna libera, che ha anticipato i tempi e che soprattutto non si aspettava niente di meno da un uomo.
È la storia di una donna femminista che ha combattuto contro stereotipi e dicerie, che ha lottato per affermare la sua identità.
Lo ha fatto anche in modo scorretto, ma Berthe non cerca assoluzione, nonostante passi il messaggio contrario: lei sa ciò che ha fatto e non ha rimpianti né rimorsi.
Lei voleva semplicemente vivere, amare ed essere amata ma soprattutto rispettata.
È la storia di una donna che, sul culmine della sua vita, riconosce l’amore tra due persone e a costo di perdere la sua libertà vuole difendere quell’amore.
Ho amato le descrizioni sempre precise e puntuali tanto da immaginare di essere lì in quel piccolo paese del Massiccio Centrale francese, che di colpo diventa il centro del mondo.
Il centro di una storia di riscatto, di libertà e di follia.
L’ispettore Ventura, nonostante sia protagonista insieme a Berthe, passa in secondo piano… è semplicemente il mezzo attraverso cui questa vecchietta può raccontare la storia e forse per la prima volta nella sua vita, Berthe riesce a imporsi su un uomo senza ricorrere all’omicidio.
Vivi la tua vita, tesoro. È corta… anche quando è lunga.
Traduzione: Rossella Monaco, Letizia Fusini
Editore: Ponte delle Grazie
Pagine: 432
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Benoît Philippon è un autore francese.
Cresciuto tra Costa d’Avorio, Antille, Canada e Francia, è scrittore, sceneggiatore e regista. Nel 2023 esce per Ponte alle Grazie, La centenaria con la pistola.