Vera Buck ci parla del suo debutto nel thriller, quando il mistero si nasconde tra i monti selvaggi

Vera Buck è un’autrice tedesca. Ha studiato giornalismo, letteratura e sceneggiatura in Europa e alle Hawaii e lavorato come autrice freelance a Zurigo.

“Bambini lupo”, pubblicato in Italia da Giunti nel 2024, è il suo esordio nel campo dei thriller, un successo di critica e di vendita in Germania.

Il thriller è stato letto e recensito per Thriller Life da Giannicola Nicoletti Qui

Vera Buck ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande.

Thrillerlife: La tua formazione ed esperienza sono ampie, dalla letteratura, al giornalismo, alla sceneggiatura in Europa e alle Hawaii. Come queste molteplici influenze e ambienti di lavoro hanno contribuito a forgiare la tua voce di scrittrice e plasmato il tuo stile narrativo?

Vera Buck: In tutti e sei i paesi in cui ho studiato, ho avuto modo di conoscere una grande varietà di lingue, culture e persone. Questo ampio orizzonte è stato forse il più grande arricchimento per la mia scrittura. Ma avevo già iniziato a scrivere prima d’intraprendere questo percorso educativo. All’età di cinque anni ho annunciato che sarei diventata una scrittrice e non ho mai cambiato questa convinzione.

Quindi credo che una “voce di scrittura interiore” sia sempre stata dentro di me, così come la curiosità. Il mio percorso accademico potrebbe essere l’espressione di entrambi, questa curiosità ed il mio amore per la scrittura.

TL: Il tuo thriller “Bambini Lupo” si svolge nella remota cittadina di Jakobsleiter. Vorrei tu approfondissi perché hai scelto di ambientarlo in questo luogo specifico. Qual è stata l’idea dietro questa decisione e come hai lavorato per creare un’atmosfera che si adattasse a questa cornice cittadina?

VB: Passo molto tempo in montagna. Escursioni, alpinismo e arrampicata sono le mie passioni. Di conseguenza la città di Jakobsleiter mi è venuta naturalmente. È un luogo inventato, ma allo stesso tempo esiste un mondo simile ovunque sulle Alpi. Ci sono piccole comunità autonome che possono essere raggiunte solo a piedi. Hanno sviluppato le proprie strutture, regole e credenze. Sono piccoli mondi autosufficienti in cui la vita funziona diversamente. Questo genere di cose mi affascina. E fornisce l’ambientazione perfetta per un thriller.

TL: Puoi approfondire il processo creativo dietro il mistero costruito attorno a Jakobsleiter e condividere la tua esperienza nel plasmare la suspense, rivelando progressivamente i segreti del villaggio? Quali sono state le considerazioni e le scelte narrative per mantenere vivo il coinvolgimento dei lettori lungo il percorso del disvelamento?

VB: Era importante per me che i lettori si sentissero parte del viaggio, impegnandosi attivamente con la narrazione e provando a risolvere il mistero insieme ai protagonisti. Ogni personaggio del villaggio di Jakobsleiter è progettato intrinsecamente con i propri segreti, motivi e connessioni al mistero centrale. Questo ha permesso di costruire una storia con diverse sfaccettature in cui la suspence non viene solo dagli eventi, ma anche dalla complessa rete di interazioni umane e di intenzioni.

Lo stesso vale per l’ambientazione. Il villaggio stesso e la natura selvaggia che lo circonda è un personaggio della storia, forse lo definirei il protagonista principale. La sua storia, l’atmosfera ed il layout contribuiscono a costruire la suspense. Nella scoperta dei segreti del villaggio, ogni rivelazione è stata cronometrata per tenere alta l’attenzione dei lettori. È stato come assemblare un puzzle, in cui ogni pezzo si adatta perfettamente, contribuendo a realizzare un insieme più ampio e coerente.

Mettere la giusta quantità di particolari (ma anche le informazioni sbagliate) per dare ai lettori la possibilità di speculare, è il massimo del divertimento mentre scrivi un “giallo”.

TL: L’ambientazione selvaggia e suggestiva del tuo thriller svolge un ruolo cruciale, riuscendo a trasportare i lettori in luoghi che sembra di visitare davvero. Mi interessa conoscere il tuo approccio nel descrivere quegli elementi che rendono l’ambientazione visivamente potente. Come hai lavorato per catturare l’essenza di quegli scenari e offrire un’esperienza coinvolgente per i lettori?

VB: Dato che passo molto tempo in montagna, la conosco bene, “come le mie tasche”. La texturedella terra, i giochi di luce, i suoni e gli odori della natura incontaminata. Il mio obiettivo era quello di creare un mondo vivo e vitale in cui i lettori potessero immedesimarsi, un mondo pieno di dettagli sensoriali, emozioni con un sottofondo costante di mistero. Non volevo solo raccontare una storia, ma portare il lettore con me in un viaggio attraverso un paesaggio immaginario.

TL: La tensione tra tradizioni antiche – a volte influenzate da credenze religiose come in questo caso – e modernità, è un elemento chiave nel romanzo. Come hai affrontato la sfida di bilanciare questa tematica per creare un’atmosfera intensa. Hai trovato particolarmente impegnativo equilibrare tali aspetti mentre sviluppavi la dinamica narrativa?

VB: Non è stato particolarmente difficile. Io vengo da un piccolo villaggio, ma ho vissuto anche in grandi città. Quindi conosco entrambe le realtà. In un thriller dove la tensione è l’elemento chiave, questi contrasti forniscono una base importante per lo sviluppo di conflitti e trame. Le differenze tra vecchio e nuovo, tradizione ed innovazione, creano naturalmente una narrazione dinamica e coinvolgente, rendendo più facile, non più difficile creare una storia che tiene i lettori incollati alle pagine.

TL: Come hai affrontato il percorso per rendere personaggi come Jesse, Edith e Smilla realistici e intriganti per i lettori? Ci sono elementi specifici della loro caratterizzazione che hai intenzionalmente enfatizzato per contribuire a renderli unici e autentici?  

VB: Non appena mi viene l’idea per una storia, la prima cosa che faccio è sviluppare i personaggi. La storia poi cresce naturalmente a seconda delle loro azioni. Se non avessi i personaggi vivi nella mia mente, con tutti i loro sogni, paure e segreti, allora non sarebbero autentici.

È importante per me che i lettori capiscano non solo i personaggi, ma anche che empatizzino con loro. Comunque, la vivacità dei personaggi significa anche che sviluppano velocemente una vita propria! A volte non vogliono le cose che avevo previsto per loro; quindi, di conseguenza la storia prende un corso diverso. Se crei dei personaggi ostinati, come faccio io, devi anche accettarli.

TL: Parliamo ancora di Smilla, la giovane giornalista che decide di indagare sulle misteriose sparizioni a Jakobsleiter. La sua ossessione per la misteriosa scomparsa di un’amica dieci anni prima è un elemento chiave della narrazione. Come hai equilibrato la sua determinazione con l’emotività derivante da questa tragedia personale?

VB: Il carattere di Smilla mostra che il dolore e la determinazione possono coesistere, che il suo dolore, in qualche misura, guida la sua determinazione. La sua tenacia nelle indagini e la necessità di trovare risposte è il suo modo di affrontare la scomparsa inspiegabile della sua migliore amica Juli e dei suoi sensi di colpa. Perché questo è quello che prova quando pensa alla scomparsa dell’amica.

TL: Le sparizioni misteriose delle donne nel romanzo costituiscono un elemento di suspense. Qual è stato il tuo approccio nella gestione di questo elemento della trama? Hai tratto ispirazione da fatti realmente accaduti, o hai sviluppato questa parte della storia basandoti su un approccio più immaginativo?

VB: In effetti ho inserito alcune storie vere di donne scomparse in montagna, la cui sparizione non è mai stata chiarita. Questo genere di cose mi turba. Tanto più che sovente, anche io vado in montagna. Questi casi non riesco a dimenticarli, una volta che li ho sentiti. E forse, scrivere questa storia è il mio modo  per provare a risolvere con loro l’enigma.

TL: Prima di salutarci quale messaggio o augurio ti piacerebbe lasciare ai nostri lettori?

VB: “Bambini Lupo” è una storia che mi sta molto a cuore. Quando i lettori mi scrivono per dirmi che non possono dimenticare i personaggi una volta finito il libro, che continuano a perseguitarli, vorrei dire loro: è lo stesso anche per me! Jesse ed Edith resteranno sicuramente con me per molto tempo. Forse torneranno di nascosto in un altro libro, chissà? Altrimenti l’unica cosa che mi resta da dire è: divertitevi a leggere e risolvere il puzzle sul segreto di Jakobsleiter.

Thriller Life ringrazia Vera Buck per la gentilezza.

a cura di Giannicola, Rosaria e Claudia

Traduzione a cura di Bà

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