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Non si uccide il primo che passa di Christian Frascella

Non si uccide

Non si uccide il primo che passa

Nel quartiere Barriera di Milano a Torino fa caldissimo a luglio, specie se come l’investigatore Contrera vive in una roulotte. La sorella Paola gli procura un nuovo lavoro: l’amica Giulia ha dei dubbi sul marito e chiede a Contrera di indagare.

Durante un pedinamento però l’uomo viene freddato con 2 colpi di pistola proprio a pochi passi dall’investigatore che si trova così a dover ribaltare completamente la sua indagine, da sospetto tradimento a omicidio.

Siamo al quarto romanzo con protagonista l’investigatore Contrera.

Cresciuto nell’ombra di un padre poliziotto, perfetto e amatissimo da tutti, ne ha seguito le orme lavorative, ma non con altrettanto successo. Infatti, dopo essere finito in un brutto giro di droga, ha lasciato la divisa, provocando al padre un dolore tale da indurlo al suicidio.

E’ separato e ha una figlia, Valentina, che lo odia e non gli risparmia nulla.

La sola persona che lo sprona e lo aiuta è la sorella Paola, che lo ospita per lungo tempo in casa sua, ma poi a causa della pressione del marito Ermanno (“integerrimo” direttore di banca), lo allontana dal tenero nido.

Per Contrera, che non ha mezzi, l’unica soluzione è un camper che posteggia proprio di fronte alla casa della sorella.

È un rottame più che un camper, non si è pulito neanche con la varechina, ma almeno gli offre un letto in cui dormire; viste le ristrettezze, è il massimo cui può aspirare. Il problema più grande è il caldo del luglio torinese, soffocante soprattutto nel quartiere Barriera, il quartiere operaio nel quale la criminalità e la tristezza pervadono ogni angolo.

Si chiama così il mio quartiere, quello che mi ha dato i natali e pure le pasque, la mia tana, lo stagno nel quale imputridisce tutto. I suoi palazzoni sembrano piegati in avanti come a confabulare sopra le nostre teste. Architettura operaia male organizzata. Parliamo di cinquant’anni fa, quando la Fiat, l’Iveco, la Pirelli, la Michelin, la Ceat assumevano i disgraziati che avevano mollato il Sud e i campi per riconvertirsi in costruttori di lamiere e pneumatici. Poi una dopo l’altra hanno alzato le tende, e questi appartamenti, queste arnie, hanno cominciato a ospitare magrebini, slavi, e dopo africani neri, cinesi, indiani e via via ogni tipo di essere umano.

Il romanzo si apre con una scena quasi bucolica: Contrera sta passeggiando per il quartiere, quando vede per strada una mamma anatra con anatroccoli al seguito e fa di tutto per evitare che vengano schiacciati da una macchina.

Viene aiutato da un passante, di nome Dino, che si rivela un personaggio importante: capisce subito che Contrera è un uomo solo e ha un problema con l’alcol, in particolare con la birra, quindi cerca di aiutarlo proponendogli degli incontri con gruppi di supporto specifici, ma l’investigatore rifiuta, convinto com’è di non avere nessun problema in questo senso.

Tuttavia, benché pagina dopo pagina il lettore possa tenere bene il conto di tutte le Corona bevute, l’incontro con Dino ha il merito di suscitare in lui il tarlo del dubbio.

È la sorella Paola a dare una svolta alle monotone e caldissime giornate dell’investigatore, proponendogli di incontrare un’amica, che sospetta un tradimento da parte del compagno Enzo. Contrera non riesce a dire di no, perché negli occhi della donna legge una tristezza infinita e anche perché

se non mi tengo occupato, se non cerco di risolvere un mistero, se non sto dietro a qualcosa che possa darmi un motivo e un senso, allora cosa cavolo campo a fare? Tanto varrebbe che me ne stessi rintanato in quel forno a legna che è il mio stupido materasso che ho comprato a una svendita.

Decide così di pedinare l’uomo all’uscita dal turno serale di lavoro. Ad accompagnarlo, la bellissima amica Giorgia, che lavora nel bar in cui Contrera si è fermato, esagerando con le birre. Enzo esce tranquillo dal lavoro e, dopo un breve giro in macchina, si ferma con una prostituta in un parcheggio isolato.

Mentre Contrera e Giorgia sono a pochi metri, due colpi d’arma da fuoco raggiungono Enzo; Contrera accorre, ma l’uomo è già morto. Dopo una notte passata in commissariato a rendere conto dell’accaduto, il nostro protagonista si ritrova a indagare a fondo, finendo travolto da un vortice fatto di gioco d’azzardo, bische clandestine e una spaventosa mafia nigeriana che controlla la prostituzione.

Oltre all’indagine in sé in questo capitolo della serie vengono scandagliati in profondità la vita interiore di Contrera, i suoi rapporti con la famiglia e il problema con l’alcol. Innanzi tutto, il rapporto con la figlia Valentina che, come leggiamo nelle primissime pagine, parte per andare a stare dai nonni, ma rimane un punto fermo nella mente di Contrera, il quale capisce che deve fare qualcosa per migliorare la loro relazione, non rovinandole ancora di più l’esistenza.

Ma c’è anche il rapporto irrisolto con il padre del quale sente costantemente la mancanza e verso il quale si sente sempre in debito.

Abbandonare luoghi. Attraversare mari. Cambiare paese. Ma il dolore si sposta sempre con te Contrera, è la prima cosa che metti in valigia

La birra Corona è quasi un personaggio del romanzo, viste le tante volte in cui viene nominata e bevuta, è quasi “la coperta di Linus” di Contrera, che ha sempre bisogno di avere la mente un po’ annebbiata. Il problema dell’alcolismo viene trattato in modo diretto e senza tanti giri di parole, come un’urgenza per la quale devono essere presi seri provvedimenti.

La trama scorre bene e velocemente, la prosa è ironica, non c’è mai un attimo di tregua, l’introspezione del protagonista, la sua irriverenza, il suo essere scanzonato si mescolano alla sua profondità e al tentativo di migliorare la propria condizione.

La sua lingua tagliente e le sue battute sagaci si alternano a riflessioni profondissime

Cosa ci guida su questa terra? Il desiderio. Ma il desiderio di cosa? Quale tipo di speranza ci nutre quando ci svegliamo la mattina

Editore: Einaudi
Pagine: 320
Anno pubblicazione: 2023

Christian Frascella è nato a Torino e vive a Roma.

Ha pubblicato Mia sorella è una foca monaca (Fazi 2009; Einaudi 2022), Sette piccoli sospetti (Fazi 2010), La sfuriata di Bet (Einaudi 2011), Il panico quotidiano (Einaudi 2013), La cosa più incredibile (Salani 2015), Brucio (Mondadori 2016), Cadaveri a sonagli (Giallo Mondadori 2020).

Per Einaudi sono usciti anche gli altri episodi della serie di Contrera: Fa troppo freddo per morire (2018 e 2021), Il delitto ha le gambe corte (2019 e 2021), L’assassino ci vede benissimo (2020 e 2021), Omicidio per principianti (2022) e Non si uccide il primo che passa (2023).

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